Maria Latella, il Messaggero 1/12/2013, 1 dicembre 2013
ARMISTIZIO AL MILAN GALLIANI E BARBARA INSIEME AL COMANDO
Una poltrona per due. Anzi, una poltrona sdoppiata. Con una decisione che un poco evoca Salomone (col Milan diviso a metà come sarebbe toccato all’infante della Bibbia se la vera madre non l’avesse impedito), Silvio Berlusconi tampona il caso innescato dall’annuncio delle dimissioni di Adriano Galliani.
La squadra avrà due amministratori delegati: lo stesso Galliani per il settore sportivo e Barbara Berlusconi per tutti gli altri, dal commerciale al sociale. Poi, ad aprile, Galliani uscirà di scena e il Milan potrà contare su un assetto più stabile. Perché è chiaro che l’attuale resta, con tutta evidenza, precario benché con un cambiamento sostanziale: se prima c’era un amministratore delegato, ora ce ne sono due.
DOPPIA CHIAVE DI LETTURA
Anche la vicenda offre due chiavi di lettura, un po’ come tutto sembra dividersi e sdoppiarsi in una Italia che, incapace di scegliere una strada, salomonicamente tende a farne due. Le chiavi di lettura sono, naturalmente, quella legata al mondo del pallone e quella collegata al mondo Berlusconi. Quest’ultima è naturalmente la più avvincente. Intanto perché lo scontro è avvenuto tra due berlusconiani, l’amico di trent’anni e la figlia non ancora trentenne. Poi perché in tutte le Dinasty che si rispettano la presenza di una donna calamita tutte le attenzioni: è successo quando al centro di un complicato intreccio c’era l’ottuagenaria Liliane Bettancourt di L’Oreal, figuriamoci quando, come nel caso di Barbara, la donna è giovane, bella e non particolarmente remissiva. Per concentrarci sullo scontro tra l’amico di una vita e la figlia. Raccontano che Silvio Berlusconi abbia considerato alquanto intempestivo l’annuncio di Galliani. «Ma come - ha pensato e detto il Cavaliere - Adriano sceglie lo show down proprio nel giorno in cui i giudici mi contestano un nuovo reato?» (la corruzione per il processo Ruby 2 ndr). Raccontano che, a parte il comunicato distensivo nel quale Berlusconi assicura che sul Milan è tornato il sereno, tra Galliani e il Cavaliere il sereno non è del tutto tornato. Venerdì sera la discussione tra i due è andata avanti fino a tarda notte, e si sarà parlato di soldi (quelli che Galliani si attende «dopo ventisette anni di successi» ricorda) e quelli che in casa Berlusconi tutti considerano una richiesta fuori mercato. Tutti, si intende, pur nelle differenti sfumature: perché per Marina e Piersilvio sarebbe stato meglio che il caso non scoppiasse.
ANDIRIVIENI
Andato via Galliani nella notte, ad Arcore a metà mattina è arrivata Barbara. Con una certezza da comunicare a suo padre: «Quel che deciderai, a me andrà bene». Nel mezzo, le considerazioni più diverse e tra queste non mancavano quelle di chi notava come Galliani avesse attaccato «a mezzo stampa», cosa massimamente detestata dai berlusconiani di rito ortodosso, sempre molto critici se a parlare, in passato, erano Veronica o la stessa Barbara.
TRA PRANZO E TÈ
Dall’ora di pranzo all’ora del tè, Berlusconi non ha lasciato trapelare le sue intenzioni, diviso tra la tentazione di pensare ai casi giudiziari suoi e l’obbligo di risolvere una grana esplosiva. Esplosiva proprio per i due contendenti e per la possibilità che la narrazione della Dinasty berlusconiana, il feuilleton a puntate che si alimenta di tensioni vere e presunte tra figli di primo e secondo letto, tensioni interne alla corte, tensioni politiche, andasse ad arricchirsi di un nuovo capitolo. Da quando Barbara viene considerata dai media la potenziale competitor di Matteo Renzi, perché è giovane, glamourous, e con una parlantina capace di tenere testa al velocissimo sindaco di Firenze, da quando il partito personale sembra obbligato a perpetuarsi per via familiare, Barbara, così come la sorella Marina, è diventata oggetto di speciale attenzione, di un genere diverso rispetto a prima. Suo padre lo sa e così, a fine pomeriggio, è arrivato il comunicato sui due amministratori delegati del Milan. Una soluzione tampone, in attesa che la trattativa economica di Galliani avanzi con reciproco gradimento delle parti. Quello che è stato per ventisette anni l’amministratore unico del Milan da oggi non lo è più e, liquidazione a parte, dal presente si attende soprattutto un’uscita di scena con onore. Sulla scena, (del Milan, almeno per ora) resterà Barbara. Ieri sera, lei ha telefonato a lui. Un colloquio lungo e, a quanto pare, tutt’altro che formale. Se convivenza dovrà esserci, nei prossimi mesi, né a Barbara né a Galliani conviene un surplus di tensione. Quanto al resto, si vedrà. Nelle Dinasty di famiglie con molte aziende ma anche con molte incognite giudiziarie, non tutto è prevedibile.
Maria Latella