Serena Danna, Corriere della Sera 05/01/2013, 5 gennaio 2013
RABBIA E SENTIMENTI SU TWITTER. LA PRIVACY PERDUTA DELLA VITA DI COPPIA
Gli ultimi a cascarci sarebbero stati i coniugi Mentana. Il 31 dicembre la moglie del direttore del tg di La7 avrebbe bacchettato su Twitter Enrico Mentana, presunto colpevole di aver trascorso il Capodanno lontano dalla famiglia. La cautela è necessaria: l’account di Michela Rocco di Torre Padula, 42 anni, sposata da 11 con il popolare giornalista televisivo, potrebbe, infatti, essere uno dei tanti hoax (profili falsi costruiti ad hoc per confondere i lettori) che ogni giorno sfidano gli utenti al gioco del vero o falso. Fuori da casa Mentana, però, che i tweet siano una bufala o l’equivalente social dei vestiti lanciati dal balcone — ovvero «ti detesto e tutti devono saperlo» — non conta.
Al di là del gossip, resta l’impatto che i social media stanno avendo sulle nostre relazioni private. Twitter e Facebook sono la versione 2.0 del pianerottolo, dove, indipendentemente dalla nostra volontà, è possibile registrare la temperatura di una coppia. Lo sanno bene i follower di Heidi Klum che, il giorno prima dell’annuncio ufficiale del divorzio da Seal, grazie al suo tweet «The End», hanno intuito che la storia d’amore tra la modella e il cantante era arrivata al capolinea. O quelli della popstar Katy Perry, la quale, ottenuto il divorzio dal marito Russell Brand, ha deciso di non seguirlo più su Twitter. Dieci anni fa si tirava via la fotografia dell’ex dal portafoglio, oggi lo si «defollowa».
Quando è finita la relazione tra i divi di Hollywood Demi Moore e Ashton Kutcher — tra i primi a fare un «uso privato» di Twitter riempiendo per anni la timeline dei fan di fotografie intime — la famosa attrice, nome twitter @mrskutcher, ha chiesto un consiglio ai follower per cambiare quel nome omaggio d’amore. Il risultato è stato @onlydemi, soltanto Demi. Come a dire: Il canale Twitter (ora) è mio e me lo gestisco io.
E se la Première dame francese Valérie Trierweiler ancora piange quel tweet di solidarietà politica allo sfidante di Ségolène Royal, che le è costato l’ira del presidente Hollande (ex marito della Royal) e le antipatie di mezza Francia, il deputato democratico Anthony Weiner, finito nei guai lo scorso anno per aver fatto circolare scatti osé tra le sue sostenitrici online (compresa una minorenne), ha ricevuto recentemente un messaggio di scuse da una di loro. Per il suo pentimento, la donna, una croupier di Las Vegas, non ha utilizzato né lettere, né mail ma — per coerenza di mezzi — la pagina Facebook del politico.
In un’intervista a Emanuele Buzzi sul Corriere, il fondatore di Twitter Jack Dorsey ha dichiarato che «la gente usa Twitter per seguire le news o il panettiere sotto casa». In realtà basterebbe dare un’occhiata ai trending topic quotidiani, gli argomenti più popolari sul social media, per capire che l’attività preferita della maggior parte degli utenti Twitter è comunicare, spesso in maniera giocosa, con gli altri.
Esiste in tutti i social network una contraddizione naturale: quella di essere piattaforme pubbliche utilizzate per conversazioni private. Con Twitter, che, a differenza di Facebook, non ha neanche il vincolo della «richiesta di amicizia», le cose si complicano: l’immediatezza e la brevità del mezzo sono nemici giurati della prudenza e alleati dei bassi istinti. Gli stessi che hanno portato lo scrittore Bret Easton Ellis a etichettare online il defunto collega David Forster Wallace come «un impostore», e che portano tutti, almeno una volta nella vita, a controllare il profilo social della persona amata per «monitorare» e giudicare le interazioni.
Un sondaggio effettuato dal portale legale Divorce online ha evidenziato che un terzo dei divorzi in Inghilterra avviene per colpa di Facebook. Mark Keenan, manager del sito, ha dichiarato: «Le persone all’inizio si contattano in modo innocente ma la conversazione cambia presto di tono e questo è il modo più semplice per iniziare una relazione extraconiugale». Forse un’esagerazione, simile a quella proposta dalla rivista americana The Atlantic, secondo cui «Internet sta minacciando la monogamia», ma basta un sondaggio tra amici e conoscenti per capire che il problema esiste: il retweet o il link di uno sconosciuto (specie se fotogenico) possono provocare litigi più di un ritardo. Non ne parliamo se si scopre che il partner ha scaricato le applicazioni Snapchat o Poke di Facebook, che permettono di inviare foto e messaggi che si autocancellano dopo pochi secondi. Il sospetto del tradimento è presto servito.
È opinione comune tra gli psicologi che la solidità di una coppia sia determinata prevalentemente da tre ingredienti: la soddisfazione, l’investimento e la qualità delle alternative percepite. «Due su tre oggi, la soddisfazione e il ventaglio delle alternative — scrive The Atlantic —, sono minate dalla grandissima offerta di Internet». In fondo non dovrebbe stupirci: nel 2012 la domanda più cercata su Google è stata «Che cos’è l’amore?». Resta quello il grande mistero della vita, prima e dopo Internet. Dare la colpa alla tecnologia se ci confonde ancora di più le idee non aiuterà certo a trovare una risposta.
Serena Danna