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 2014  gennaio 24 Venerdì calendario

TRIFUOGGI, L’ULTIMA TOGA IN POLITICA: «IL FUORIONDA CON FINI? SI FIDAVA DI ME»


ROMA — Nicola Trifuoggi dice di sentirsi perfettamente a suo agio nella poltrona di vicesindaco dell’Aquila, con Massimo Cialente. Il sindaco dopo gli arresti di parte della sua giunta si è prima dimesso e poi ha ritirato le dimissioni, chiamando al suo fianco Trifuoggi, ex-magistrato in pensione.
Nessun imbarazzo, Trifuoggi? Le inchieste della Procura dell’Aquila hanno decapitato la giunta della città...
«Quelle inchieste sono episodi singoli e circoscritti che risalgono al 2009 quando il Comune dell’Aquila non era coinvolto nella ricostruzione del terremoto».
Veramente è stato arrestato il vicesindaco e lei infatti ne ha preso il posto...
«Ma io non provo imbarazzo. Lo proverei se..».
Se?
«Se dovessero arrestare il sindaco Cialente. Ma io escludo questa possibilità».
Prima che la chiamasse Cialente lei si era già accostato alla politica, aveva appoggiato la candidatura dell’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso...
«Invenzioni dei giornali».
Lei non era andato ad un convegno con D’Alfonso che ha quattro processi a suo carico, due proprio dalla Procura di Pescara guidata da lei all’epoca dei processi?
«A quel convegno c’era anche Flavio Tosi e il questore di Milano e si parlava dei limiti dell’azione politica di fronte alla norma. I processi di D’Alfonso sono problemi suoi e non miei. E poi che potere avrei io per appoggiare qualcuno? Non conosco nessuno fra i politici».
Nemmeno Gianfranco Fini? È rimasta famosa la chiacchierata fra lei e l’ex presidente della Camera...
«Ah, quel fuori onda: era la prima volta che vedevo Gianfranco Fini di persona».
Ma Fini quella volta si rivolgeva a lei con una grande confidenza..
«Evidentemente si fidava di me. Ma era la prima volta che lo vedevo».
Non conosce politici, dice, e allora come è finito nella giunta di Massimo Cialente?
«Cialente lo conosco. Ho una conoscenza e una stima personale per lui e per gli altri esponenti politici aquilani. Ho accettato per lui, non per il Pd».
Eppure la giunta dell’Aquila è del Pd e lei come capo della Procura di Pescara è passato alla ribalta delle cronache per aver ribaltato la giunta regionale di Ottaviano Del Turco, del Pd appunto.
«Quello riguarda un altro capitolo della mia storia del quale non mi voglio più occupare. Non sono di quei soggetti che si innamorano di una vicenda. Il processo Del Turco adesso è nelle mani dei giudici d’appello dell’Aquila. Non mi riguarda più».
Ci sono state molte polemiche su quel processo: si diceva che non c’erano prove...
«Di quel processo c’è che il Tribunale di Pescara ha condannato a nove anni e mezzo di carcere Ottaviano Del Turco. Un tribunale non condanna se non ha le prove».