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 2013  gennaio 04 Venerdì calendario

IL BALO INCOMPRESO, TRA NEURONI E CASTIGHI

Tutto cominciò con un neurone. «Se ci sono campioni che non imparano, sarà sicuramente perché hanno un solo neurone e magari questo neurone è anche infortunato». Così parlò José Mourinho a proposito di Balotelli il 6 febbraio 2010. Il portoghese stava pilotando l’Inter verso il «triplete». L’attaccante italiano stava avviando la lunga marcia verso l’addio ai colori nerazzurri. Mezza Italia a cercare sul vocabolario la parola neurone. Si racconta che in questa mezza Italia ci fosse anche Balotelli: «È un muscolo?». C’era Marcello Lippi, in quei giorni, al timone degli azzurri. In inverno, il nome di Mario era stato reclamizzato assai. La verità sul gran rifiuto dell’ex c.t. è emersa ora: il Lippi «cinese», dopo aver fatto l’indiano su questa vicenda, ha confessato: «Non lo ritenevo meritevole di essere convocato perché non giocava nella sua squadra. Spesso lo mettevano in castigo, andava nell’Under 21 e combinava dei casini. Quindi perché avrebbe dovuto essere premiato? Era questo il mio intendimento. Ma oggi può fare il futuro della Nazionale».
Zanetti Anche le vecchie glorie dell’Inter sono state dure. A cominciare da Altobelli: «Quanto manca Balotelli? Sento più l’assenza di Boninsegna». Di recente si è espresso in materia una gloria in piena attività, capitan Zanetti: «Di Mario nessuno ha mai messo in discussione le qualità, ma i comportamenti. Non mi sembrano cambiati da quando ha lasciato l’Inter». Tra tante voci «contro», il messaggio conciliante di Donadoni, due mesi fa: «Se lo allenerei nel Parma? Certo, è il mio mestiere, a patto che non venga con la macchina mimetica... Credo sia un talento giovane, con aspetti positivi, ma anche negativi. Lo si aiuta poco fuori dal campo e quello che naviga intorno a lui non è buono. Bisogna stargli più vicino. Penso non abbia presente il suo valore». Analisi perfetta. Chiedere a Mancini.
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