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 2010  novembre 18 Giovedì calendario

LE 50 MANAGER PIU’ POTENTI AL MONDO. L’UNICA ITALIANA E’ EMMA MARCEGAGLIA —

Un solo nome italiano compare nella classifica delle 50 donne-manager più potenti del mondo stilata dal Financial Times: è Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria e numero uno dell’azienda di famiglia. Ma (l’atteso) appuntamento annuale con l’indagine del quotidiano finanziario britannico accende un faro anche sulle emergenti, le executive da «tenere d’occhio» («The ones to watch») in vista di un probabile ingresso nella graduatoria principale stilata da sette «giudici», tra cui l’italiano Ferdinando Beccalli-Falco, presidente di Ge International. In zona «top alternative» la rappresentanza italiana è più nutrita: c’è Daniela Riccardi, nuovo amministratore delegato di Diesel, Monica Mondardini, alla guida del gruppo L’Espresso e Patrizia Grieco il capo operativo di Olivetti, storico marchio italiano oggi sotto il cappello del gruppo Telecom. Insieme alla Germania, sottolinea il Financial Times, l’Italia «è il Paese che offre meno spazio alle donne ai vertici dell’economia». È la seconda volta nel giro di poco che la stampa straniera ci ricorda il nostro preoccupante trattamento discriminatorio nei confronti delle donne (siamo al 75esimo posto nel Mondo). Dedicando la copertina a l «problema delle ragazze» del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, Newsweek ha citato le icone italiane che hanno sfidato gli stereotipi. Tra loro alcune imprenditrici, nessuna manager.
Ben altro è il quadro che emerge dalla classifica mondiale del Ft, «gender revolution», rivoluzione di genere, la lunga marcia delle donne nei posti di responsabilità nel mondo degli affari. La selezione è guidata ancora una volta dalla gran capo di PepsiCo, l’indiana Indra Nooyi, 55 anni. La donna più potente del mondo si considera «una persona normale, una mamma, una moglie». E la giapponese Yoshiko Shinohara, (Temp Holdings) settima in classifica, è «felice» che si riduca il numero di donne «che lasciano la carriera perché si sposan o » . E mma Marcegaglia, mamma di una bambina di 8 anni, è piazzata al 29esimo posto. Ma l’Olimpo è «sotto la pressione delle new entry: un numero crescente di donne si sta affermando nei consigli di amministrazione di tutto il mondo», mentre il loro successo «alimenta le aspirazioni da future leader di milioni di donne e ragazze». Un sogno che le giovani manager italiane rischiano di riporre nel cassetto in assenza di interventi adeguati, secondo la «top alternative» Patrizia Grieco: «Il mancato ricambio generazionale è uno dei grandi problemi del Paese. Sulle donne, e più in generale sui giovani, pesa il mancato riconoscimento del merito». Poco incline alle quote di genere, Grieco riconosce però «una forzatura a questo punto è necessaria». Già amministratore delegato di Italtel e di Siemens informatica, oggi alla guida di Olivetti, Patrizia Grieco si definisce un po’ provocatoriamente una «metalmeccanica» che crede come «le donne e gli uomini siano il vero capitale dell’impresa, il capitale da far crescere». Il nemico numero uno delle donne resta però «l’esclusione dal mondo del lavoro, la disoccupazione femminile è una zavorra pesante per l’economia».
Tocca al «giudice» Beccalli-Falco chiarire però quali sono insieme alle strette competenze quegli elementi che favoriranno l’abbattimento del soffitto di cristallo: «Sono proprio quelle caratteristiche che vengono attribuite normalmente alle donne e che credo si sposino proprio con i valori che serviranno al futuro del Pianeta. Una certa capacità di conservazione delle risorse, l’abilità a gestire più cose insieme, la disponibilità all’ascolto e al dialogo, l’integrazione delle diversità, la tenacia e l’intuizione»
Paola Pica