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 2013  gennaio 04 Venerdì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Mario Monti
Il Ministro degli Interni è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro degli Esteri è Giulio Terzi di Sant’Agata
Il Ministro della Giustizia è Paola Severino
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Vittorio Grilli
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Francesco Profumo
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Elsa Fornero
Il Ministro della Difesa è Giampaolo Di Paola
Il Ministro dello Sviluppo economico è Corrado Passera
Il Ministro delle Politiche agricole è Mario Catania
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Corrado Passera
Il Ministro della Salute è Renato Balduzzi
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Lorenzo Ornaghi
Il Ministro dell’ Ambiente è Corrado Clini
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali, turismo e sport è Piero Gnudi (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Fabrizio Barca (senza portafoglio)
Il Ministro della Cooperazione internazionale e integrazione è Andrea Riccardi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Filippo Patroni Griffi (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Dino Piero Giarda (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Jean-Marc Ayrault
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Muhammad Mursi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Il vecchio Zavoli, per nulla infiacchito dai banditi che gli sono entrati in casa, ha ieri (indirettamente) bacchettato il presidente del Consiglio Monti, troppo presente in televisione. Zavoli ha 88 anni, è giornalista notissimo e inventore del “Processo alla tappa” nei giri d’Italia della nostra giovinezza, autorevolezza indiscutibile per via di ricostruzioni storiche e inchieste radiofoniche e televisive. Oggi guida la Commissione parlamentare di vigilanza, e ha titolo dunque per parlare: « Va chiarito con la Rai come mai i direttori di reti o di testate decidano da soli chi invitare», sulla par condicio «lo sgarro c’è, è palese ed è grave», « una parte dell’azienda che cade in totale ribalteria (sic) rispetto al Cda». Più tardi Zavoli ha precisato di non aver mai citato le parole “Mario Monti” o “presidente del Consiglio”. Però il suo discorsetto (fatto appunto in Commissione di vigilanza) veniva subito dopo la protesta di Paolo Bonaiuti, portavoce storico di Berlusconi, che lamentava l’invasione di radio e tv operata dal capo del governo, ieri a Unomattina per la seconda volta in un mese, l’altro giorno a Radio anch’io, stasera a Otto e mezzo

Beh, il capo del governo risponde all’offensiva di Berlusconi, che pure lui sta un giorno in tv e l’altro pure.
Berlusconi dice d’essersene stato nascosto per un anno e questo, adesso, gli darebbe il diritto di parlare. Il problema è che mancano solo tre settimane al divieto imposto a tutti dalla par condicio ed è per questo che si sfogano adesso. Tra l’altro la polemica sull’occupazione del piccolo schermo ha fatto passare sotto silenzio le cose che Monti ha detto a Franco Di Mare. E cioè che Bersani farebbe bene a “silenziare” le estreme – vale a dire Sel, Vendola –, «mi auguro che il segretario del Pd convinca ma non vinca», ecc. Colpi di fioretto rispetto a quanto riservato al Pdl e in particolare a Renato Brunetta, «professore di una certa statura accademica», capo secondo Monti di quelle lobby che hanno impedito liberalizzazioni più ficcanti.  

Lei sta insinuando che Monti si prepara a un’intesa col Pd.
Dopo le elezioni, s’intende. La risposta, molto moderata e che per una volta definisco “bella” di Bersani, è in linea con questi possibili fidanzamenti futuri. Intanto sulla richiesta di “silenziare” le estreme: «Chiedo il rispetto per tutto il Pd. Noi siamo un partito liberale che non chiude la bocca a nessuno e troverà sempre la sintesi». Poi sulle invasioni televisive di questo o di quello: « Non sto lì a bilanciare i minuti… Io dico una cosa e ci credo: se volete togliermi dei minuti, dateli alla Siria. Ci sono 60mila morti e non se ne sta occupando nessuno. Cerchiamo di guardare un po’ fuori, di allargare lo sguardo. L’Italia è un grande Paese, non può finire a colpi di minutaggio tv. Comunque non mi impressiona un minuto in più o in meno».  

Strano, no? Sembra che, mentre gli altri si accapigliano per apparire in prima serata, a lui non gliene importi niente.
È una discussine che dura dai primi anni Novanta: la Lega non ebbe allora praticamente neanche un minuto di presenza televisiva e sbucò dal nulla a quelle elezioni. Non esserci le aveva giovato. Berlusconi nel ’94, senza la televisione, non sarebbe riuscito a notificare al mondo la propria esistenza. Ma dopo? Ma adesso? Monti e Berlusconi, così presenti, così invadenti, non potrebbero stufare? Il silenzio di Bersani, la sua discrezione, non potrebbero fargli guadagnare punti? Insomma: sarà davvero la televisione e determinare la vittoria alle prossime elezioni del 24 febbraio?  

Ma poi qualcuno la guarda ancora la televisione?
Lei sta scherzando. Dati freschissimi dicono che il 2012 è stato l’anno con più ascolti televisivi di tutta la storia (da quando almeno si prendono le misure degli ascolti attraverso l’Auditel). La media del pubblico seduto davanti alla tv di giorno e di notte è di 10.369.000 spettatori. Nella fascia 20.30-22.30 la media è stata di 26.008.000 persone, cioè si è superata per la prima volta nella storia la soglia dei 26 milioni. È vero che si tratta ancora di un mezzo per vecchi, dato che gli spettatori che hanno più di 65 anni stanno lì a guardare i programmi per più di sette ore al giorno. Ma anche i giovani (15-24 anni) non scherzano: tre ore e 13 minuti medi di tv al giorno. Se si guardano i numeri, il duo di assatanati Monti-Berlusconi ha ragione.  

Credevo che tutto ormai dipendesse da Internet! Perché ho questa sensazione che la tv sia invece un mezzo residuale?
Primo, perché si sbaglia: la televisione ha ripreso forza dalla crisi, si tratta cioè di un mezzo anticiclico. La gente non ha soldi, non esce di casa e guarda Raiuno. Secondo: può averla ingannata l’enorme frammentazione del mezzo, che offre in ogni momento decine di film, documentari, notiziari di tutti i tipi, rievocazioni, talk-show e quant’altro. La frammentazione ha forse tolto punti di Auditel a Raiuno o a Canale 5, ma, allargando enormemente l’offerta rispetto a un tempo, ha anche allargato enormemente la platea complessiva degli utenti.   (leggi)

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