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 2010  novembre 18 Giovedì calendario

INTERVISTA A FRANCESCO RENGA

Francesco Renga presenta il suo nuovo album “Un giorno bellissimo” alle cantine Bellavista in Franciacorta, terra di vini pregiati, botti mastodontiche che si perdono nei corridoi sotterranei infiniti e misteriosi. «Si brinda a “Un giorno bellissimo”, in uscita il 23 novembre», dice il cantante bresciano, «e alla prima volta di un concerto che viene trasmesso da qui in 24 sale cinematografiche in tutta Italia in 3D. Non amo la tecnologia, ma adoro usarla per sperimentare. Più avanti, andrò in tournée con il mio gruppo e l’Ensemble Symphony Orchestra, un complesso di 12 archi».
Parliamo dell’album.
«Album innervato da una sottile e velata atmosfera retrò, citazioni di classici, la cui interpretazione è influenzata dal precedente “Orchestraevoce”, il tutto miscelato da quel genio dei suoni che è il produttore Celso Valli. Un album d’amore».
Inteso come?
«Come base su cui costruire una famiglia, come senso dei sacrifici che ti richiede, come impegno a sostenere una vita plausibile». Come senso della nostra banale quotidianità, quindi.
«Una scommessa da accettare per cercare di suscitare in noi la speranza della felicità la cui sintesi è vivere da padre, sentirsi realizzati nel lavoro, avere tanti amici con cui condividere il proprio tempo». Una barriera contro il caos e le incertezze di oggi?
«Siamo sempre più impegnati ad
andare a scrutare nella vita degli altri, invece di guardare alla nostra. Il momento è caotico e nebuloso perché siamo prima di tutto ignoti a noi stessi».
Che cosa guarda in tv?
«Mi piace “Real Tv”, confesso di nutrire una passione morbosa per i disastri aerei...». I programmi di politica?
«Provo nausea per il teatrino della politica. Non sopporto che si indichi in Berlusconi l’origine di ogni male. Detesto i moralisti, i salvatori delle coscienze a comando. In Italia c’è un pensiero dominante rispetto al quale mi sento fuori dal coro». E “X Factor”?
«Butta nella mischia ragazzini fragili cui propone un modello di lavoro senza gavetta: non è giusto. Ho dato il mio pezzo “Il tempo migliore” a Davide. È la prima volta che ho scritto per un altro. Lui ha una vocalità ideale, la mia è esagerata per un brano così».
Per chi le piacerebbe scrivere?
«Giorgia, ma non mi caga».
È vero che studia ancora canto?
«Tantissimo. Mi piace scoprire la vocalità, modularla, educarla. Mi piace scoprire i grandi della voce come Demetrio Stratos, uno che non puoi studiare, ma solo amare perché riuscì a fare del limite la cifra stilistica del suo stile». Cantautori e politica.
«Guai a lanciare messaggi politici nelle canzoni. Io canto i dubbi, le paure, l’amore, la vita di coppia. La politica è la celebrazione dell’effimero. I sentimenti sono sculture imperfette ma inattaccabili». Ambra che cosa dice?
«Non la pensa come me, discutiamo, litighiamo. Lei ha un atteggiamento distaccato dal mio lavoro. Le faccio sentire una canzoni quandoè finita. Mi basta un suo sguardo per capire se funziona».