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 2013  dicembre 01 Domenica calendario

E LA TREGUA COMINCIA CON UNA TELEFONATA A BB


Meno poteri ma più anni di potere. L’amministratore delegato del club più tormentato al mondo da oggi è un amministratore delegato dimezzato. Ma è anche un amministratore delegato confermato con un accordo pluriennale. Per lo meno questa è la promessa fatta da Silvio Berlusconi venerdì sera ad Arcore quando ha ricevuto a Villa San Martino Adriano Galliani, determinato a presentare le dimissioni per giusta causa entro la fine dell’anno.
Il vicepresidente milanista (per la cui buonuscita il Milan si sarebbe dovuto impegnare all’esborso della cifra di 35 milioni di euro netti) è stato indotto dal Cavaliere a più miti consigli. A Berlusconi non sono piaciute le pubbliche esternazioni dell’amico di vecchia data, dichiarazioni che hanno destabilizzato l’ambiente rossonero (ma del resto non aveva apprezzato nemmeno il pronunciamento via Ansa della figlia Barbara). Il Cavaliere, nel corso delle 4 ore di colloquio («ma abbiamo parlato soprattutto di politica» ha precisato Galliani), alla presenza di Bruno Ermolli, il manager di Fininvest incaricato di trattare la liquidazione dell’ad rossonero, ha provato a mediare fra le esigenze del fedele dirigente a cui è legato da 34 anni di sodalizio professionale e le ambizioni della figlia Barbara che sta lavorando a un processo di ristrutturazione e rinnovamento della società. Se la principale accusa che Barbara muoveva alla gestione ultraventennale di Galliani era l’accentramento di tutti i poteri nelle mani di una sola persona, Berlusconi per il bene del Milan e per favorire la coesistenza di due figure finora incompatibili ha distribuito le deleghe. L’ad ha accettato di perdere la carica di direttore commerciale (sarà necessario un cda straordinario per ratificare la decisione) dietro il giuramento di poter rimanere al Milan occupandosi dell’aspetto sportivo per tanti anni ancora. «Per me l’accordo è esecutivo da oggi» ha annunciato il vicepresidente rossonero. «Ho ricevuto tante offerte, ma non vado più da nessuna parte. Finirò di lavorare qui perché il Milan è la mia grande passione. Io sono innamorato del Milan» ha aggiunto Galliani per il quale Silvio Berlusconi continua a essere il punto di riferimento di tutta la sua vita professionale. Ecco perché prima di imbarcarsi per Catania, due ore dopo l’annuncio del Cavaliere («tutti restano al loro posto e il Milan prosegue all’insegna dell’unità di intenti») ha dichiarato: «Le parole del presidente sono sacre per quanto mi riguarda da 34 anni, ancor prima di quando iniziassi a lavorare per il Milan. Non devo confermare le parole del presidente, le parole del presidente non si commentano».
Dopo la guerra senza esclusione di colpi dell’ultimo mese, Galliani è consapevole che sarà necessario compiere, anche a livello di atteggiamenti, dei passi indietro. Non è un caso che alle 9 della sera abbia chiamato Barbara per prometterle collaborazione nei mesi a venire. «Perché questo è quello che vuole Silvio Berlusconi». Poi con un bicchiere di Nero d’Avola ha brindato con Nino Pulvirenti e Pablo Cosentino, ovvero lo stato maggiore del Catania, al nuovo corso del Milan.
Monica Colombo