Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Il Fisco, come fa periodicamente, torna a informarci sull’evasione recuperata, l’attività della GdF, gli obiettivi futuri eccetera. Quello che ci ha fatto sapere col comunicato di ieri è che nel corso del 2013 12 mila persone sono state accusate per reati fiscali, sono stati individuati ottomila evasori totali e scoperti 27 mila lavoratori in nero. Euro sequestrati: 4,6 miliardi. Ricavi non dichiarati e costi non deducibili nascosti all’estero: 15,1 miliardi. Nel dettaglio: nell’anno appena concluso sono stati denunciati 12.726 responsabili di frodi e reati fiscali, di cui 202 arrestati, principalmente per aver utilizzato o emesso fatture false (5.776 violazioni), per non aver versato l’Iva (534 casi), per aver omesso di presentare la dichiarazione dei redditi (2.903 violazioni) o per aver distrutto/occultato la contabilità (1.967 casi).
• Cos’è quest’aria scettica mentre ci dà queste informazioni?
Prima di cominciare a discutere devo anche farle sapere che Equitalia ha annunciato la partenza dell’“operazione sanatoria”. Se uno si mette a posto entro il 28 febbraio sulle cartelle contestate (contestate entro lo scorso 31 ottobre), il bollo della macchina evaso e le multe prese al volante, non pagherà né mora né sanzioni. Quelli di Equitalia fanno sapere che finora hanno aderito ben 200 contribuenti, cifra che a loro pare molto consistente. Giurano che, man mano che ci si avvicinerà alla scadenza, l’esercito dei buoni cittadini pentiti aumenterà a dismisura.
• Lei continua ad avere, su tutta la faccenda, un tono che non mi piace.
È che sono numeri - mi riferisco all’inizio di questo articolo - impossibili da valutare. I 60 miliardi scoperti nel 2013 si riferiscono a quante annualità fiscali? Sappiamo che l’anno scorso la meritoria azione della Guardia di Finanza s’è concentrata sul 2009. Ma non posso credere che i 60 miliardi siano tutti del 2009: scoperto il furbo signor Rossi per quello che ha combinato nell’anno 2009, sarà poi risultato chiaro che anche nel 2008, 2007, 2006... Cioè: secondo la media delle stime più accreditate l’evasione ci costa 150 miliardi l’anno. Possiamo affermare che la caccia ai cattivi dell’anno 2013 ha fatto abbassare questo numero, relativamente al 2009, a 90 miliardi? Altra questione: sappiamo già che una parte minima di questa montagna di denaro verrà poi effettivamente recuperata, e ci vorranno anni, perché il contribuente - giustamente - se ha una minima chance resiste e acchiapparlo sul serio è dura (uno su due la sfanga). Ma quanta parte di questo fisco evaso è in realtà irrecuperabile in assoluto? Perché quando un’azienda è in difficoltà per prima cosa non paga l’Iva, poi lascia stare i contributi, quindi l’Irpeg che adesso si chiama Ires, le rimesse ai fornitori rallentano fino a fermarsi e infine c’è il salto degli stipendi e il fallimento. E, al momento del fallimento, come le può confermare qualunque curatore, il creditore che fa meno paura di tutti è proprio il Fisco. Il quale in genere dalle procedure recupera zero. Quindi, per felicitarmi sui 60 miliardi e sul resto dovrei avere altre informazioni, che non ho. Quindi la prendo alla leggera.
• Ma scusi, lei è ingiusto: hanno beccato proprio adesso quella signora che aveva 1.200 appartamenti, residenza a Montecarlo, un paio di miliardi di tasse evase...
È il caso più clamoroso degli ultimi sette giorni, del quale ci saremmo dovuti occupare a fondo se le Avventure di Matteo Renzi non ci avessero costretto a tener gli occhi fissi sulla politica. Beh, la storia della Angiola Armellini, figlia del palazzinaro romano Renato Armellini, è esemplare del fatto che gli evasori esistono perché lo Stato vuole che esistano. La storia completa l’ha raccontata ieri Gian Antonio Stella sul “Corriere della Sera” citando il Codacons: la signora, evasore e figlia di evasori, era già stata beccata nel 1988 (350 miliardi evasi), poi ancora nel 1996 (bancarotta fraudolenta, 200 miliardi). Ma nel 1996 se la cavò grazie all’amnistia, a cui le diede accesso la VII sezione del Tribunale di Roma. Sulla faccenda del 1988, fu concesso invece a tutta la famiglia un condono da dieci miliardi rateizzato, ma le rate non furono pagate perché nessun ufficio fiscale aveva inviato un avviso di accertamento e nessun giudice aveva recapitato un decreto di citazione. Lei pensa che si sia trattato di distrazione? Io penso di no.
• Però ora c’è Serpico, l’aria è cambiata...
Non troppo. Il Fisco, stabilita la lista dei cittadini sospetti attraverso l’incrocio di tutti i dati disponibili, è autorizzato a procedere solo contro i 35 mila che stanno peggio.
• 35 mila su quanti?
Secondo Attilio Befera, direttore generale dell’Agenzia delle Entrate, le famiglie i cui conti non tornano sono 4,3 milioni. Se i 35 mila fossero famiglie (e sono invece individui) la percentuale sotto attacco equivarrebbe allo 0,4% del totale...
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