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 2013  dicembre 01 Domenica calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Enrico Letta
Il Vicepresidente del Consiglio è Angelino Alfano
Il Ministro degli Interni è Angelino Alfano
Il Ministro degli Esteri è Emma Bonino
Il Ministro della Giustizia è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Fabrizio Saccomanni
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Maria Chiara Carrozza
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Enrico Giovannini
Il Ministro della Difesa è Mario Mauro
Il Ministro dello Sviluppo economico è Flavio Zanonato
Il Ministro delle Politiche agricole è Nunzia De Girolamo
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni culturali e Turismo è Massimo Bray
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Andrea Orlando
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali e autonomie locali è Graziano Delrio (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Carlo Trigilia (senza portafoglio)
Il Ministro dell’ Integrazione è Cécile Kyenge (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Gianpiero D’Alia (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento e di Coordinamento dell’attività è Dario Franceschini (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme costituzionali Gaetano Quagliariello (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Jean-Marc Ayrault
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente facente funzioni dell’ Egitto è Adly Mansour
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

A parte la crisi politica, a parte i misteri dell’Imu e la rabbia dei comuni, è rimasta ancora aperta, cioè non è stata discussa abbastanza, la questione delle cosiddette pensioni d’oro, tagliate per finanziare un programma di aiuti ai poveri, pomposamente battezzato all’inizio “reddito minimo” e più tardi classificato come un’estensione della vecchia carta sociale, o social card, inventata da Tremonti e su cui, all’epoca, il Pd sparò a zero.

Prima di spiegare di che si tratta, vorrei capire perché, in casi come questi, si vanno a prendere soldi ai pensionati.
I pensionati hanno scarsa forza contrattuale, benché il 60% degli iscritti ai sindacati sia costituito proprio proprio da pensionati. Ma che cosa può minacciare un partito di vecchi che è formalmente fuori dal ciclo produttivo? L’alto numero di iscritti che non lavora più spiega al contrario la debolezza attuale del sindacato, incapace di fare manifestazioni oceaniche o di bloccare il Paese come tanti anni fa. Si porta in piazza qualche decina di ragazzini e di signorine, poi si fa scrivere ai giornali che si sono svolte contemporaneamente cento manifestazioni...  

C’è poi anche il fatto che colpendo nel mucchio i politici credono di non perdere troppa popolarità.
Il governo Berlusconi prima e il governo Monti subito dopo avevano fissato un contributo di solidarietà a carico dei pensionati che prendessero almeno 90 mila euro lordi l’anno. Lo scorso giugno la Consulta ha decretato che questo contributo è incostituzionale, perché non rispetta la parità di tutti i cittadini di fronte alla legge: vengono colpiti i pensionati e non gli altri. Ci sarebbe quindi il problema di perdere un introito e forse, addirittura, di dover restituire i soldi. La mossa della legge di stabilità va vista in questa prospettiva: un contributo di solidarietà viene mantenuto e quindi - pensano al governo - si potrà non restituire il pregresso. Inoltre, i soldi prelevati ai pensionati saranno destinati ai poveri, e questo - pensano sempre al governo - renderà il contributo meno odioso e magari costituzionale. Le dico la verità che mi pare un ragionamento senza capo né coda, ma tant’è.  

Quindi?
Quindi si deve procedere ai soliti calcoli da mal di testa. È stata presa come unità di misura la pensione minima ed è stato stabilito che le pensioni pari a 14-20 volte la minima paghino il 6% sulla parte eccedente i 90.168 euro lordi annui. In pratica, se uno ha un lordo annuo di 100 mila euro, pagherà il 6% annuo su centomila meno 90.168, cioè 9.832 euro, vale a dire, in un anno, 590 euro. Non è uno scherzo. Se si prende una pensione da 150 mila euro lordi l’anno, l’aliquota passa al 12%, il conto quindi è: 12/100*(150.000-128.811) = 2.543. Queste sono le pensioni che stanno fra 20 e 30 volte il minimo (la più bassa è quella, appunto, di 128.811 euro). Per quelle che valgono più di trenta volte la minima (almeno 193.217 euro lordi l’anno) l’aliquota passa al 18%. Non pensi che in questo modo si mettano in cassa chissà quali somme. Gli italiani che godono di pensioni tanto alte non sono molti: 29.554 uomini e donne che incassano ogni mese un lordo (e sottolineo lordo) di 6.936 euro. Quelli che stanno sopa i 9.908 euro lordi al mese (venti volte il minimo) sono 6.805, quelli che stanno oltre trenta volte il minimo (14.863 euro lordi al mese) sono appena 1.344.  

E con questi soldi, tanti o pochi che siano, che ci fanno?
Avranno a disposizione 40 milioni l’anno per tre anni. Da distribuire ai poveri All’inizio il ministro Fassina ha detto che si trattava di «un reddito minimo», espressione che a rigore significherebbe un reddito al di sotto del quale non si può andare. In Europa adottano il salario minimo la Francia, la Germania e parecchi altri stati. Senonché, il nostro non è un reddito minimo (per il quale ci vorrebbero ben altri stanziamenti), ma solo un Sostegno per l’inclusione sociale. Come ho detto all’inizio: un aiuto ai poveri.  

Come faranno a stabilire chi è povero? Ci vorrà un criterio obiettivo, magari uno, per un euro, non entra in classifica...
Maria Cecilia Guerra, viceministro del Lavoro, democratica, ha spiegato: «Daremo questi soldi alle famiglie povere con minori in cui uno degli adulti ha perso il lavoro negli ultimi tre anni. Abbiamo scelto questo target perché i dati ci dicono che i nuclei più esposti alla povertà sono proprio quelli con figli piccoli, non necessariamente numerosi. Negli ultimi anni è quasi raddoppiata l’incidenza della povertà anche su chi ha solo due figli». La Guerra spiega anche l’espressione «inclusione attiva»: «I Comuni selezioneranno, attraverso bandi, le famiglie e poi le prenderanno in carico, verificando ogni sei mesi che i bimbi siano andati a scuola e dal medico, che i genitori abbiano frequentato corsi di formazione o fatto domanda per un impiego». (leggi)

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