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 2013  dicembre 01 Domenica calendario

I CANDIDATI E LA PAURA DELLE PRIMARIE FLOP “SOTTO I DUE MILIONI SARÀ UN INSUCCESSO”


Andrea Ranieri, civatiano, è andato a volantinare a Monteverde vecchio, quartiere bene di Roma, dove si presenterà capolista per Pippo. Volantini rifiutati o commenti: “Questa volta non mi interessa...”. Dai piccoli esempi ai sondaggi, il flop delle primarie del Pd è più di un rischio: è una previsione. I renziani sono in fibrillazione: «Cosa sta facendo il partito? Quando pensa di fare partire la campagna di mobilitazione per l’8 dicembre?». Ettore Rosato, che ha seguito tutta la partita dei listini (cioè dei candidati per l’Assemblea nazionale al seguito dei tre sfidanti), per conto di Areadem, la corrente di Franceschini, che appoggia Renzi, dice che sarà «molto dura questa volta ». Perciò, aggiunge, il partito deve mobilitarsi, «dia un’accelerata sulla campagna di mobilitazione e nessun candidato alla segreteria pensi di vincere - o di perdere meglio - grazie alla scarsa mobilitazione».
Messaggio per Cuperlo. L’ora dei veleni è puntualmente scoccata. I dati di ascolto del confronto a tre - Matteo Renzi, Gianni Cuperlo, Pippo Civati - in tv su Sky di venerdì, non sono confortanti: il 2,7% di share è pochino in assoluto ed è, tra l’altro, la metà di un anno fa (6%), stessa tv, stessa arena di X Factor, anche se la sfida era a cinque (Bersani, Renzi, Vendola, Puppato, Tabacci) e per la premiership. Negli otto giorni che mancano alle primarie dell’Immacolata, nel Pd ci si gioca il tutto per tutto. Se i votanti ai gazebo fossero meno di due milioni sarebbe un insuccesso: Renzi lo confida. Cuperlo è accusato dai renziani di puntare a un voto «controllato» e perciò di avere infarcito i listini nei diversi collegi dei capibastone del partito. L’apparato c’è tutto, da D’Alema capolista a Foggia a Stefano Fassina a Roma, a Franco Marini, Matteo Orfini si è messo nel listino di Salerno in funzione anti De Luca, sindaco passato con Renzi. I cuperliani si scatenano segnalando le loro novità (Gad Lerner a Milano) e indicando le acrobazie in Lombardia dove nei listini di Renzi accanto ai candidati viene segnalata la corrente di appartenenza.
Sospetti, oltre ai veleni. I civatiani sono in allerta dopo avere appreso che il Pd di Napoli ha prenotato per le primarie di domenica prossima 280 mila schede: «Sono potenziali “pacchetti”, come per le tessere?». Renzi si è battuto, e l’ha spuntata, per avere lo stesso numero di seggi delle primarie del 2012, ovvero 8.500. Gianni Principe, nella commissione per il congresso per conto di Civati, ammette che gira l’impressione non si stia cercando di incrementare la partecipazione. Chi usa meno fairplay, accusa esplicitamente Cuperlo e lo stato maggiore del partito ancora in mano ai bersaniani di avere una convenienza a «recintare» il popolo delle primarie: se la gara è tutta interna al partito, il rivale di Renzi risale nei consensi. «I listini di Cuperlo sono pieni di gente della Cgil, così c’è una mobilitazione di un certo tipo e lui se ne avvantaggia», sempre fonte renziana. Sdegnata reazione cuperliana. Lo staff di Gianni segnala il sondaggio, non commissionato, che Michele Di Salvo ha fatto per Cross Media. S’intitola “Istant evalutation” e fotografa quanto hanno vinto ai punti nelle singole domande i tre sfidanti nel confronto tv. Cuperlo è stabilmente secondo sia rispetto a Civati che a Renzi, è risultato più credibile. Civati è stato brillante, ha surclassato gli altri su disoccupazione giovanile, Berlusconi e spending review; Renzi alla domanda sui metodi per non vincere (il tafazzismo della sinistra) è andato benissimo. Tuttavia, sempre secondo i sondaggi, la disaffezione per la politica è tale e tanta da non lasciare speranza. Civati è il più ottimista: «Le energie ci sono - incoraggia - basta non remare contro e ci sarà una buona partecipazione». Il Pd ha stampato circa 4 milioni di schede, sperando negli oltre tre milioni di votanti di un anno fa.