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 2013  gennaio 05 Sabato calendario

PIEPOLI: OTTIMO, ESPRIME SERENITA’. TOSCANI: NO, SEMBRA IL CLUB ALPINO

Nicola Piepoli non ha dubbi, il logo di Monti è molto ben fatto, trasmette il voler fare e anche molta serenità. «Esprime perfettamente il concetto di una persona che è, o pensa di essere sopra le parti. In una parola ‘ristos, il migliore tra i migliori». Nella sua austerità, nella scelta molto originale del colore, un blu cupo quasi militaresco, sembra voler parlare più che altro a un’élite. Nella scelta del font, leggermente d’antan, Piepoli vede espressa una frase di Goethe: «Nel passato vive il bene».
Oliviero Toscani è di tutt’altro parere: «Perfetto come nuovo logo del Club Alpino Italiano. Anche quella sbaffatina di colore, sembra che alluda alle Frecce Tricolori sugli sci». Ci va duro: «E’ un logo tristissimo, quasi da pompe funebri. Il font che mi sembra poi vagamente fascistoide. Insomma a esser buoni è una creatività anni 50».
Per Toscani il logo tradisce la ricerca affannosa del consenso, che non può che finire nella mediocrità. «Esprime animo conformista, come somma tristezza. Se penso che Monti ha la stessa età di Mick Jagger, non posso che concludere che la droga fa bene».
Per Edoardo Novelli, docente comunicazione politica a Roma3, il logo ricorda quello del Patto per l’Italia del 94 di Mario Segni. «In quel caso era rappresentata l’ Italia e qui non ci sono elemento fortemente identitari, d’altronde non poteva certo prenderne dall’iconografia politica, dal momento che la sua collocazione è a sinistra di Berlusconi e a destra di Bersani. Monti ha scelto il basso profilo, l’unico guizzo è quel tricolore dinamico che sembra volersi impennare, forse allude a una risalita, una crescita. Mi sarei aspettato un richiamo all’Europa, che in fondo sarebbe stato un elemento iconografico forte come richiamo ideologico. Sicuramente però avrà ben valutato di soprassedere, per non alimentare il punto forte di chi l’osteggia come un tecnocrate teleguidato da Bruxelles».
Per Nando Pagnoncelli è un simbolo molto rassicurante, coerente con il profilo dell’elettorato prevalente, ma non esclusivo, di Monti, molto tradizionalista e che non ama le scelte chiassose: «Il simbolo dell’Italia sintetizzato dal tricolore vuol far intendere che l’Agenda Monti è nell’interesse di tutto il Paese, non solo di una fazione».
Questo è per Pagnoncelli un passo non banale della politica, che fino ad oggi è stata basata sulle contrapposizioni tra parti opposte. «Anche il termine scelta civica è un passo oltre la politica da stadio, quella che vede solo una società civile priva di difetti e piena di virtù, antitetica a una classe politica geneticamente corrotta. E’ un richiamo alla responsabilità».