Ettore Bianchi, ItaliaOggi 4/1/2013, 4 gennaio 2013
ANNE SALVA IL MUSEO PICASSO
[Non è arretrata dietro a nessuna delle grandi difficoltà] –
Nel 2005 una donna francese molto determinata, Anne Baldassari, è diventata direttrice del Museo Picasso di Parigi, per poi diventarne presidente due anni fa. E proprio con la sua pervicacia è riuscita a salvare la struttura espositiva della capitale. Nonostante le innumerevoli difficoltà, ella riuscirà a esporre 5 mila opere del grande pittore spagnolo ritenute uniche al mondo.
Una collezione che la Francia ha ricevuto sotto forma di donazione, ma che non era molto interessata a mostrare al pubblico.
E questo perché, dice un po’ sconsolata Baldassari, la nazione ha tuttora un rapporto complicato con l’arte moderna e contemporanea. Eppure, senza alcun timore, ella ripete che, se è necessario, occorre combattere.
La sua prima battaglia è stata quella per l’ampliamento del museo e l’adeguamento alle norme di sicurezza: un’opera dal costo enorme di 54 milioni di euro. Una somma che lo stato si era impegnato a versare per metà dell’importo, salvo poi cambiare idea e ridurre la propria quota al 35%. Il progetto della presidente comprende anche l’apertura della struttura al quartiere circostante, alle scuole e ai collegi: un modo per far circolare maggiormente la cultura.
Ma sulla strada di Baldassari si è frapposta un’altra grana, quando la crisi dei mutui subprime scoppiata negli Stati Uniti nel 2007 ha scoraggiato le compagnie di assicurazione dal garantire i viaggi internazionali della grande mostra su Picasso, che in questo momento si trova ancora a Milano. La tentazione di lasciare l’incarico poteva prevalere in quei momenti.
Eppure, ricorda Jean-François Bodin, architetto incaricato del piano di ampliamento del museo parigino, nessuno avrebbe criticato un’eventuale decisione di questo tipo. Invece Baldassari ha preferito continuare a sostenere la sua causa. Il suo punto di forza, secondo Jean-Paul Claverie, consigliere del presidente del gruppo Lvmh, Bernard Arnault, e membro del cda del museo, sta nel fatto che Baldassari ha lo statuto di funzionaria, ma è pervasa da un entusiasmo quasi spirituale per la memoria e l’influenza dell’opera di Picasso, che vuole trasmettere all’intero pubblico che va dai tecnici ai profani dell’arte. Questa donna, aggiunge Claverie, vuole una perfezione ideale e può essere considerata una pasionaria.
Lei riconosce che, se non si fosse battuta con decisione negli ultimi anni, ci si troverebbe allo stesso punto di prima: nessun cantiere, niente estensione degli spazi pubblici, finanziamenti zero, un museo privo di statuto autonomo. Dopo vent’anni trascorsi a studiare l’opera del maestro iberico, Baldassari ammette di parlare ormai la sua lingua, quella del Mediterraneo. Questo pittore, che per tutta la vita ha dipinto come un bambino, è l’artista simbolo delle avanguardie. La sua opera è stata trasformata attraverso l’integrazione dei media come la stampa, il cinema e la fotografia.
Baldassari si è inoltre avvicinata al figlio di Picasso, Claude, offrendogli un posto nel consiglio di amministrazione del museo parigino. Insieme hanno incontrato diversi ministri francesi per convincerli di quanto andava fatto per la struttura. Il giudizio di Claude sulla presidente è chiaro e favorevole: professionale e molto attiva, una cosa rara in Francia. La sfida per migliorare continua e non saranno certo ulteriori problemi a fermarla.