Lettere a Sergio Romano, Corriere della Sera 05/01/2013, 5 gennaio 2013
PERCHÉ SAN MARINO È ANCORA INDIPENDENTE
Durante le recenti festività ho avuto occasione d’incontrare alcuni colleghi russi, giunti in Italia per questioni di lavoro. Discutendo con loro del nostro Belpaese, mi sono sentito chiedere una domanda a cui non ho saputo rispondere: «Perché esiste lo Stato di San Marino?». Colto di sorpresa, mi sono scusato dicendo loro che non avrei proprio saputo rispondere. Le giro la domanda: perché San Marino nella sua storia non si unì mai all’Italia? Perché la Repubblica Italiana ha permesso l’esistenza d’un micro Stato indipendente nel cuore dell’Emilia Romagna? A chi giova la sua presenza?
Davide Chicco
dave00@email.it
Caro Chicco, l’anomalia, di San Marino non è diversa da quella di altri piccoli Stati, sparsi sulla carta di Europa, e le domande dei suoi amici russi potrebbero mettere in discussione anche l’esistenza dei principati di Monaco, Liechtenstein, Andorra e — perché no? — dello Stato della Santa Sede. Il primo, incastonato tra la Francia e l’Italia, è retto da un’antica dinastia di origine italiana, ha una superficie pari a poco meno di due chilometri quadrati e una popolazione che supera di poco le 35.000 persone. Il secondo, stretto fra Austria e Svizzera, è retto da una vecchia famiglia della nobiltà germanica, ha una superficie di 160 km quadrati e una popolazione pressoché eguale a quella di Monaco. Il terzo, a cavallo della frontiera franco-spagnola, è in realtà un doppio principato in cui i sovrani sono contemporaneamente il vescovo della diocesi spagnola di Urgell e il capo dello Stato francese. La sua superficie è di 468 chilometri quadrati e conta 86.165 abitanti. Lo Stato della Santa Sede, retto da un re-vescovo, è il più piccolo: 0,44 chilometri quadrati e 994 abitanti. Per superficie e popolazione (61 kmq e 31.735 persone) la Repubblica di San Marino si colloca quindi, più o meno, tra Monaco e Liechtenstein.
Questi Stati sono i sopravvissuti delle grandi unificazioni che hanno contraddistinto la storia europea. Ve n’erano più di trecento in Germania all’epoca dei trattati di Westfalia, ma due secoli dopo vi era ormai un solo Reich tedesco. I pochi sfuggiti all’ingordigia di un potente vicino devono la loro indipendenza a circostanze diverse. La loro esistenza e la loro neutralità, soprattutto durante le grandi guerre del continente, presentavano qualche vantaggio per i Paesi combattenti o servivano, come per il Vaticano, a meglio svolgere una particolare funzione nel mondo. I loro regimi fiscali convenivano alle classi economicamente influenti dei Paesi confinanti. L’antichità conferiva alle loro istituzioni una sorta di nobiltà storica.
Nel caso di San Marino il fattore che ha maggiormente contribuito alla sua esistenza è paradossalmente la sua forte identità repubblicana. I patrioti del Risorgimento volevano uno Stato democratico, ispirato da principi liberali. Molti avrebbero preferito un’Italia repubblicana, ma accettarono la monarchia dei Savoia perché l’esercito del Regno di Sardegna e lo Statuto albertino erano fattori non trascurabili per la realizzazione del loro progetto. Sapevano che l’unità italiana sarebbe stata conquistata soltanto combattendo contro lo Stato pontificio e le dinastie straniere installate nella penisola. Ma perché avrebbero dovuto cancellare dalla carta d’Italia un piccolo e antico Stato repubblicano che aveva, tra l’altro, ospitato e protetto Garibaldi dopo il crollo della Repubblica romana?
Sergio Romano