Riccardo Rimondi, la Repubblica 1/12/2013, 1 dicembre 2013
L’ACCIAIO DI TERNI TORNA TEDESCO IL GOVERNO: GARANTIRE IL LAVORO
E’ durata meno di due anni l’avventura finlandese nell’acciaio di Terni. Era la fine del gennaio 2012 quando Outokumpu rilevò Inoxum, la divisione acciaio inossidabile di ThyssenKrupp, al prezzo di 2,7 miliardi di euro. Dentro al pacchetto, c’era anche Ast, Acciai Speciali Terni. Ora, il gruppo tedesco riprenderà in mano l’impianto e le attività giuridiche associate, insieme ai centri di servizio sparsi tra Germania, Spagna, Turchia e Francia. Per adesso si tratta di un accordo tra le parti, manca ancora il benestare della Commissione europea.
Motivo della cessione, il veto dell’Antitrust Ue sulla operazione- Inoxum: acquisendo l’intero blocco, Outokumpu avrebbe avuto una posizione predominante nel mercato europeo dell’acciaio inossidabile. Bisognava rinunciare a qualcosa per acquistare il resto della divisione, e la scelta del gruppo finlandese è ricaduta su Terni. A farsi avanti per prima è stata una cordata formata da Aperam (il principale concorrente europeo), Marcegaglia e Arvedi. Ma l’offerta è stata insufficiente. A spuntarla, alla fine, ThyssenKrupp. Per riacquisire l’impianto di Terni, i tedeschi venderanno la partecipazione di Outokumpu in loro possesso (il 29,9%), che avevano guadagnato con la cessione. Inoltre, sarà cancellato il debito della società finlandese verso la compagnia tedesca. «Sono contento di portare la cessione a conclusione positiva», esulta l’amministratore delegato di Outokumpu Mika Seitovirta.
La vicenda dell’acciaieria di Terni, che oggi dà lavoro a quasi tremila persone, ha tenuto con il fiato sospeso la città per mesi, con momenti di alta tensione. Su tutti, la manifestazione di giugno, quando il sindaco Leopoldo Di Girolamo rimase ferito durante una carica della polizia. Le discussioni, però, non sono destinate a finire qui, perché l’accordo tra Outokumpu e ThyssenKrupp coglie di sorpresa tutti e i dubbi sono tanti. Secondo le amministrazioni locali, l’operazione «appare al momento solo “finanziaria” e dà garanzie soltanto ai due principali competitor». Lo affermano, con una nota congiunta, il sindaco Di Girolamo, il presidente della Provincia Polli e la presidente della Regione Marini, che chiedono un incontro urgente al governo. Il ministero dello Sviluppo economico progetta, a sua volta, di incontrare i vertici delle società «per verificare che il piano industriale sia tale da assicurare un futuro solido e competitivo ad Ast». I posti di lavoro, in altre parole, vanno salvaguardati. Dubbi anche tra i sindacalisti, delusi da questo gioco dell’oca: «E’ una vergogna - si legge in un comunicato unitario di Fiom, Fim, Uilm, Fismic e Ugl - che dopo tre anni si ritorni al punto di partenza, qui a Terni».