Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ironia della sorte: mentre lo scrittore Roberto Saviano e il ministro Roberto Maroni si azzuffano, la Squadra Mobile di Napoli ha arrestato a Casal di Principe uno dei camorristi più pericolosi, Antonio Iovine. Il ministro della Giustizia Alfano: «Questa è una ulteriore conferma che la squadra Stato vince e l’antimafia giocata batte quella parlata». Saviano: «L’arresto di Antonio Iovine rappresenta un passo fondamentale nel contrasto alla criminalità organizzata. Iovine è un boss imprenditore, in grado di gestire centinaia di milioni di euro. Ora spero che si possa fare pulizia a 360 gradi. Come dimostrato dalla relazione della Dia di oggi, bisogna aggredire il cuore dell’economia criminale, la Lombardia, dove le mafie fanno affari e influenzano la vita economica, sociale e politica».
• L’opposizione dice però che il merito di questo arresto non è del ministro dell’Interno, ma delle forze dell’ordine e della magistratura.
Risponderò con un ragionamento: i grandi latitanti se ne stanno anni e anni nascosti vicino a casa loro, come dimostra anche la storia di Iovine. Quindi, qualcuno per tutto questo tempo deve averli favoriti, facendo in modo che non venissero presi. Qualcuno in alto, voglio dire. Quando questi grandi delinquenti vengono arrestati, perciò, è perché c’è stata un’indicazione politica diversa. Maroni ha il merito di aver operato, finora, perché su questo terreno magistrati e forze dell’ordine potessero agire con tutta la forza e l’intelligenza disponibile. O non crederà davvero che uno possa sfuggire all’arresto per anni e anni senza la complicità di quelli che avrebbero dovuto catturarlo?
• Maroni andrà o no a Vieni via con me per rispondere a Saviano?
Non si sa ancora. Il direttore di Raitre, retrocedendo un po’ dalla sua posizione iniziale, gli ha proposto di scrivere una lettera, che sarebbe stata letta in trasmissione. Oppure di mandare un video preregistrato. Maroni ha rifiutato: «La mia richiesta è stata chiara: uno spazio proprio di replica per il ministro degli Interni che possa dire la sua e parlare di mafia. Non certo un video pre-registrato o un foglietto scritto e letto da altri che poi loro possono commentare e condire come ben sanno fare».
• Non si potrebbe rimediare mandandolo a rispondere in qualche altro programma?
Lo hanno già invitato Vespa (che è pronto a dedicare al caso un’intera puntata di Porta a porta), Lucia Annunziata ed Enrico Mentana. Il fatto è che gli ascolti di Fabio Fazio non permettono scelte alternative. Maroni vuole il lunedì sera, possibilmente avendo Saviano di fronte in un contradditorio. Saviano ha risposto: «Quando vuole». E però è un fatto che lo scrittore non è stato finora messo a confronto con nessuno. Dice quello che vuole, senza contradditorio, col sistema della “narrazione”. È vero però che a una narrazione A può succedere una narrazione B, di segno magari opposto o comunque diverso. La verità è una cosa difficile, e non ce l’ha in tasca nessuno.
• Il CdA della Rai non doveva pronunciarsi sul caso?
I consiglieri sono stati convocati per oggi pomeriggio da Zavoli, presidente della Commissione parlamentare di vigilanza. L’ordine del giorno parla di un «confronto con i consiglieri eletti dalla Commissione sui problemi e le difficoltà dell’azienda». Si propongono di discutere non solo del caso Fazio-Saviano, ma anche di tutte le altre questioni emerse dopo l’estate. Il direttore generale della Rai è stato sfiduciato dai giornalisti, in un referendum tutto politico e che non ha, naturalmente, nessun valore formale. Masi ha replicato ai suoi detrattori che, ciononostante, non se ne andrà. La riunione di oggi era stata oltre tutto chiesta lo scorso 28 ottobre, ben prima di quest’ultima querelle, dai consiglieri d’opposizione Rizzo Nervo, Van Straten e De Laurentiis per denunciare «lo stato di salute della tv pubblica, che viaggia verso una crisi irreversibile». Sul caso Saviano, s’è pronunciata ieri solo la consigliera Bianchi Clerici, in quota Lega, che difende (naturalmente) il diritto di Maroni di replicare durante il programma di Fazio e fa capire che nei confronti del capostruttura Loris Mazzetti, il quale ha subito negato l’accesso a Maroni, potrebbero essere sollecitati provvedimenti punitivi. Mazzetti già in passato ha negato a Maroni l’accesso ai suoi programmi tv (quando dal piccolo schermo lo attaccava Enzo Biagi), un episodio che ieri ha ricordato anche il ministro.
• Saviano è stato querelato o no?
Potrebbe essere querelato – ha detto Maroni – per l’intervista uscita ieri su “Repubblica”, in cui ha continuato a parlare degli ‘ndranghetisti che cercano di interloquire con la Lega. In serata però, andando a Matrix, il ministro ha offerto un kalumet della pace: «Conosco Roberto Saviano, e lo stimo, per questo sono rimasto sorpreso da lui: Saviano dovrebbe essere al mio fianco, non dovremmo litigare, per questo mi sono arrabbiato. Ma l’arrabbiatura ora è passata e vorrei dirgli di deporre le armi che lui ha imbracciato contro di me». Saviano è stato anche duramente criticato dal giornale dei vescovi, “Avvenire”, per aver dato spazio ai casi Englaro e Welby raccontando una sola verità, quella favorevole all’eutanasia consenziente. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 18/11/2010]
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