varie, 18 novembre 2010
Filippo, 11 anni. Di San Martino a Ulmiano (Pisa), iscritto alla 2ª D della scuola media Gereschi di Pontasserchio, figlio di Elisabetta e Riccardo, che s’erano separati quando lui aveva due anni, viveva con la mamma, col suo nuovo compagno, e con il loro bambino di sedici mesi
Filippo, 11 anni. Di San Martino a Ulmiano (Pisa), iscritto alla 2ª D della scuola media Gereschi di Pontasserchio, figlio di Elisabetta e Riccardo, che s’erano separati quando lui aveva due anni, viveva con la mamma, col suo nuovo compagno, e con il loro bambino di sedici mesi. Appassionato di calcio (giocava nel Migliarino), brillante, intelligentissimo («un piccolo genio»), solare ed estroverso, vivace e sempre pronto allo scherzo, con le sue battute faceva ridere tutta la classe. L’altro giorno, al ritorno da scuola, chiuse da dentro la porta di casa, andò nella sua cameretta, prese una cinghia, la legò alla sbarra del letto del fratellino, poi se la girò attorno al collo, e s’impiccò. Un biglietto: «Chiedo scusa a tutti». Nel suo ultimo tema aveva scritto: «La felicità è quella che ti fa battere forte il cuore, ti fa uscire gli occhi fuori dalle orbite e ti fa drizzare i capelli in testa, mentre una lacrina ti percorre il viso. Non è nei beni materiali, come denaro o gioielli». Tarda mattinata di mercoledì 17 novembre a San Martino Ulmiano, piccolo centro del comune di San Giuliano Terme alle porte di Pisa.