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 2010  novembre 18 Giovedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Claudio Scajola
Il Ministro delle Politiche agricole è Giancarlo Galan
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro di Sussidiarietà e decentramento è Aldo Brancher (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta
Il Segretario Nazionale dei Popolari per il Sud è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Ironia della sorte: mentre lo scrittore Roberto Saviano e il ministro Roberto Maroni si azzuffano, la Squadra Mobile di Napoli ha arrestato a Casal di Principe uno dei camorristi più pericolosi, Antonio Iovine. Il ministro della Giustizia Alfano: «Questa è una ulteriore conferma che la squadra Stato vince e l’antimafia giocata batte quella parlata». Saviano: «L’arresto di Antonio Iovine rappresenta un passo fondamentale nel contrasto alla criminalità organizzata. Iovine è un boss imprenditore, in grado di gestire centinaia di milioni di euro. Ora spero che si possa fare pulizia a 360 gradi. Come dimostrato dalla relazione della Dia di oggi, bisogna aggredire il cuore dell’economia criminale, la Lombardia, dove le mafie fanno affari e influenzano la vita economica, sociale e politica».

L’opposizione dice però che il merito di questo arresto non è del ministro dell’Interno, ma delle forze dell’ordine e della magistratura.
Risponderò con un ragionamento: i grandi latitanti se ne stanno anni e anni nascosti vicino a casa loro, come dimostra anche la storia di Iovine. Quindi, qualcuno per tutto questo tempo deve averli favoriti, facendo in modo che non venissero presi. Qualcuno in alto, voglio dire. Quando questi grandi delinquenti vengono arrestati, perciò, è perché c’è stata un’indicazione politica diversa. Maroni ha il merito di aver operato, finora, perché su questo terreno magistrati e forze dell’ordine potessero agire con tutta la forza e l’intelligenza disponibile. O non crederà davvero che uno possa sfuggire all’arresto per anni e anni senza la complicità di quelli che avrebbero dovuto catturarlo?

Maroni andrà o no a Vieni via con me per rispondere a Saviano?
Non si sa ancora. Il direttore di Raitre, retrocedendo un po’ dalla sua posizione iniziale, gli ha proposto di scrivere una lettera, che sarebbe stata letta in trasmissione. Oppure di mandare un video preregistrato. Maroni ha rifiutato: «La mia richiesta è stata chiara: uno spazio proprio di replica per il ministro degli Interni che possa dire la sua e parlare di mafia. Non certo un video pre-registrato o un foglietto scritto e letto da altri che poi loro possono commentare e condire come ben sanno fare».

Non si potrebbe rimediare mandandolo a rispondere in qualche altro programma?
Lo hanno già invitato Vespa (che è pronto a dedicare al caso un’intera puntata di Porta a porta), Lucia Annunziata ed Enrico Mentana. Il fatto è che gli ascolti di Fabio Fazio non permettono scelte alternative. Maroni vuole il lunedì sera, possibilmente avendo Saviano di fronte in un contradditorio. Saviano ha risposto: «Quando vuole». E però è un fatto che lo scrittore non è stato finora messo a confronto con nessuno. Dice quello che vuole, senza contradditorio, col sistema della “narrazione”. È vero però che a una narrazione A può succedere una narrazione B, di segno magari opposto o comunque diverso. La verità è una cosa difficile, e non ce l’ha in tasca nessuno.

Il CdA della Rai non doveva pronunciarsi sul caso?
I consiglieri sono stati convocati per oggi pomeriggio da Zavoli, presidente della Commissione parlamentare di vigilanza. L’ordine del giorno parla di un «confronto con i consiglieri eletti dalla Commissione sui problemi e le difficoltà dell’azienda». Si propongono di discutere non solo del caso Fazio-Saviano, ma anche di tutte le altre questioni emerse dopo l’estate. Il direttore generale della Rai è stato sfiduciato dai giornalisti, in un referendum tutto politico e che non ha, naturalmente, nessun valore formale. Masi ha replicato ai suoi detrattori che, ciononostante, non se ne andrà. La riunione di oggi era stata oltre tutto chiesta lo scorso 28 ottobre, ben prima di quest’ultima querelle, dai consiglieri d’opposizione Rizzo Nervo, Van Straten e De Laurentiis per denunciare «lo stato di salute della tv pubblica, che viaggia verso una crisi irreversibile». Sul caso Saviano, s’è pronunciata ieri solo la consigliera Bianchi Clerici, in quota Lega, che difende (naturalmente) il diritto di Maroni di replicare durante il programma di Fazio e fa capire che nei confronti del capostruttura Loris Mazzetti, il quale ha subito negato l’accesso a Maroni, potrebbero essere sollecitati provvedimenti punitivi. Mazzetti già in passato ha negato a Maroni l’accesso ai suoi programmi tv (quando dal piccolo schermo lo attaccava Enzo Biagi), un episodio che ieri ha ricordato anche il ministro.

Saviano è stato querelato o no?
Potrebbe essere querelato – ha detto Maroni – per l’intervista uscita ieri su “Repubblica”, in cui ha continuato a parlare degli ‘ndranghetisti che cercano di interloquire con la Lega. In serata però, andando a Matrix, il ministro ha offerto un kalumet della pace: «Conosco Roberto Saviano, e lo stimo, per questo sono rimasto sorpreso da lui: Saviano dovrebbe essere al mio fianco, non dovremmo litigare, per questo mi sono arrabbiato. Ma l’arrabbiatura ora è passata e vorrei dirgli di deporre le armi che lui ha imbracciato contro di me». Saviano è stato anche duramente criticato dal giornale dei vescovi, “Avvenire”, per aver dato spazio ai casi Englaro e Welby raccontando una sola verità, quella favorevole all’eutanasia consenziente. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 18/11/2010]

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