Elisa Manacorda, L’espresso 18/11/2010, 18 novembre 2010
MA FUNZIONA LA TV IN 3D?
In tivù, sui dispositivi mobili e senza occhialini. Sarà così il 3D del futuro: onnipresente sui dispositivi mobili e fissi, ricco di contenuti pensati sin dall’inizio - e non solo convertiti - nelle tre dimensioni. è questo il nuovo volto di una tecnologia che, dopo aver conquistato il grande schermo, sta ora per entrare nelle case e nelle tasche di tutti.
Il mercato è potenzialmente gigantesco e i produttori di apparecchi hi-tech vi stanno investendo grandi risorse ed energie. Il primo esperimento italiano, la partita Tottenham-Inter trasmessa in 3D su Sky, serve ad esempio per far uscire la passione dalla nicchia dei tecnofan per iniziare a portarlo alla massa. "Abbiamo già registrato un’impennata degli acquisti di schermi 3D da parte dei consumatori pionieri dell’hi-tech. Ora, esaurito questo segmento, vogliamo puntare a un target più ampio", dicono da Panasonic. Insomma bisogna penetrare la seconda linea del mercato, quella di coloro che, pur avendo buone capacità di spesa, devono ancora trovare un valido motivo per mettere in conto un acquisto "pesante", oltre i 2 mila euro. Obiettivo non facile , tenendo conto che è ancora recente l’ultimo upgrade della qualità televisiva, cioè il passaggio all’alta definizione. E chi ha da poco acquistato un apparecchio Full Hd difficilmente se ne sbarazza in breve tempo per salire sul treno delle tre dimensioni. Ad esempio, una ricerca di DisplaySearch prevede un passaggio dai 3,4 milioni di pezzi nel 2010 agli oltre 42 milioni nel 2014, ma sottolinea anche come a tutt’oggi la penetrazione degli schermi 3D rappresenti il 5 per cento delle vendite totali di tv a schermo piatto.
Nella gara al futuro
c’è anche Microsoft
A frenare la diffusione della tecnologia nelle case, oltre ai prezzi ancora alti, è il problema degli occhialini. "Le tecnologie diventano vincenti solo quando si possono usare senza pensarci troppo, cioè quando diventano, per così dire, invisibili", spiega Alessandro Mongili, sociologo della scienza e della tecnologia all’Università di Padova. Nel caso del 3D, i dispositivi che si frappongono tra l’occhio e lo schermo sono percepiti come ostacoli. "Tutte le grandi aziende del settore stanno lavorando, o lavoreranno, sul 3D senza occhiali", dice l’analista David Mercer, vice presidente di Strategy Analytics. Ma il consumatore deve sapere che sui televisori il 3D senza occhiali non è ancora del tutto pronto. All’Ifa di Berlino, la grande kermesse dedicata all’elettronica di consumo, Samsung ha per esempio presentato quello che potrebbe essere l’apparecchio 3D di nuova generazione - da vedere senza occhialini - ma con una tecnologia imperfetta: per vedere bene le immagini in tre dimensioni è necessario posizionarsi perfettamente davanti allo schermo, a una distanza prefissata, e non muovere la testa neanche per uno starnuto. Questo ovviamente ne impedisce la fruizione da parte di più persone contemporaneamente. "Sì, siamo ancora agli inizi", ammette Paolo Sandri, vice presidente di Samsung Electronics Italia: "Ma investiamo molto in ricerca e sviluppo e contiamo di arrivare per primi anche in questo settore".
Più in là si sono spinti i ricercatori del Fraunhofer Heinrich Hertz Institute, con uno schermo che consente una visione collettiva del 3D senza occhialini. "Per vedere un’immagine in tre dimensioni", spiegano i tedeschi dell’istituto, "è necessaria la presentazione simultanea di due immagini, una per l’occhio destro e una per il sinistro. Nel nostro caso, la visione autostereoscopica viene realizzata grazie a un particolare software e a una sottile griglia trasparente montata con un angolo di 70 gradi davanti allo schermo". La visione senza occhiali è data dalla tecnologia dell’head tracking: una videocamera sullo schermo registra l’esatta posizione degli occhi e utilizza questa informazione per modificare la direzione del flusso di immagini attraverso il loro continuo aggiornamento. Così l’effetto 3D viene raggiunto indipendentemente dalla posizione dello spettatore. Ma si tratta appunto di sperimentazioni non ancora commercializzate.
Anche Microsoft, con la sua divisione Applied Science Group, sta lavorando al 3D di nuova generazione. In questo caso la visione senza occhiali è consentita da una lente sottile, di spessore compreso tra i 6 e gli 11 millimetri a una estremità, inserita all’interno di un normale schermo Lcd. Attraverso la lente, fasci luminosi differenti vengono proiettati verso entrambi gli occhi degli spettatori, la cui posizione viene di nuovo stabilita attraverso una videocamera. Il sistema non consente l’uso a più di due persone per volta. Ma al Ces di Las Vegas la Sunny Ocean di Singapore ha mostrato un sistema per la visione tridimensionale in 64 diverse posizioni.
Sulla stessa linea si stanno muovendo altre aziende: secondo il quotidiano giapponese "Yomiuri Shimbun", Toshiba ha in programma, entro Natale, il lancio di uno schermo 3D a 21 pollici da guardare "a occhio nudo". L’azienda avrebbe sviluppato un sistema in grado di emettere raggi luminosi a diverse angolazioni, consentendo al cervello dello spettatore di ricreare l’immagine tridimensionale senza l’aiuto degli occhiali stereoscopici. All’appuntamento si presenta anche Sony con RayModeler, un prototipo di display olografico che permette di vedere immagini tridimensionali a colori a 360 gradi.
Con i videogiochi
è più facile
Ma il 3D che verrà ha intenzione di occupare anche gli altri apparecchi elettronici, non solo la tivù. Ad esempio, i videogame: Nintendo ha già da tempo promosso il 3D senza occhiali sulla 3DS. E la terza dimensione migrerà presto anche su tablet e smartphone. In questo caso la tecnologia è meno complicata, giacché si presume l’uso individuale di questi dispositivi, dunque con minori problemi di angolazione. Così i cinesi di Rockchip sono già pronti con il Supernova X1, un tablet che non richiede l’uso di occhiali speciali. 3D senza occhiali anche per lo smartphone 3,4 pollici di Sharp (fornitore, secondo indiscrezioni non smentite, della tecnologia usata da Nintendo): il prototipo touchscreen visto a Berlino si presenta compatto e maneggevole, la visione olografica delle immagini non è ancora ottimale ma l’esperimento appare interessante.
Ancora più in là si spinge Nokia. I finlandesi portano avanti la collaborazione con Intel annunciando l’apertura del Joint Innovation Center, un laboratorio inserito all’interno dell’Università di Oulu, nel quale i ricercatori si concentreranno sulle applicazioni 3D per il comparto mobile. "Stiamo lavorando a una forma di realtà virtuale tridimensionale", spiega Mikko Terho, Technology Advisor per Nokia, "grazie alla quale sarà possibile effettuare videoconferenze o assistere a eventi collettivi, per esempio un concerto, con il proprio avatar". In pratica viene riprodotto in tre dimensioni un ambiente non reale, nel quale l’avatar agisce replicando i movimenti dell’utente. Se invece ci si accontenta di una simulazione del 3D senza occhiali, su iTunes c’è anche l’apposita app per iPhone e iPod. Ma, appunto, non è vero 3D.
La killer application?
I contenuti hard core
A spingere le vendite sarà, oltre alla riduzione dei prezzi, l’offerta di contenuti: quando arriverà. In questo senso, il film "Avatar" e i Mondiali sudafricani hanno fatto la loro parte. Sky proseguirà con altri eventi dopo la sperimentazione di Champion’s League. Ma non basta ancora per far partire davvero le vendite. "L’offerta per adesso è scarsa", ammette Lissoni, "ci sono pochi titoli e pochi annunci". Soprattutto, sono ancora pochi i contenuti sviluppati per il 3D, mentre cresce il mercato della conversione, cioè il passaggio alla terza dimensione di contenuti pensati in 2D. E l’emozione non è la stessa. Per conquistare le retrovie, insomma, il 3D dovrà incidere sul linguaggio di registi e operatori, con nuove angolature di ripresa. Poi c’è sempre chi è un passo avanti, e ha già capito come sarà il 3D del futuro. Indovinato? Ovvio: il mondo del porno.