Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  gennaio 04 Venerdì calendario

La tv islamica alla conquista dell’America - Con George W. Bush era nel mirino del Pentagono. Con Obama si prepara a conqui­stare il mercato televisivo sta­tunitense

La tv islamica alla conquista dell’America - Con George W. Bush era nel mirino del Pentagono. Con Obama si prepara a conqui­stare il mercato televisivo sta­tunitense. È la nuova, doppia vita di Al Jazeera . Un’evolu­zione diventata realtà con l’acquisto di Current Tv , la fal­limentare creatura televisiva dell’ex vice- presidente Al Go­re. Ora quel rottame mediati­co diventa il cavallo di Troia che consentirà ad Al Jazeera di competere con Fox e Cnn . Per comprendere il para­dosso nascosto dietro il con­tratto da 500 milioni di dollari con cui l’emittente del Qatar si è aggiudicata il controllo di Current Tv basta fare un salto all’indietro di un decennio. A quei tempi Al Jazeera , famo­sa per le interviste a Bin La­den e ai terroristi iracheni, non ha vita facile. Il 13 novem­bre 2001, durante i bombarda­menti sull’Afghanistan, un missile americano distrugge la sede di Al Jazeera a Kabul. Meno di due anni dopo un al­tro missile colpisce gli uffici di Baghdad uccidendo un giornalista e ferendone un al­tro. Quei due «errori», defini­ti «imprevedibili» dal Penta­gono, da oggi appartengono al passato. Con Obama il Qa­tar non è più un paese sospet­tato di dar voce ai terroristi, ma un partner strategico. Un partner a cui l’amministrazio­ne democratica ha delegato la distribuzione delle armi per i ribelli anti-Gheddafi. Un alleato con cui la Casa Bianca pianifica il cambio di regime in Siria. Ma non solo. Grazie ai 326 trilioni di metri cubi di gas nascosti nel suo sottosuolo (la terza riserva del pianeta) e ad una liquidi­tà da 60 miliardi di euro l’emi­rato di Doha è soprattutto un grande investitore globale. Al Jazeera è, sotto questo profi­lo, la testa di ponte per gli in­vestimenti mediatici dell’ emiro Al Thani. Investimenti che vanno a braccetto - da un parte- con la politica interna­zionale e l’informazione e ­dall’altra -con quella fabbri­ca di consensi e denaro chia­mata sport. Per questo Cur­rent Tv , di cui è già annuncia­ta la trasformazione in Al Jaze­era America , non punterà sui 3 o 4 milioni di musulmani americani, ma darà vita a un’offerta televisiva modella­ta sull’audience statuniten­se. Un’offerta tutta sport e in­formazione capace di rag­giungere - e influenzare - 40 milioni di famiglie. Un’au­dience con cui plasmare una quinta colonna mediatica nel cuore dell’America. Una quinta colonna da cui ricava­re non solo consensi ma, gra­zie allo sport, anche utili e pro­venti. In Medioriente ed Euro­pa Al Jazeera lo sta già facen­do. Dopo aver conquistato i mondiali di calcio del 2022, Doha ha trasformato la pro­pria televisione nella mono­polista di tutti gli eventi spor­tivi trasmessi nei paesi arabi. In Francia, dove l’Emiro s’è comprato il «Paris Saint Ger­man » , Al Jazeera ha dato vita a Be in Sport , una tv satellitare specializzata in eventi sporti­vi che trasmette le partite di Liga Spagnola, Champions League, Europe League e Se­rie A italiana. Un’operazione replicata in Spagna dove l’emiro possiede la squadra del Malaga e garantisce al Bar­cellona consistenti contratti pubblicitari. L’America rischia però di ri­velarsi un osso assai più du­ro. In passato, dopo le accuse di complicità con il terrori­smo, molte piattaforme via cavo avevano già cancellato dalla propria offerta il segna­le di Al Jazeera . E Time War­ner , su cui veniva distribuita fino a ieri Current Tv ha già an­nunciato che si guarderà be­ne dall’ospitare un giorno di più i suoi programmi. Anche perché Time Warner control­la la Cnn e un concorrente in casa non è mai un ospite gra­dito.