Francesca Pizzolante, Il Tempo 1/12/2013, 1 dicembre 2013
IN UN ANNO 62MILA RICHIESTE DI AIUTO
La nuova Roma: in fila per un pasto caldo. Gli italiani superano gli stranieri. I nuovi poveri sono gli insospettabili. Uomini in giacca e cravatta che nella pausa pranzo preferiscono le mense Caritas alle tradizionali tavole calde. E non perché il menù sia più raffinato, semplicemente perché anche un tramezzino e una bibita inizia a pesare sul bilancio famigliare; ancor di più se si tratta di padri separati o divorziati che con un unico stipendio, e senza il paracadute di una famiglia che possa dare una mano, devono far quadrare i conti, che il più delle volte non tornano. Aumentano i disoccupati, i cassaintegrati che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese. Mai come in questo anno di crisi il detto dalle «stelle alle stalle» ha avuto più significato per questi ex professionisti, ex capi d’azienda (magari piccola), artigiani che nel giro di pochi anni si sono trovati sprofondati nella miseria. Abbiamo fatto un viaggio fra i numeri della Caritas di Roma, fra le diverse strutture della Capitale dove in un anno 62 mila persone si sono recate per chiedere aiuto. Di questi circa 15.000 nei 200 Centri d’ascolto parrocchiali, 7.980 nel Centro di Ascolto per italiani alla Stazione Termini, 22.181 nel Centro di Ascolto Stranieri di Via delle Zoccolette e 16.776 ad Ostia, dove numerosi sono i cittadini rom.
Se le mense sono prevalentemente popolate da uomini, tra le persone che si sono rivolte ai Centri di Ascolto possiamo dire che si tratta di donne in sette casi su dieci, che la richiesta di aiuto riguarda l’intero nucleo familiare (quindi anche i figli) in tre casi su dieci, che si tratta di stranieri in sei casi su dieci. Tra le richieste, quelle più frequenti sono aiuti alimentari e consigli o sostegno per la ricerca del lavoro. Tra gli stranieri (dove il 14% irregolare in Italia) numerosi chiedono aiuto per il disbrigo di pratiche burocratiche (ricongiungimento familiare, contratti di lavoro, residenza, richiesta di protezione). Tutti i numeri di quest’indagine sono forniti da Caritas Roma che ci ha aiutato a tingere il quadro della nuove povertà. Numeri da capogiro appunto. Come quelli delle mense Don Luigi Di Liegro e i suoi 95.800 pasti erogati, oppure la mensa Giovanni Paolo II con circa 174.500 piatti caldi serviti in un anno; 55.000 invece quelli della mensa di Ostia ed infine la mensa Casa Santa Giacinta con 42.000 ranci; 7.118 i pasti serviti a domicilio. Anche qui, tante sono le parrocchie dove sono attive mense sociali o dove operano volontari per la distribuzione di pasti caldi per senza dimora che si incontrano soprattutto la sera in prossimità delle principali stazioni ferroviarie.
Spopolano anche gli empori della solidarietà. Grandi centri dove confluiscono i prodotti frutto delle diverse raccolte alimentari promosse da Caritas nei diversi supermercati. Dalla relazione di Caritas Roma emerge che nel 2012 le famiglie che hanno usufruito dell’emporio e alle quali è stata rilasciata la tessera sono state 1.050 (3.805 componenti) e di queste 318 assegnate a famiglie con almeno un minore di 2 anni (tessera neonato per l’accesso ai prodotti per l’infanzia). Il 56% delle tessere è rilasciato ad italiani. In tempo di crisi si tagliano diversi capitoli del bilancio familiare, fra questi anche la sanità. Sono molti infatti che decidono di rivolgersi a Caritas per ottenere cure sanitarie. Sono oltre 2.900 i pazienti visitati per la prima volta presso il Poliambulatorio della Caritas alla stazione Termini e quasi 6.000 i pazienti totali.
Francesca Pizzolante