Gianni Clerici, la Repubblica 4/1/2013, 4 gennaio 2013
IMPOSSIBILE NON VEDERE IL SUO TALENTO
Nel mio abituale personaggio chiamato Vecchio Scriba, sono immodestamente solito affermare che un futuro campione non può sfuggirmi se solamente osservo, ancora lattante, come impugna il biberon.
Giunge la notizia che Gianluigi Squinzi è divenuto il n.1 mondiale under 18, addirittura con un anno di anticipo, considerata l’età, che lo ha visto vagire il I° febbraio 1996 a Cittadella (Padova), non lontano dal paese materno, Rubano.
Accadde che io divinassi, il 19 aprile del 2007, che l’allora bambino Quinzi sarebbe divenuto quel che è oggi. Alla pubblicazione della profezia si opposero, allora, altre notizie ritenute di importanza ineludibile, ma nel mio archivio ho ritrovato quel che scrissi, e mi auguro che ancora funzioni.
La sera di quel giorno fatidico, dopo aver visto il fenomenale bambino intento a sorprendenti palleggi con altri giovani italiani, mi ritrovai allo stesso tavolo con gli amici Professor Parra (Laser magico), Riccardo Piatti (mio allievo, coach) e con papà Quinzi. Papà Luigi mi informò di esser stato un onesto tennista, poi presidente del Club di Porto San Giorgio, come già era stato suo padre Gigi. Nel DNA del piccolo interferivano certo i cromosomi di mamma Carlotta, nazionale di sci ai tempi di Deborah Compagnoni, infortunata, rieducata con la pallamano sino a raggiungere le semifinali europee con il team di Cassano Magnago. Annotai simili connotazioni non solo sportive ma borghesi, sottolineando che il caso Quinzi era dissimile dalla maggior parte dei coetanei, soprattutto dell’est, ormai divenuti un ipotetico investimento economico delle famiglie.
Gli incontri che tracciavano il giovane destino di Gianluigi erano passati dall’iniziale non conformismo di un Maestro quale Antonio Di Paolo, al decisivo viaggio a Bradenton, l’Accademia di Nick Bollettieri, che pur di assisterlo avrebbe consentito presenze inframmezzate da frequenti ritorni alla scuola italiana: matrigna, all’inizio, tanto che si dovette cambiare sede, più lontana di 30 chilometri da Porto San Giorgio, per consentire le ingiustificate assenze tennistiche. Da queste lontane, si fa per dire, origini, è seguita una rilucente carriera, con una prima affermazione da dodicenne, nel Master Nike in Florida, su su sino all’attuale n.1 Under 18, categoria che Gian Luigi afferma, nelle dichiarazioni di Agenzia, di voler abbandonare dedicandosi in questo nuovo anno, al di là dei Grand Slam junior, all’attività professionistica dei tornei ATP.
Coppa Davis assicurata, dunque? Spero qualcosa di più, per Gianluigi, ricordando che nessuno dei nostri eroi di oggi appare nei Primi Venti del Mondo.