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 2013  dicembre 01 Domenica calendario

MALERBA, GIOCOLIERE DELLA PAROLA


IL RITRATTO
Ultimissime dal pianeta Malerba. I suoi testi brevi e aforistici. Le nuove acquisizioni bibliografiche. Un premio letterario in suo nome. A cinque anni dalla scomparsa dello scrittore sono molti i testi e le pubblicazioni che lo ricordano. In primo luogo c’è una deliziosa plaquette, I neologissimi (I Quaderni dell’Oplepo, con prefazione di Ermanno Cavazzoni: ne anticipiamo alcuni brai), che furono pubblicati, tra il 1977 e il 1978 su alcune riviste e presenti in romanzi, come Il Pataffio.
Dal gusto per il paradosso all’impegno civile all’opzione decisiva per la comicità, alla fascinazione per la lingua: c’è tutto, condensato e stravolto, nei sessantacinque lemmi del vocabolario malerbiano che, nella forma della “brevitas”, raggiunge una lapidaria secchezza. Un’ulteriore acquisizione di stile, una risorsa espressiva organizzata sui toni e registri insieme leggeri e spietati dei ”neologissimi” di uno scrittore che conosce le insidie celate in ogni parola.
«Stai attento perché molte parole sono sdrucciole, viscide come anguille, salterine come cavallette, sono di un’astuzia diabolica e non cadono in trappola tanto facilmente»: così scriveva nel Serpente.

LUOGO COMUNE
Il suo sguardo affilato penetra e dissoda, come un insetto nella teca infilza i protocolli del luogo comune ovunque appaia, con la satira che la passione di chi vive in un paese depredato da politicanti corrotti mescola a uno sdegno non sempre illuminato da lampi di umorismo: «Sono bugiardi i grandi evasori fiscali e i ministri nel momento in cui mentiscono per nascondere le loro malefatte».
Malerba vuole vedere il lato ridicolo delle cose, essere in grado di capovolgere l’ottica usuale; rifiutarsi ai conformismi quotidiani è uno degli esercizi più salutari per difendersi dalla banalità.
Il non-sense e il paradosso sono per lui i due strumenti più facili da utilizzare e anche i più divertenti per interpretare la realtà.
C’è, poi, il discorso delle acquisizioni bibliografiche. Alle molteplici facce dello scrittore, si deve aggiungere la sua forte passione per la fisica, testimoniata anche dai “neologissimi”. Ne ha scritto un fisico sperimentale del CERN, Giuseppe Organtini che ha tra l’altro esaminato uno dei primi testi malerbiani, Il serpente. Come un collezionista, anche uno scienziato non si accontenta mai delle prove accumulate in favore di una teoria. Cerca sempre il modo di smentire la teoria. Se giunge al punto in cui non c’è più nulla da capire, la scienza è finita. E c’è anche fresco di stampa la monografia, con un’utile antologia, Lo scrittore Indignato di Rossella di Palma (Stilo).

L’ITINERARIO
Un itinerario attraverso distinti nodi tematici: lo sperimentalismo, col quale Malerba ha messo in discussione le tradizionali forme del romanzo; l’erotismo, con la centralità ossessivamente assegnata al corpo e al sesso, come metafore della conflittualità dei rapporti interpersonali e del vuoto di una civiltà; la politica, che vibra nelle ricostruzioni del Pianeta azzurro e delle Maschere, con allusioni a trame occulte, a stragismo, a servizi segreti e massoneria deviata.

LA PUBBLICITÀ
Infine il Premio Malerba che vuole ricordare la vastità degli interessi dello scrittore e sceneggiatore che si dedicò anche alla pubblicità coniando slogan per le caramelle Dufour, la birra Becks e il Cognac Polignac, la pasticca del Re Sole con Fred Buscaglione.
Ieri si è conclusa a Berceto, in provincia di Parma, la quarta edizione del premio, dedicata quest’anno alla letteratura.
La giuria, presieduta da Anna Malerba, ha scelto i racconti Fiale delle trentatreenne Elena Rui padovana d’origine e parigina di adozione che nella vita fa la traduttrice. Il libro sarà ora pubblicato dall’editrice MUP.
Per la giuria, Fiale è l’opera inedita di un’autrice che riesce a «padroneggiare con abilità gli strumenti della scrittura» e a «incatenare il lettore» grazie a una trama intessuta di quei «piccoli equivoci» che nello sviluppo della storia “spiazzano” il protagonista, lo mettono di fronte a una scelta e ne determinano l’esistenza.
Renato Minore