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 2013  dicembre 01 Domenica calendario

GLI APOTI


Ogni tanto qualche impiegato o ex impiegato di Berlusconi - tipo Pigi Battista, che andò a vicedirigere Panorama quando l’editore era già un leader politico e poi tentò di sostituire l’epurato Enzo Biagi su Rai1 con i risultati a tutti noti - annuncia la fine del berlusconismo, e dunque dell’antiberlusconismo, e dunque del Fatto . Questi buontemponi passano la vita a incensare i governi, non importa il colore, e a bastonare le opposizioni senza accorgersi che la stampa libera fa esattamente l’opposto. Dunque pensano che un giornale libero possa nascere al solo scopo di combattere B. e debba morire con B. Il Fatto , come i nostri lettori ben sanno, è sorto con una missione un po’ più ambiziosa: dare le notizie che gli altri non danno. E gli altri, seguitando a non darle, lavorano per noi, del che li ringraziamo di cuore. Ora, per esempio, dopo aver molto laudato le larghe intese dei governi Monti e Letta con B., si dannano l’anima a magnificare il governo Letta senza B.. E a bastonare B. non perchè è B., ma perché non sta più al governo. L’impresa è titanica ma, siccome affratella il 99 per cento della cosiddetta informazione, rischia persino di riuscire. Noi rappresentiamo quell’1 per cento di Apoti che non la bevono. Il berlusconismo è un male in sé, con Berlusconi, ma anche senza. Anzi, il berlusconismo senza Berlusconi è ancor più insidioso, perché si camuffa meglio, e si fa scudo del presunto merito di aver allontanato Berlusconi. In realtà Berlusconi non l’ha allontanato nessuno: se n’è andato lui quando ha capito che chi gli aveva garantito l’unica cosa che gli interessi, il salvacondotto, non voleva o non poteva mantenere la promessa. Ed è pronto a tornare per darselo da solo, il salvacondotto, se l’ennesimo governo delle tasse e delle banche lo resusciterà dall’avello: Monti docet. Il berlusconismo è illegalità sbandierata e rivendicata, allergia alla Costituzione e ai poteri di controllo, guerra alla giustizia, conflitto d’interessi, commistione tra affari e politica. Possiamo dire che questo micidiale cocktail di cinque ingredienti il governo Napo-Letta è immune dopo la decadenza di Berlusconi e la sua uscita dalla maggioranza?
1) Illegalità sbandierata: da sette mesi Vincenzo De Luca (Pd renziano) siede abusivamente sulla doppia poltrona di sindaco di Salerno e viceministro delle Infrastrutture, senza contare che ha tanti processi quanti B., e nessuno l’ha sloggiato fino all’intervento dell’Antitrust; ma forse non basterà e bisognerà chiamare Gondrand. 2) Allergia alla Costituzione e ai poteri di controllo: la maggioranza Napo-Letta sta scardinando l’articolo 138 della Carta per poterne scassinare l’intera seconda parte e rafforzare vieppiù il governo a scapito del Parlamento (già da anni ridotto a ente inutile a colpi di decreti e fiducie), e ora insegue B. per ricomprarsi i suoi voti e impedire ai cittadini di votare al referendum finale. 3) Guerra alla giustizia: sull’altare della controriforma costituzionale, i pd Violante e Speranza e gli ncd Alfano, Cicchitto e Lupi vogliono mettere il guinzaglio alla magistratura e il bavaglio alla stampa per reimbarcare Forza Italia e ampliare gli spazi d’impunità dei soliti noti. 4) Conflitto d’interessi: a regolare la materia sono ancora le leggi Gasparri e Frattini, scritte dai prestanome di B., e nessuno parla o pensa di spazzarle via. 5) Commistione affari-politica: dalle fondazioni bancarie alle Asl, da Expo2015 alle aziende municipalizzate alle partecipate dallo Stato, Rai inclusa, i partiti gestiscono direttamente enormi affari; persino la legge-brodino sui fondi ai partiti, annunciata sei mesi fa da Letta jr., è scomparsa dai radar. Su questi temi cruciali, non sul teatrino delle alleanze & decadenze, si misura il tasso di berlusconismo. Al momento, in Parlamento, solo i 5Stelle ne sono immuni. Il Nuovo Centrodestra è uguale al vecchio. E così il Quirinale e Letta jr., sponsor di Alfano & C. Tra una settimana sapremo se lo è anche il Pd di Matteo Renzi, o se magari cambia qualcosa.