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 2013  dicembre 01 Domenica calendario

NELLA DYNASTY DI ARCORE FRATELLI PRONTI ALLO SCONTRO


Lo sai Adriano, sono ragazze...». Silvio Berlusconi rabbonisce Galliani per il comportamento di Barbara rottamatrice in maglia rossonera. E se riesce a farsi fare un mezzo sorriso dal suo amico e vice al Milan, non è così facile recuperare in casa, con i figli di primo letto, soprattutto con Marina che vede nell’attacco della sorellastra a Galliani (a lei vicinissimo) l’inizio delle ostilità per la presa del potere. E così il monopoli di Arcore entra nel vivo, con i figli «Lario» che usano Barbara come ariete per scardinare lo strapotere in mano a Marina e Piersilvio, rispettivamente signora Mondadori e signor Mediaset. In mezzo papà Silvio che, come si dice a Roma, non sa a chi dare i resti. Resti cospicui, miliardari, che lui vorrebbe dividere equamente per «letti» e non per «teste». Ossia il cinquanta per cento del regno (Mediaset, Mediolanum, Mondadori, Milan e una collezione di proprietà dalla Brianza ai Caraibi passando per la Costa Smeralda) ai due figli del primo matrimonio e il cinquanta per cento ai figli delle seconde nozze. Per adesso ha girato a tutti e cinque i figli una partecipazione identica (7,65 per cento) di Fininvest. Marina e Silvio rivendicano il lavoro fatto nelle aziende, gli altri tre la loro superiorità numerica e la legittima. Silvio-Salomone vorrebbe un accordo tra tutti. Mission impossibile che si combatte su più fronti, primo fra tutti quello del divorzio da Veronica Lario che come una chioccia dotata di artigli combatte per la sua prole. Al momento della sentenza di divorzio perderà i diritti successori ma fino ad allora il suo «peso» ereditario mette in seria crisi Marina e Piersilvio a cui un giorno i fratellastri potrebbero richiedere le poltrone che occupano.
Certamente Barbara è interessata a quella di Marina in Mondadori. Lo aveva detto dopo la laurea - «mi piacerebbe lavorarci» - ottenendo così il posto di consigliere delegato al Milan. Un confino da cui Barbara adesso vuole uscire con onore. «Non sono stata messa li a fare la bella statuina», direbbe agli amici per spiegare il suo impegno nello scardinare i vecchi equilibri. E se adesso spiega di «aver fatto un passo indietro per la serenità del padre», nello stesso tempo ha premuto fino allo sfinimento perchè lui diramasse un comunicato in cui fosse chiaro il futuro del Milan con la sua firma.
Tempi duri per papà Silvio che all’altro orecchio ha avuto la figlia Marina dalla parte di Galliani. Il risultato è stato «una poltrona da ad per due». Barbara promossa, Galliani contenuto.
Esperti di comunicazione dietro le Berlusconi girls. Alfonso Signorini per Marina e Massimo Zennaro per Barbara. Ricordate Zennaro? Era il portavoce della Gelmini ministro fino a quello sciagurato comunicato con i complimenti ai ricercatori per l’esperimento sui neutrini e il contributo italiano alla costruzione del tunnel che non c’è, «tra il Cern e i laboratori del Gran Sasso». E così sul tabellone del Monopoli di famiglia sembra vedere due pedine in età da pensione, i vecchi amici Adriano e Silvio, mossi da due giovani donne ambiziose. Sullo sfondo Piersilvio che da sempre si affida alla sorella. E anche Luigi ed Eleonora. Lui, bocconiano, a farsi le ossa a Mediolanum con poca passione per il calcio (sarà perchè la scuola steineriana che ha frequentato vietava tv e videogiochi?). Lei, laurea americana in tasca, coinvolta dalla sorella Barbara nella Fondazione Milan, più vicina a temi sociali e spirituali che al business. Quel che pare certo è che alla politica nessuno è veramente interessato, considerandola un’impresa fallimentare di questi tempi. E anche Marina, che in molti hanno tirato per la giacchetta dei suoi tailleur austeri, ha più volte detto «No». Per non lasciare libero il campo in Mondadori. L’operazione Galliani per BB non è che un’esercitazione. La Dinasty è appena cominciata.