Elena Panarella, il Messaggero 24/1/2014, 24 gennaio 2014
QUEL PARCO DOVE FIDO RIPOSA IN PACE
LA STORIA
Sono tanti: alcuni famosi grazie al cimena o alla tv, altri semplici amici che hanno condiviso pezzi di vita con i loro padroni. E non fa differenza se si tratta di un cane, un gatto, un canarino. Messaggi, pieni d’amore e di rimpianto, sono migliaia i ricordi in questo immenso spazio verde. All’origine del più antico cimitero italiano per animali c’è nientemeno che il Duce. Era il 1923. Antonio Molon, veterinario, curava gli animali di casa Mussolini. Fu lui il primo a chiedergli di seppellire l’amata gallina, compagna di giochi dei suoi figli in un piccolo terreno di sua proprietà, su una collinetta, in via dell’Imbrecciato a due passi da viale Newton, zona Portuense. La voce si sparse velocemente: c’è chi gli chiese di sotterrare gatti, conigli, oche, piccioni, pappagalli, cavalli, una scimmia e persino una leonessa. Così è nata Casa Rosa, «l’unico cimitero per animali con licenza comunale», spiega Luigi Molon, che ha seguito le orme del padre. Più di mille lapidi per oltre mille metri quadri di terreno, «questo non è semplicemente un cimitero, è un angolo di ricordi - aggiunge Molon - un luogo dove poter rendere omaggio a qualcuno che hai amato. C’è sepolto anche il mio primo cavallo, me lo regalò mio padre quando avevo quattro anni ed è morto quando ne avevo trentadue». Le richieste con il passare degli anni continuano ad aumentare, il terreno è vasto «lo spazio non manca». Oggi ad aiutare Luigi ci sono i suoi quattro figli e l’amore dei suoi nipotini.
TRA I VIALI
Una signora sta in piedi in uno dei viali di ghiaia. «Non ti scorderemo mai», è scritto sul marmo davanti a lei. Poco distante su un’altra grossa lapide bianca: «Alla mia adorata Bambi con tanto affetto per tutto l’amore che mi hai dato». E ancora. «Sei stato l’unico nostro amore», è la tomba di Ras, un cane. «Amore di mamma», è invece l’epigrafe sulla tomba di Tappo, un coniglio. Accanto fiori, quasi sempre freschi, e altre lapidi dalle forme diverse. Alcune semplici, altre costose e ricercate. Su ognuna una fotografia, una dedica: un ricordo della vita dell’animale, del suo carattere. Una vera e propria Antologia di Spoon River, ma animale e calata tra i prati di Portuense. E così ogni incisione racchiude in poche e semplici parole una storia d’affetto, un legame unico che lega gli animali ai padroni. «Quando vivi per tanti anni assieme a un cane, un gatto o un coniglio - continua il proprietario di Casa Rosa - questo diventa parte di te e della tua famiglia». In questo luogo, la gallina di Mussolini non è l’unico esemplare di «alto rango»: qui sono seppelliti anche gli animali di nobili, politici, magistrati e attori. «Ci sono gli animali di proprietà dei membri della Casa reale, i cani degli ex presidenti della Repubblica Sandro Pertini e Giovanni Leone - ricorda Molon, ex campione di polo, e per 15 anni buttero per passione - Ma anche di Peppino De Filippo. La Bardot portò il suo cane Michelle in un giorno di pioggia, e ne fregò dei capelli che si arricciavano. Anna Magnani, era legatissima ai suoi gatti (cambiava l’acqua ai fiori anche delle tombe degli altri)». E aggiunge: «Ci sono tanti altri animali appartenuti a persone famose italiane e straniere che sono ancora in vita e quindi preferisco non fare altri nomi. D’altronde, quello di seppellire un cane o un gatto è un atto di riconoscenza: gli animali, a differenza delle persone non tradiscono». La procedura per seppellire gli animali, non è complessa: «basta dare due ore di preavviso e portare un certificato medico di morte. Il costo è di 150 euro l’anno».
Elena Panarella