GIAN ANTONIO ORIGHI, La Stampa 18/11/2010, pagina 25, 18 novembre 2010
Trapianto di gambe: il primo è in Spagna - Dopo mani, braccia e viso, è la volta delle gambe. Per la prima volta al mondo, il chirurgo di Valencia Pedro Cavadas supererà ogni record, trapiantando contemporaneamente i due arti inferiori alla giovane vittima di un incidente stradale che li ha persi a 15 centimetri dal bacino
Trapianto di gambe: il primo è in Spagna - Dopo mani, braccia e viso, è la volta delle gambe. Per la prima volta al mondo, il chirurgo di Valencia Pedro Cavadas supererà ogni record, trapiantando contemporaneamente i due arti inferiori alla giovane vittima di un incidente stradale che li ha persi a 15 centimetri dal bacino. La sede della rivoluzionaria operazione, che apre la speranza a tanti invalidi, sarà ancora una volta l’ospedale pubblico Santa Fe. Ottenuta la luce verde dall’Organizzazione Nazionale dei Trapianti, non c’è ancora la data dell’intervento. Ma non è questa la cosa più importante. «A differenza dei trapianti di organi, in cui la vita del paziente è in pericolo, in questi interventi no - spiega Cavadas, 45 anni, specialista in micro-chirurgia e ribattezzato Dottor Miracolo per i suoi successi -. Ciò ci permette di essere molto più esigenti con il donante, che possiamo scegliere bene, per ridurre al massimo i rischi». Il donatore dovrà avere due caratteristiche: stessa altezza del giovane che tornerà a camminare e identico colore della pelle. Un altro aspetto curioso è che non c’è una ragione per essere intervenuti sulle braccia prima che le gambe. «Non avevo in mente il trapianto delle mani fino a quando entrò nel mio studio un paziente che le aveva amputate - precisa il “mago” del Santa Fe -. E lo stesso è avvenuto con il prossimo intervento sulle gambe. Non fare l’operazione, visto che con un’amputazione sopra le ginocchia non è possibile una protesi, significava lasciare quella persona su una sedie a rotelle». Rafael Matasanz, direttore dell’Organizzazione Trapianti, che ha autorizzato Cavadas ad effettuare anche il suo secondo trapianto di viso, dà ancora più speranza. Assicura il professore: «L’intervento è meno complicato di quello delle braccia, visto che gli arti inferiori hanno meno tendini. I problemi ci saranno con la riabilitazione, perché si dovrà aspettare la ricrescita dei nervi». Nei casi di arti superiori la crescita era stata pari a un millimetro al giorno e la convalescenza era durata un anno. Per le gambe, non si sa. La data della nuova sfida è comunque vicina. Intanto, il «Dottor Miracolo» celebra i suoi trionfi: dirige 1800 operazioni l’anno e guida una fondazione che in Africa ha già realizzato 11 mila interventi chirurgici. Gratis.