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 2013  gennaio 04 Venerdì calendario

La dieta ci ossessiona da duemila anni - Signori, Coldiretti ci avverte: saluta­to il Natale siamo tutti più grassi di due chili

La dieta ci ossessiona da duemila anni - Signori, Coldiretti ci avverte: saluta­to il Natale siamo tutti più grassi di due chili. Diciamocelo, per molti di noi fosse­ro solo due sarebbe già un successo. La questione è che tra «ottanta milioni di bottiglie di spumante, ventimila tonnel­late di pasta e molto altro, per un valore complessivo vicino ai cinque miliardi di euro», la bella Italia s’è fatta i fianchi morbidi. Se ci metti pure che «l’abbuffa­ta è stata accompagnata dalla sospensio­ne delle attività sportive», il punto si fa imponente, perché passato Capodan­no già ti sembra di annusare il tormento­ne «prova costume». Così tanto vale ri­spolverare le diete che più han fatto furo­re nel Belpaese negli ultimi anni: dalla Zona (ferrea nel suddividere i pasti in percentuali: 40% carboidrati, 30% prote­ine e altrettanti grassi), a quella dell’an­guria, irrinunciabile in estate. Non troppo tempo fa ci ha fatto gola anche George Oshawa, con la dieta ma­crobiotica che grazie allo Yin e allo Yang ti ridimensionava la pancetta. La crono­dieta è tutta made in Italy ed è un po’ si­mile a quella dissociata, o forse lo sem­bra a noi: a pranzo carboidrati e per ce­na proteine. Guai a chi li miscela. Siate avvertiti. Non ci siamo fatti mancare quella del minestrone, né quella a punti, come la patente: esige si limitino zuccheri e car­boidrati a favore dei grassi. Quella più in voga oggi, oltre alla iper-discussa Dukan che attacca i chili di troppo a fasi e non si capisce se salva la vita o uccide, è infine quella iperproteica: carne carne carne. Con buona pace dei vegetariani. Questo nel 2012, ma le diete, insegna­no greci e romani, sono vecchie di 2000 anni e la Bbc lo spunto per un viaggio nel­le peggiori della storia lo ha messo sul piatto e noi lo cogliamo. Horace Fletcher dice niente? Il flacherismo, che ha conquistato l’inizio del ventesimo se­colo americano, si può riassumere in una sorta di digiuno, solo meno elegan­te: chi la praticava non doveva far altro che masticare il cibo per poi sputarlo. Il Novecento ha abbracciato pure un’altra strategia.Per i coraggiosi (?) co­me Maria Callas, dice il mito, l’anti-chili di troppo si chiamava tenia, niente di meno che un parassita. Tu lo mandi giù e lui manda giù quel che lo segue. Le con­troindicazioni: diarrea, vomito e nei peg­giori dei casi la morte. Ma in fondo per apparire, si sa, si deve soffrire. Tra gli amanti dell’estetica c’è spazio per tutti, o tutto: le droghe bene forse non fanno, ma in alcuni casi possono aiutare. Ed è così che nel diciannovesi­mo secolo, mentre le diete si facevano business industriale e farmaco,l’arseni­co entra in scena. Può uccidere? Allora basta metterlo in una pillolina dai dosag­gi ocu­lati per ottenere l’effetto delle anfe­tamine e accelerare il metabolismo. In­tuire perlomeno un paio di episodi da av­velenamento non è difficile. Perdere pe­so, è chiaro, è soprattutto una questione di fegato. Le star moderne sappiano che no, non hanno inventato nulla di nuo­vo. Manifesto di una dieta era anche Lord Byron che a popolarità certo non era messo male. Anche nell’Ottocento l’obiettivo era somigliare alla celebrità del momento. Nel 1806 il poeta pesava circa 88 chili, cinque anni dopo pare fos­se sotto i 57. A furia di cene sostituite da una tazza di tè e di un regime alimentare a base di aceto, l’emulato Byron scatenò presso i commentatori serie preoccupa­zion­i rispetto la salute della gioventù del­l’epoca che tanto ambiva a eguagliarne il pallore.Un po’ come ora i ragazzi guar­dano al pallore dei vampiri da film. O for­se no. *** Per lord Byron aceto e patate (e molti attacchi di diarrea) La dieta dimagrante è un’invenzione della mo­dernità. Dopo idigiuni salu­tistico­ spirituali dell’anti­chità e quelli penitenziali delcattolicesimomedieva­le, con la Rivoluzione indu­striale e l’Ottocento nasce la moda delle diete che devono stabilizzare il pe­so e dare eleganza alla figura. Uno dei precursori di questa tendenza fu George Byron (nella foto). Il lord più famoso della letteratura mondiale adot­tò una dieta a base di aceto e patate «ammollate», entrambi in robuste dosi giornaliere: un regime alimentare che prevedeva di vomitare spesso,ol­tre che di sopportare frequenti attacchi di diarrea Kafka divenne «flatcheriano»: masticava senza inghiottire Ai primi del Novecento l’americano Horace Fletcher lanciò la dieta «mastica e sputa». Il regi­me alimentare che ebbe fraisuoiseguacigrandissi­mi scrittori come Henry Ja­meseFranzKafka ( nellafo­to) prescrivevadimasticare ivari cibiperun nume­ro determinato di volte (fissato per ciascun ali­mento, qualcuno deiqualipotevaesseremastica­to 700 volte ) ma di inghiottirne solo la parte liqui­da, sputando il resto. La dieta fletcheriana preve­deva anche che il «paziente» defecasse una sola voltala settimana.Segliescrementiodoravanodi biscotto, secondo Fletcher la dieta funzionava. Dall’arsenico dei ciarlatani al «mangustano» della regina L’Ottocento fu il secolo del­le diete «aristocratiche», soprattuttoperchéall’epo­ca solo i nobili e monarchi, fra i pochi a poter mangia­rein quantità, era attenti al­l’aspetto fisico. E alcuni di essi ne erano ossessiona­ti, tanto da affidarsi adiete inventate da ciarlatani più o meno titolati che consigliavano di ingerire perfinoarsenico e stricnina.Laregina Vittoriad’In­ghilterra (nella foto), che poteva permettersi ben altriconsulentialimentari,puntavamoltosul suc­codimangustano, un fruttotropicaleche insegui­to risultò detenere il record di capacità antiossi­dante (2.574 contro 3 del mango e 32 del mirtillo) Tutti copiano i divi del cinema ma la Callas mangiava vermi Dopo le diete forzate della Seconda guerra mondiale, nell’Europa occidentale della ricostruzione e del boom economico si impo­sero vari regimi alimentari diorigineamericana.Avol­tesi trattavadi diete inven­tate per i divi di Hollywood, come la Atkins (zero carboidrati), la Pritikin (solo carboidrati), la Scar­sdale (solo proteine), la dieta dissociata, la dieta dell’astronauta, quella mediterranea eccetera. Diete moderne«autoctone»a parte come la Kous­mine e la Chenot, in Europa resistettero metodi empiricied estremi.Il soprano Maria Callas (nella foto) mangiava la tenia solum (verme solitario).