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 2013  gennaio 04 Venerdì calendario

Pinocchio per Sette – Il burattino di Pinocchio del film di Comencini era un pupazzo meccanizzato con l’anima in legno e la struttura in vetroresina, manovrato, attraverso 300 metri di ferro, da 4 persone

Pinocchio per Sette – Il burattino di Pinocchio del film di Comencini era un pupazzo meccanizzato con l’anima in legno e la struttura in vetroresina, manovrato, attraverso 300 metri di ferro, da 4 persone. Creato dall’artista Oscar Tirelli, è stato acquistato per circa 30mila euro da un imprenditore francese che ne vuole fare delle copie da vendere ai collezionisti. Andrea Balestri, che fece il bambino Pinocchio nel film, vorrebbe riportarlo in Italia per metterlo nel parco dedicato al personaggio. (Federico Taddia, La Stampa 27/12/2012) Pinocchio nel toscano in uso al tempo di Collodi vuol dire “pinolo”. Dal dizionario Tommaseo-Bellini del 1871: «Pinocchio. Seme del pino chiuso in un guscio, o nocciolo, detto parimente pinocchio, finché ha in sé il pinocchio». (cinquantamila.it) Noti anche i diminutivi pinocchietto e (per i semi usati come mangime per i canarini) pinocchino. (cinquantamila.it) Collodi inizia a scrivere Le avventure di Pinocchio nel 1880. Da pubblicare a puntate sulla rivista infantile “Giornale per i bambini” che usciva di giovedì (giorno di vacanza nelle scuole italiane), come supplemento del quotidiano “Fanfulla”. Quando spedì i primi capitoli al segretario di redazione accluse la seguente lettera: «Ti mando questa bambinata, fanne quel che ti pare; ma se la stampi, pagamela bene per farmi venir la voglia di seguitarla». Ottenne 20 centesimi per riga. (cinquantamila.it) Collodi pensò di chiudere la storia di Pinocchio con gli assassini che lo impiccano alla quercia grande. Solo le proteste dei piccoli lettori lo convinsero a riprendere le avventure, quattro mesi dopo. Menu della cena nell’osteria del Gambero Rosso nel libro di Pinocchio. Il Gatto, indisposto di stomaco: 35 triglie con salsa di pomodoro e quattro porzioni di trippa alla parmigiana; la Volpe: una lepre dolce e forte con un contorno di pollastre ingrassate e di galletti di primo canto, e di pernici, starne, conigli, ranocchi, lucertole e uva paradisa; Pinocchio: uno spicchio di noce e un cantuccio di pane (ma lascia nel piatto ogni cosa). (Marco Belpoliti, La Stampa 04/11/1998) Andrea Balestri, il bambino toscano protagonista del Pinocchio di Comencini, detestava Gina Lollobrigida (che interpretava la Fatina) e non perdeva occasione per prenderla a calci negli stinchi. (Micaela Urbano, Messaggero 11/12/2000) Bugiardo per antonomasia, Pinocchio in realtà nel libro mente solo due volte. (Maria Bettetini, Breve storia della bugia) Il naso lungo è legato alle bugie solo dopo la pubblicazione di Pinocchio. Il modo di dire «ridere a crepapelle» deriva dal libro di Pinocchio: si riferisce all’episodio del serpente gigante che esplode per le troppe risate provocate dal vedere Pinocchio cadere in una pozzanghera. Pinocchio nel cinema italiano, prima di Comencini: nel 1911 di Giulio Antamoro; nel 1947 di Giannetto Guardone (con Vittorio Gassman come Mangiafuoco); nel 1954 di Attilio Giovannini. «L’agonia di Pinocchio, appeso all’albero da tre ore... di Cristo in croce riecheggia perfino l’estrema nostalgia del Padre e il desiderio di affidare a Lui la vita fuggente: “Oh babbo mio!... se tu fossi qui!”» (l’arcivescovo di Bologna, Giacomo Biffi). Il Pinocchio islamico trasmesso qualche anno fa dalla tivù tunisina, in cui il burattino si rivolge ad Allah invece che alla Fata Turchina. (Antonella Barina, Il Venerdì 27/9/2002). Pinocchio, il libro più stampato dopo Bibbia e Corano. Ne esistono oltre 240 traduzioni (compreso il sardo, il maltese, il napoletano, il dialetto svizzero, due versioni in latino). L’edizione artistica illustrata da Mario Ceroli: 975 copie vendute a 5.100 euro l’una. (L’Espresso 4/7/2002). «Un bambino che legga con tutto il cuore Pinocchio ne esce trasformato. Diventa un’altra persona di cui non è lecito parlare, una persona con una mentalità da martire. In quale altro libro si insegna al bambino a diffidare di tutte le autorità terrene? E chi altro può vivere disdegnando quasi completamente la giustizia umana?» (Elémire Zolla). (Guido Ceronetti su La Stampa del 27/2/2002) Fellini usava Le avventure di Pinocchio come libro divinatorio. Apriva una pagina a caso e diceva: «Vediamo un po’ cosa ci dice oggi Pinocchio». «Avrebbe potuto essere la storia di una piccola rotula che ogni volta che il suo padrone diceva una bugia si gonfiava. Ma le avventure di “Ginocchio” forse non sarebbero piaciute a tutti» (Alessandro Bergonzoni). Cossiga teneva nel salotto una grande statua di Pinocchio. (l. lau., la Repubblica 9/1/2004) Giorgio Manganelli aveva sulla scrivania un Pinocchio di legno con un naso di ricambio per quando non diceva bugie. (Vincenzo Campo, Domenica-Il Sole 24 Ore 22/4/2012) Pinocchio, tradotto anche in gaelico col titolo Eachtra Phinocchio. (Pier Mattia Tommasino, il manifesto 6/1/2003) L’8,2 per cento degli italiani indica Pinocchio come lettura che più lo ha colpito durante l’infanzia (Cuore è all’11,7 per cento). (La Stampa 12/1/2005) Pinocchio, il libro su cui imparò a leggere Margherita Hack: «C’è dentro tanti insegnamenti che si attagliano a oggi: i ladri fuori, gli onesti in galera». (Laura Laurenzi, La Repubblica 12/02/2006) Giorgio Manganelli segnalava la pagina di Pinocchio in cui non si sa se Collodi avesse voluto scrivere «una nottataccia d’inverno» o «una nottataccia d’inferno». (Adriano Sofri, La Repubblica 29/10/2005) Lo scrittore Paolo Giordano detesta Pinocchio: «Questi bambini con messaggio non li tollero». (Ranieri Polese, Corriere della Sera 17/7/2008) Umberto Eco ricorda ancora lo sconforto che provò da bambino nel vedere la versione disneyana di Pinocchio. (Maria Giulia Minetti, la Repubblica 17/11/2008) Il Pinocchio di Disney, costato l’incredibile (per allora) cifra di tre milioni di dollari, fu un mezzo flop e non ripagò delle spese il suo creatore. (Adriana Marmiroli, La stampa 14/3/2009) Nel libro di Collodi il termine più ripetuto è «povero» (139 volte) seguito da «casa» (98) e poi da «strada» (69). (la Repubblica 9/5/2009) In Myanmar fu censurato il Pinocchio di Benigni. (Antonello Guerrera, Il Riformista 17/12/2009) Il Pinocchio di Roberto Benigni costò circa 45 milioni di euro. Buon successo in Italia (26.198.000 euro), incassi inferiori alle aspettative nel resto del mondo, in particolare negli Stati Uniti (3.684.305 dollari). «Mi sembro davvero Pinocchio, uno che ne ha fatte di tutti i colori, anche a dispetto della mia volontà, ho incontrato mille gatti e volpi, fatine, mangiafuochi» (Jovanotti). La volta che Papa Luciani alla fine dell’Angelus citò Pinocchio (17 settembre 1978). Al termine della preghiera, salutando l’inizio dell’anno scolastico, ai bambini presenti ricordò «il loro amico Pinocchio: non quello che un giorno marinò la scuola per andare a vedere i burattini; ma quell’altro, il Pinocchio che prese il gusto alla scuola, tanto che durante l’intero anno scolastico, ogni giorno, in classe, fu il primo ad entrare e l’ultimo ad uscire». (cinquantamila.it)