Stefano Salis, Il Sole 24 Ore 1/12/2013, 1 dicembre 2013
IL CATALOGO? LO FA IL LETTORE
Il party di presentazione si tiene in un club di Londra, che, ironicamente, si chiama «Groucho». Si entra solo su invito, manco a dirlo. A maggior ragione stasera: per avere l’invito al lancio del libro bisogna aver voluto fortemente partecipare. Non al party – questo sarebbe facile –: alla realizzazione del libro! L’autore, edito da tre giorni, è già una piccola celebrità nel mondo dei libri stampati; sul web, invece, è una vera star da tempo; gli editori (online/cartacei) se lo coccolano, defilati e felici: è il loro maggior successo finora, la prova che la loro idea funziona. E io? Io sono uno di quelli il cui nome è stampato su ciascuna copia del libro, nelle pagine in fondo: se il libro esiste – ed è davvero un ottimo libro, garantito – lo si deve a quelli come me che, per ammirarlo stampato – nella sua bellezza di oggetto fisico e non solo su uno schermo di computer –, si sono "autotassati". Stop. Fermo immagine. E riavvolgiamo il nastro di questo film a partire da qui, dal momento in cui l’autore e il lettore-sostenitore brindano al successo editoriale (che non deve essere necessariamente commerciale) di Letters of Note che, stavolta, è di e per entrambi.
Cinque anni fa Shaun Usher, oggi 35enne, fa il copywriter. Si imbatte in un cliente che produce carta intestata e deve scrivere un claim decente. La cosa non gli riesce, ma per lui comincia una nuova ossessione: la raccolta di lettere. La "corrispondenza significativa" diventa un hobby prima, poi un blog, dal 2009, che chiama, appunto, Letters of Note. Il successo digitale è immediato e imponente. Ora ha circa 1,5 milioni di visitatori settimanali, centinaia di migliaia di seguaci su twitter e una raccolta di oltre 400 esempi di lettera. L’idea di fare un libro stampato di questo materiale arriva di conseguenza. Shaun si rivolge a quelli di Unbound. Anche questo è un sito editoriale di nuova concezione, fondato da tre scrittori, Dan Kieran, Justin Pollard e John Mitchinson che hanno un approccio diverso all’industria editoriale. Ogni progetto di libro approvato viene sottoposto alla comunità dei lettori e inizia la raccolta di fondi attraverso il web. Chiunque può partecipare, scegliendo dal "catalogo dei progetti"; di questi solo alcuni, quelli che trovano un’audience abbastanza convinta, verranno realizzati. Letters of Note piace, e molto. Ad oggi ha superato il 250% dei fondi necessari. I livelli di partecipazione sono diversi: c’è la quota per il semplice libro stampato (sempre con il tuo nome in fondo, motivazione non da poco, specie per i collezionisti), per il libro più alcuni gadget attinenti, per l’edizione speciale, per l’edizione speciale e i gadget, fino, ed eccoci giunti, all’invito per il party di lancio con libro in edizione speciale, autografo, annessi e connessi. Invito per i soli "Unbounders" che hanno scommesso decisamente sul progetto...
In realtà, per Shaun e Letters of Note gli editori hanno esaurito ben presto tutti i livelli di prenotazione e tanti altri che avrebbero voluto esserci sono rimasti fuori. «La realizzazione è stata particolarmente complessa – spiega Usher – perché c’era da chiedere il permesso di pubblicazione delle lettere a tutti gli aventi diritto»: ci sono voluti due anni solo per questo («e più di trenta», mi dice, «non le ho potute rendere pubbliche, per il loro contenuto»). Le lettere sono bellissime: divertenti, originali, commoventi o ironiche; il libro ne presenta 125, di tutti i tipi. A Shaun sono arrivate e arrivano nei modi più disparati. Da collezionisti – c’è chi trova nelle bancarelle cartoline autografe di Jimi Hendrix... –, da musei e archivi (visto il successo, il blog è una ghiotta occasione per poter pubblicizzare i propri tesori), da fonti ufficiali, aziende, scuole, teatri e... da semplici, ignoti, e ora "complici", destinatari: e non sono pochi quelli che hanno ricevuto una missiva cartacea, quando scrivere lettere era un atto quasi normale, da una star del rock (Iggy Pop che risponde a una fan depressa per incoraggiarla a tener duro), da uno scrittore, da un architetto. Ci sono i pezzi di letteratura e di storia altissimi (Gandhi che scrive a Hitler, per dire) e minimi, ma strepitosi, come la prima lettera che viene riprodotta nel libro di Shaun (permesso arrivato dall’alto): un lungo autografo della regina Elisabetta che, nel 1960, si ricorda di mandare al presidente americano Eisenhower la ricetta dei pasticcini... e lo fa per davvero. Per lettera, come una casalinga qualsiasi! E poi Elvis che scrive a Nixon, Charles Schulz a una piccola lettrice, Groucho Marx a Woody Allen: insomma un catalogo di delizie. Tanto che il progetto diventa appetibile anche per gli editori "normali". L’edizione trade, che ha già fatto, nella prima settimana di uscita, il tutto esaurito su Amazon e va a ruba nelle librerie "fisiche" è uscita per Canongate, che ha siglato un apposito accordo di collaborazione con Unbound, a partire da questo progetto (ma l’edizione Unbound è obiettivamente più bella). Shaun, intanto, si gode il successo e pensa ai prossimi libri. In lavorazione ce n’è uno sulle liste e uno sulle carte da lettera, figli di altri due suoi blog. Piccolo effetto collaterale. Grazie alla sua idea, alle vendite, al tour per le librerie inglesi, ai miei soldi, e, sono sicuro, da domani anche ai vostri, Shaun ha trovato una certa soddisfazione economica alla sua passione e alla sua idea. Il nostro film può ripartire da qui. «E con i soldi cosa farai?» gli chiedo. Sorride. «Non sono molti. Ma ora ho preso anche a collezionarle le lettere di carta, reali. Ne ho comprato proprio ieri all’asta una, bellissima, di Stanley Kubrick. Ho speso molto di più di quello che hai investito tu sul mio libro».
Non ne dubito. Ma il meccanismo, in fondo, è questo. Non so se sia un modello di business estensibile su vasta scala, e tenderei anzi a scartare l’idea, ma in certi casi di eccellenza, c’è chi è disposto a pagare perché uno coltivi le sue passioni e le sue competenze, se sono ad alto livello, e purché gliene ritorni qualcosa (succedeva già ai tempi della sottoscrizione per l’Audubon e il suo eccezionale Birds of America): in forma di notizie, di un ascolto di musica di qualità (articolo a fianco), di piacere di lettura in un libro o, magari, anche solo di un gin tonic in compagnia dell’autore. A volte è un gioco in cui vincono tutti. Perché non partecipare?