Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Puntata piena di numeri, oggi, per via dei dati sull’inflazione, sui saldi, sui consumi, sulla cassa integrazione, sulla disoccupazione eccetera. Ci piovono addosso da tutte le parti: Istat, Inps, Confcommercio, Coop, associazioni dei consumatori e quant’altro
• Si faccia coraggio.
Comincerei dall’inflazione. Lei sa che cos’è l’inflazione, no? Nella sua definizione più semplice è l’aumento dei prezzi. Il fatto che l’inflazione media sia aumentata del 3% sull’anno scorso potrebbe significare semplicemente che i prezzi sono aumentati del 3%. È tuttavia una definizione troppo schematica. Si può complicarla un po’ in questo modo: l’inflazione (parola che significa “rigonfiamento”) è in realtà la quantità di moneta che circola. Quindi inflazione +3% vorrebbe dire che circola una quantità di moneta (miliardi e miliardi di banconote e metallo) superiore del 3% rispetto all’anno scorso. In generale, se aumenta il circolante aumentano anche i prezzi, perché si suppone che la gente, con un +3% in mano, chieda un più 3% di merci e faccia levitare di un +3% i prezzi. Come avrà già capito, nulla di tutto questo. I prezzi sono saliti, ma i denari nelle tasche dei consumatori sono diminuiti ed è calata pure la domanda. Cioè: gli italiani non sono più disposti a comprare come prima. La domanda fiacca dovrebbe far scendere i prezzi. Invece…
• Quindi abbiamo nello stesso tempo prezzi alti e nessuno che compra.
Si direbbe così. Le previsioni sui saldi, cominciati mercoledì in Basilicata, Campania e Sicilia, e oggi in tutt’Italia, parlano di incassi dimezzati. Appena due anni fa si poteva contare su un esborso medio a famiglia di 450 euro, quest’anno siamo sui 230-250. Girano una quantità di cifre, a seconda dell’istituto che ha fatto i calcoli, ma la sostanza è questa: la gente ha in pratica dimezzato, rispetto al 2010, la propria propensione a spendere. Come l’anno scorso, durante il periodo dei saldi (uno-due mesi, quest’anno) i prezzi cadranno del 50%. Sconti più forti del 50%, dicono gli esperti, vanno guardati con sospetto.
• Ho visto i numeri relativi alla cassa integrazone, e che la gente si tenga stretti i suoi soldi mi pare normale.
Sì, l’Inps fa sapere che nel 2012 la richiesta è stata pari a 1,09 miliardi di ore. Nel 2011 furono 973 milioni. L’incremento è del 12,1%. Sono diminuite rispetto al 2010, ma vorrei sapere, rispetto al 2010, quante aziende esistono ancora. Inoltre viaggiamo al ritmo di 120 mila domande di disoccupazione al mese, in novembre, per l’esattezza, 128.534. Novembre su novembre registra una diminuzione del 4,58%, ma su base annua (gennaio-novembre 2012 contro gennaio-novembre 2011) siamo a un aumento del 14,49%: 1.285.299 domande nei primi undici mesi dell’anno scorso. Che la domanda sia in calo, nonostante la nota ricchezza degli italiani, non può sorprendere.
• Ha senso che la legge regoli questa cosa dei soldi?
Non una legge, ma tre leggi: La numero 80 del 1980, il decreto legislativo numero 14 del 1998 e il decreto legislativo numero 24 del 2002. Ci sono poi le disposizioni regionali, che complicano ulteriormente il quadro. La Lombardia, per esempio, quest’anno ha permesso ai negozianti di far promozione anche nei 40 giorni precedenti il periodo dei saldi. I commercianti piemontesi hanno protestato: in questo modo i torinesi verranno a comprare a Milano e ci danneggeranno. Nessuno ha pensato che anche il Piemonte, per esempio, potrebbe eliminare il divieto delle promozioni in dicembre. Anche perché nella realtà tutti i negozianti fanno promozioni nel periodo proibito, mandano biglietti a casa, telefonano eccetera.
• La Campania ha fatto come la Lombardia.
La verità è che mettere il becco nei rapporti tra negozianti e clienti è odioso e, si direbbe, insensato. Una teoria sostiene che in questo modo si proteggono i piccoli contro i grandi, dato che i grandi possono praticare sconti assai più consistenti dei piccoli. Però in America la giornata che corrisponde al nostro periodo dei saldi è il cosiddetto Black Friday, che viene dopo il giovedì del Ringraziamento, cioè il quarto giovedì di novembre, vale a dire molto prima di Natale. Il Black Friday americano non è stato inventato dal legislatore: è diventato a poco a poco la giornata di massimo consumo dell’anno e i vari esercizi commerciali lo affrontano ognuno a suo modo, qualcuno apre a mezzanotte e resta aperto tutto il week end, varia anche l’entità degli sconti, Wal Mart ha preso l’abitudine di aprire addirittura il giovedì sera alle 22, inaugurando o rafforzando una tendenza alla nascita di un Black Thursday, che coincidendo col Ringraziamento significherebbe doppia festa…
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