Alessandro Cannavò, Corriere della Sera 18/11/2010, 18 novembre 2010
LA BENEFICENZA E IL CASO ITALIANO. PICCOLI BILL GATES CRESCONO
Il commendatore di Brescia dona 500 mila euro; la casalinga di Novara offre la nuda proprietà della sua casa, valore oltre un milione. Altri (ora anche al Sud) mettono a disposizione cifre minori, sempre con lo stesso intento: indirizzare i soldi non a un unico ente assistenziale ma a diversi progetti filantropici nel proprio territorio, con un controllo costante sul loro utilizzo. Il panorama della beneficenza italiana può avere tanti nuovi piccoli Bill Gates che contribuiscono alla crescita di un ancora poco conosciuto fenomeno solidaristico, le fondazioni di comunità. Organizzazioni che riuniscono privati con enti e aziende per cercare di rispondere ai bisogni locali. Il modello è americano, negli Stati Uniti (seguiti dal Canada) queste fondazioni posseggono un patrimonio di 48 miliardi di dollari, e ne erogano 4 miliardi e mezzo. Ma l’Italia in termini patrimoniali è a sorpresa al terzo posto con 275 milioni di dollari e 30 milioni di elargizioni. Pur avendo finora appena 29 fondazioni di comunità, il nostro Paese ha superato in termini di ricchezza l’Inghilterra, che possiede un storia più lunga in questo campo. E già si parla di federalismo filantropico. C’è chi come Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo, intravede una via che possa gradualmente sostituire il welfare in crisi. Tant’è che da un decennio dà a 15 fondazioni di comunità un milione di euro l’anno.
Una visione troppo ottimistica? Di certo il caso italiano è diventato di interesse mondiale se la Wings, l’organizzazione internazionale delle community foundation, ha deciso di organizzare a Como (da oggi al 20 novembre) il suo Forum che si tiene ogni quattro anni e che approda per la prima volta in Europa. Attorno agli incentivi iniziali determinanti per l’avvio si sono creati i patrimoni delle comunità locali. E i vantaggi di questa forma di filantropia — spiegano alla Assifero, l’organizzazione che riunisce 25 delle 29 comunità — sono molteplici: maggiore flessibilità e verifica nelle somme donate, possibilità di detrazioni fiscali ancor prima di decidere a chi destinare i soldi. Insomma, lo strumento per sostenere davvero il proprio territorio (oltre il 40% degli stanziamenti vanno al settore socio-assistenziale) c’è. Ora si tratta di far crescere i piccoli Bill Gates.
Alessandro Cannavò