Andrea Di Biase, Milano Finanza 24/1/2014, 24 gennaio 2014
SERIE A, DELOITTE CERTIFICA LA CRISI
Manchester, 28 maggio 2003, il Milan vinceva la sua sesta Coppa dei Campioni battendo ai rigori la Juventus, dopo aver superato in una combattutissima semifinale l’Inter di Massimo Moratti. Sono passati solo dieci anni, ma sembra un secolo fa. E non solo dal punto di vista sportivo. Se allora, infatti, l’Italia era riuscita a portare ben tre squadre in semifinale di Champions League, i club della Serie A primeggiavano anche nella Football Money League, la classifica stilata da Deloitte relativa ai ricavi delle principali società calcistiche europee. Nella stagione 2002/2003 Juventus e Milan figuravano infatti al secondo e al terzo posto della graduatoria dei club più ricchi d’Europa, con l’Inter al sesto posto ma attaccatissimo al Bayern Monaco quinto.
E oggi? Secondo le rilevazioni di Deloitte, relative esclusivamente ai ricavi caratteristici (diritti tv, attività commerciali e stadio) e senza tenere conto delle plusvalenze del calciomercato, nella top 10 figurano solo due club italiani, ma staccati ampiamente dalle posizioni di vertice, dove primeggiano le spagnole Real Madrid e Barcellona (quest’ultima era addirittura fuori dalle prime 10 nel 2002/2003), i campioni d’Europa del Bayern Monaco e una macchina da soldi planetaria quale il Manchester United. Tutti club che non a caso figurano anche al vertice del ranking Uefa. E non è solo colpa degli sceicchi, che aggirando i vincoli del fair play finanziario sono riusciti a gonfiare, a suon di sponsorizzazioni con parti correlate, i ricavi di Psg (5°) e Manchester City (6°), se le italiane hanno perso quota. La scelta di puntare molto sulle entrate legate alla commercializzazione dei diritti televisivi (che dipendono fortemente dalla qualificazione alla Champions), trascurando per anni lo sviluppo delle attività commerciali e dei ricavi legati allo stadio (la Juve è stata apripista in Italia, ma solo di recente), si è rivelata miope e si è tradotta in una progressiva emarginazione dei club italiani dal circolo del calcio europeo che conta. Se questo si aggiunge il fatto che il fair play finanziario non consentirà più ai club di finanziarsi con il rosso di bilancio (Psg e City, paradossalmente hanno i conti in utile) il rischio che questa situazione si protragga nel tempo è alto. La sfida è slegare la crescita dei ricavi dalla qualificazione alla Champions. Il presidente della Juve, Andrea Agnelli, punta a raggiungere questo obiettivo in tre anni. La speranza è che anche gli altri lo seguano.