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 2013  dicembre 01 Domenica calendario

MR ITALY SI RIMANGIA L’ANTILEGHISMO (PER SOLDI)


Pochi se la ricorderanno. Ma l’11 febbraio 2013, a poche settimane dalle elezioni Politiche e Regionali, Oscar Farinetti, patron di Eataly, il marchio dell’enogastronomia «buona» e buonista, aveva concesso un’intervista lapidaria al Corriere della Sera. Da sempre non ha mai nascosto le simpatie per il Pd, in particolare per Matteo Renzi, in quelle dichiarazioni però c’era più di una scelta di campo. C’era quasi dell’odio: «Se vincesse la Lega con Maroni, mi verrebbe voglia di dire: non apro più... Anzi, se vincesse Maroni mi verrebbe voglia di fare un mostruoso kebab allo Smeraldo, anziché Eataly». E ancora: «Se vince la Lega sicuramente perme sarà più difficile lavorare a Milano. Perché la mia filosofia di vita è in netto contrasto con la loro». Ebbene, non ci crederete: il 12 febbraio, praticamente un anno esatto dopo questa intervista al veleno, Eataly aprirà un mega spazio a Milano, in piazza XXV aprile all’ex teatro Smeraldo, con tanto di palcoscenico dedicato alla musica rock. Un’operazione che darà lavoro a 300 persone.
E i leghisti brutti, rozzi e cattivi? Maroni non è il presidente della Regione Lombardia da quasi un anno? Cosa ha fatto cambiare opinione a Farinetti? Sempre nella famosa intervista - per spiegare il sostegno all’allora sfidante di Bobo, Umberto Ambrosoli - sosteneva: «Io da mercante, perché questo sono, dovrei farmi i fatti miei e non dire nulla. Dovrei fare il paraculo, per essere più espliciti...». La domanda ora è questa: chi è il «paraculo»?
È proprio vero che c’è solo una cosa che è più vicina all’essere umano dei prodotti a chilometro zero: il portafogli. Quando ci sono di mezzo i soldi le battaglie, i valori, le campagne d’odio - perché, diciamolo, contro la Lega e i suoi elettori il signor Farinetti non è stato molto democratico - vanno a farsi benedire. Perché se volessimo essere cattivi, come mister Eataly lo è stato con chi vota centrodestra, segnaleremmo che la sua società - la Eataly distribuzione - vede come soci al 40% le coop rosse, ovvero soggetti che beneficiano di sgravi fiscali, praticando di fatto una sorta di concorrenza sleale nei confronti delle altre imprese. E se volessimo essere bastardi, spiegheremmo a Farinetti che è stato il suo «compagno» Pisapia, sindaco di Milano, a fargli ritardare di mesi, causa permessi infiniti, l’apertura dello store in piazza XXV aprile. Ma se fossimo degli infami racconteremmo che è stato proprio Maroni a introdurre una legge regionale per tutelare i cibi a chilometro zero in ogni punto vendita lombardo. Se lo fanno i leghisti però è pericoloso...