Leonardo Coen, il venerdì 24/1/2014, 24 gennaio 2014
«16 febbraio 1899, verso le cinque della sera. Il presidente Félix Faure, 58 anni, in attesa della bella Marguerite Steinheil, 30 anni, moglie di un pittore, e sua amante da due, rinforza l’eccitazione con un paio di pillole afrodisiache
«16 febbraio 1899, verso le cinque della sera. Il presidente Félix Faure, 58 anni, in attesa della bella Marguerite Steinheil, 30 anni, moglie di un pittore, e sua amante da due, rinforza l’eccitazione con un paio di pillole afrodisiache. Il salottino blu è la loro alcova. Fanno l’amore. Passa un’ora, Marguerite s’impegna in una lunga estenuante fellatio. A un certo punto, la mano di Faure le afferra i capelli. La scuote. Lei smette. Troppo tardi. Faure urla: “Soffoco! Non ci vedo più!”. Si affloscia sul divano. Lei grida terrorizzata. Gli inservienti irrompono. Marguerite è seminuda, la mano di Faure non le molla i capelli. Le tagliano la ciocca. Il capo di gabinetto ordina a Marguerite di sparire. Nella concitazione, dimentica il corsetto. Si copre il petto nudo con la pelliccia. Scappa da un’uscita secondaria, dalla principale arrivano i medici. Possono solo assistere all’agonìa di Faure. Congestione cerebrale. Arriva anche un prete per somministrare i sacramenti. Chiede ad una guardia: “Il presidente ha ancora la sua conoscenza?”, intendendo dire se era ancora cosciente. “No, è appena scappata dall’uscita secondaria”. Storia e battute si confondono. Marguerite diventa pompe funèbre. Il lessico popolare le fece aumentare reputazione e amanti, tra i quali il re di Cambogia. Sposò un barone del Sussex e morì come lady Abinger nel 1954».