Alessandro Ursic, La Stampa 4/1/2013, 4 gennaio 2013
MUMBAI, LE VECCHIE 1100 FINISCONO IN PENSIONE
Era un pezzo d’Italia del dopoguerra trapiantato in India; un vero e proprio simbolo di Bombay, specie nella versione giallonera dei taxi cittadini. Ma nell’infernale traffico della capitale economica indiana, la storica Premier Padmini prodotta in patria dal 1963 su licenza Fiat - è ora in via di estinzione. Ne rimangono solo 9mila, in progressivo declino: colpa di una norma del governo locale che dal 2008 ha messo fuorilegge i modelli con oltre 25 anni di onorato servizio, per far posto a vetture meno inquinanti.
Le ultime “Pad” indiane ispirate alle vecchie Millecento, e fino al 1973 prodotte in joint venture con la casa di Torino - uscirono dalla catena di montaggio della Premier Automobiles nel 2000. Ma il declino era iniziato già dagli anni Novanta, quando la liberalizzazione del mercato automobilistico nazionale iniziò a popolare le strade di nuovi modelli. Altri tempi rispetto al periodo d’oro delle Padmini negli anni Sessanta e Settanta, quando erano ambite dalla classe media in un Paese che appena iniziava a motorizzarsi, tra mille inefficienze. L’India socialista di allora le considerava un bene di lusso, ponendo alla produzione un tetto di soli 18mila esemplari: date le troppe richieste, ciò obbligava fino a otto anni di attesa per la consegna.
Affidabile, dal bagagliaio capiente e dotata di quattro porte, la Padmini - nominata in onore di un’antica principessa indiana - è rimasta per decenni la vettura preferita di molti tassisti dell’odierna Mumbai, così come a Calcutta si impose la rivale Hindustan Ambassador. Il pensionamento forzato in corso dal 2008 ha reso inoltre ancora più economica qualsiasi riparazione, data l’abbondanza di ricambi sul mercato dell’usato.
Qualche cliente le apprezza ancora oggi per la loro pratica eleganza retrò; ma serve chiudere un occhio di fronte ai mille difetti ingigantiti dall’età, come le maniglie che spesso restano in mano o i buchi nella carrozzeria. Nella nuova India, i gusti si sono ovviamente adeguati: ora vanno le Tata, le Hyundai e le Maruti Suzuki, e spesso i pochi tassisti al volantedi una Padmini v e n go n o snobbati. Gli appassionati nostalgici comunque non mancano, e lo testimoniano i periodici raduni e i modelli modificati per riportarli allo splendore originale, un po’ come per le nostre Vespa d’epoca. Sono parte delle storia indiana recente; ancora qualche anno, e si potranno ammirare solo nei garage privati o nei musei.