Lauretta Colonnelli, Corriere della Sera 01/12/2013, 1 dicembre 2013
SANTI E DANNATI. MODELLI CERCATI NEI BAGNI TURCHI
Ai 500 anni della Cappella Sistina, celebrati nel 2012, Alberto Angela dedica un volume realizzato in collaborazione con i Musei Vaticani. Il Viaggio nella Cappella Sistina (introduzione di Antonio Paolucci) è in libreria per Rizzoli a ‘ 19,90 e, nelle aree di Milano e di Roma e provincia, in edicola con il «Corriere della Sera» al prezzo speciale di ‘ 16,90. Dove trovò Michelangelo i modelli per santi, beati e dannati ritratti nel Giudizio ‘ Nelle stufe, bagni turchi promiscui e simili a bordelli, dove si praticavano anche trattamenti estetici e salassi con le sanguisughe. Ogni stufa aveva più stanze, riscaldate a secco o a vapore. C’erano poi gli spogliatoi, le stanze per i massaggi e quelle appartate per gli incontri promiscui, dove veniva praticata la prostituzione maschile e femminile. Andare a cercarsi i modelli nelle stufe era una pratica comune tra gli artisti dell’epoca. Gli stessi modelli li ritroviamo in diverse opere, a partire da Leonardo fino a Bronzino e a Vasari. Anche se i dipinti dove comparivano erano giudicati roba da chiasso , ovvero indecenti, la fisicità era considerata dagli artisti un ideale da sublimare nell’opera. In mezzo a questa folla di volti anonimi Michelangelo aggiunse alcuni personaggi noti, con i quali aveva un conto in sospeso. Come Biagio da Cesena, cerimoniere di Paolo III, che aveva criticato il Giudizio definendolo adatto più a un bagno termale che a una cappella, e Pietro Aretino, che aveva condannato l’affresco per i troppi nudi. Michelangelo raffigurò il primo nelle sembianze di Minosse, con le orecchie d’asino e un serpente che gli addenta i genitali. E il secondo nella faccia di San Bartolomeo, che secondo la tradizione venne scorticato. Michelangelo allude al fatto che l’Aretino l’aveva come spellato vivo. (l.col. )