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 2014  gennaio 24 Venerdì calendario

QUELLI CHE... BACIAMO I PIEDI


La mafia nel pallone. Non solo Giuseppe Giannini, coinvolto in un’inchiesta della Procura antimafia che ha portato all’arresto di 90 persone accusate di fare parte del clan dei Contini, ma tutta una lunga serie di relazioni pericolose tra calcio e criminalità organizzata. Giannini, ex centrocampista della Roma e della Nazionale nelle notti magiche di Italia 90, è indagato per frode sportiva con aggravante di finalità mafiosa insieme a Luigi Dimitri, oggi osservatore della Juventus, per aver comprato la promozione in B del Gallipoli nel 2009. Il loro coinvolgimento all’interno dell’indagine su ristoranti della Capitale controllati dalla camorra nasce dalle intercettazioni di Ivano Righi, oggi in carcere con l’accusa di riciclaggio, da cui emerge come Giannini e Dimitri, all’epoca rispettivamente allenatore e direttore sportivo del Gallipoli, avessero consegnato 50 mila euro a giocatori della Real Marcianise per comprare la decisiva partita promozione.
Ennesima dimostrazione di come il calcio stia da sempre a cuore alle mafie. Come dimenticare nell’ottobre 1980 l’ingresso del calciatore brasiliano Juary nell’aula bunker del Tribunale di Napoli dove si tenevano le udienze del maxi-processo per consegnare al boss della Nuova Camorra Organizzata Raffaele Cutolo una targa con il saluto dell’Avellino Calcio?

IL TUTTO dopo che nella stessa aula il patron della squadra Antonio Sibilia aveva porto i propri omaggi a Don Raffaè con tre baci sulla guancia. Ed erano passati solo pochi mesi dagli arresti in campo per il Totonero di giocatori come Giordano e Manfredonia della Lazio, società su cui negli anni Zero avrebbero poi messo gli occhi i Casalesi con il tentativo di scalata di Chinaglia, anche lui ex giocatore della Lazio e della Nazionale. Mentre all’epoca il giornalista Rai Luigi Necco che raccontò dell’incontro tra Juary e Cutolo fu gambizzato, l’inchiesta del Totonero avrebbe poi coinvolto anche futuri campioni del mondo come Rossi, Savoldi e Dossena, oggi tutti affermati commentatori televisivi. Una curiosa nemesi. Perché da allora fino alla recente passeggiata di Balotelli a Scampia in compagnia di affiliati, il filo che lega le mafie al pallone non si è mai spezzato. Forse Balotelli era ignaro di essere in compagnia di Mauro Esposito e Fabrizio Iorio, un ristoratore vicino al campione del mondo Fabio Cannavaro a sua volta sentito come teste per spiegare quei legami. Sempre Cannavaro poi è stato fotografato a Madrid con personaggi compromettenti, così come Hamsik è stato immortalato a fianco del boss Domenico Pagano. Ma forse è tutto un gioco, un innocente omaggio alla foto d’archivio di Maradona con i fratelli Giuliano. Perché Maradona è anche l’idolo di Fabrizio Miccoli, ex giocatore del Palermo che al telefono con Mario Lauricella, figlio del boss mafioso Antonio, apostrofava come “quel fango di Falcone” il magistrato ucciso dalla mafia. Nel Napoli poi sarebbe stato accolto a braccia aperte dalla camorra il calciatore Salvatore Aronica, lo ha detto a Presa Diretta il pentito Luigi Bonaventura, reggente di una delle cosche più potenti della ‘ndrangheta, che ha poi indicato come Aronica e Peppe Sculli fossero due giocatori “accompagnati”.

NEL 2005 il nome di Sculli entra nelle carte dell’inchiesta del pm Nicola Gratteri che lo accusa di essere “giocatore d’onore” in mano alle cosche. L’accusa di associazione per delinquere finalizzata al voto di scambio, mutata poi in un’accusa di minacce e frode sportiva, finisce con il non luogo a procedere, ma i Ros nell’indagine sostengono che il giocatore è “perfettamente integrato nella realtà criminale della propria area”. E non solo per essere il nipote di Giuseppe Morabito u tiradrittu, numero uno della ’ndrangheta calabrese arrestato nel 2004 dopo 12 anni di latitanza . Una storia che ricorda quella di Gaetano D’Agostino, finito nelle carte giudiziarie con cui il sostituto procuratore generale Nino Gatto ha dimostrato i rapporti tra Dell’Utri e il boss mafioso Graviano. In questo caso Dell’Utri avrebbe raccomandato il passaggio di D’Agostino dalle giovanili del Palermo a quelle Milan, poi non concretizzato, mentre il ragazzo ha avuto comunque una discreta carriera in Serie A.