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 2010  novembre 18 Giovedì calendario

NATI PER RIVOLUZIONARE IL TRASPORTO AEREO, L´AIRBUS 380 E IL BOEING 787 SONO COLOSSI D´ARGILLA, CON ROTTURE DEI MOTORI E FUSOLIERE TROPPO FRAGILI

«Quel volo ha cambiato la mia vita. Dall’ esplosione del motore all’ atterraggio d’ emergenza, per oltre un’ ora e mezza mi sono sentito insieme spettatore e protagonista di un film dell’ orrore», ha detto Ulf Waschenbuch, uno dei passeggeri dell’ Airbus A380 dell’ australiana Qantas colpito il 4 novembre scorso da un incidente che solo per la bravura dei piloti non è finito in una strage. Pochi giorni dopo, problemi ai motori anche per due Boeing 747, sempre della compagnia col canguro volante sul timone, che pure è statisticamente la più sicura del mondo. Poi un Boeing 787 Dreamliner, il futuristico progetto americano, durante un volo di collaudo è stato costretto all’ atterraggio per fumo sospetto in cabina. Infine ma non ultimo, la rivelazione che sugli Airbus 320, il modello più diffuso della casa europea, si sono verificate panne in volo per cui l’ aereo non rispondeva ai comandi. Guasti gravi, pesanti sospetti di errori progettuali, difficoltà crescenti con le nuove tecnologie, ritardi di produzione e consegne: i big occidentali dell’ aviazione civile non vengono più a capo dei problemi dei loro progetti più ambiziosi. I nuovi concorrenti - oggi la Embraer brasiliana e la Bombardier canadese, domani i cinesi di Comac col loro C919 - sperano d’ imporsi sui mercati. E intanto, per i miliardi di abitanti della Terra abituati ormai a prendere l’ aereo come un autobus, un metrò o un taxi, torna nelle emozioni quotidiane e nell’ immaginario collettivo un sentimento che sembrava rimosso: la paura di volare. L’ interrogativo più grave è se i nuovi jet siano davvero rivoluzionari, battistrada di una nuova èra, come fu il Comet britannico, primo reattore civile (debuttò con gravi incidenti poi spazzò via gli aerei a elica).
O inutili megalomanie come il Dornier DoX tedesco del 1929, l’ idrovolante jumbo a 12 motori che volava sì Amburgo-New York ma ammarando di continuo per panne ai 12 motori. La serie nera è cominciata con lo spaventoso incidente del volo QF32, l’ Airbus 380 di Qantas partito da Singapore per Sidney. «Questo aereo sarà l’ ammiraglia dei cieli del 21mo secolo», vanta la casa costruttrice, essenzialmente tedesco-francese ma con alle spalle l’ alta tecnologia aeronautica britannica. Ma proprio sul gigante dei cieli, il terrore in volo è divenuto realtà. Prima uno dei grandi propulsori Rolls Royce Trent900 è esploso, poi il comandante ha cercato invano di spegnerlo insieme a un altro motore, poi si è accorto di pericolose perdite di carburante dai serbatoi alari, di guasti ai sistemi idraulici, alla pompa carburante, all’ estrazione automatica del carrello. Con le schegge del motore esploso che in ogni momento potevano colpire cabina o serbatoi, in ogni momento il colosso ha rischiato di esplodere in volo con tutte le 456 persone a bordo. Il simbolo volante dell’ orgoglio europeoe del sogno chiamato Europa sta rischiando di diventare simbolo dell’ Europa che non funziona. Così come le panne del concorrente americano Boeing sembrano la triste incarnazione della gravissima crisi dell’ America. Nel caso del volo QF32, probabilmente si deve solo alla bravura dei veterani di Qantas a bordo - il comandante Richard de Cressigny, il suo controller che era a bordo per l’ esame-check up annuale effettuato secondo le dure regole della compagnia australiana in un volo regolare, e il terzo ufficiale, incaricato di controllare entrambi - se si è evitato il peggio. Altissimo livello d’ addestramento, la tradizione della Royal Australian Air Force, spesso esperienza di guerra in Vietnam o nel blitz dei "canguri in uniforme" per liberare Timor dall’ occupazione indonesiana, sono stati la salvezza. Ma qualcosa non va nell’ aviazione civile, se pochi giorni dopo problemi ai motori si ripetono proprio sugli aerei della compagnia più sicura del mondo. Qantas, mostrando serietà (più di Lufthansa che continua a usarli nei voli a lungo raggio regolare) ha messo a terra per controlli tutti i suoi A380. Sostituendoli con i vecchi, sperimentati e fidati Boeing 747 (il primo jet a grande capacità del mondo, quello made in Usa che gli europei col 380 vogliono detronizzare). Ma anche i Jumbo hanno avuto panne ai motoriei loro piloti hanno scelto di atterrare. Tutti motori Rolls Royce della famiglia Trent, si dirà. Difetto accertato: pericolose perdite di olio dalla turbina, sviluppata insieme da britannicie tedeschi. Problema riscontrato finora su 20 dei 39 A380 consegnati, e su aerei Boeing muniti di propulsori simili. Ma il dramma del volo QF32 fa temere errori di progettazione nell’ orgoglio volante d’ Europa, costato miliardi di euro ai contribuenti. Se Airbus piange, Boeing non ride. Il suo progetto più ambizioso, il Boeing 787 Dreamliner, ha avuto l’ altro giorno un’ ennesima panne. Attenzione, qui il caso è ben meno grave: l’ aereo era un esemplare da collaudo, non un jet di serie già venduto, pagatoe in servizio come l’ A380 degli australiani. Però nel volo-testi piloti hanno scoperto fumo in cabina. Qualcosa bruciava in coda, dove ci sono vitali impianti elettronici per il pilotaggio e il controllo del volo. Atterraggio d’ emergenza, pausa nei test. E nuovo slittamento nelle prime consegne, in quella serie di ritardi che per il futuristico, postmoderno Dreamliner (quasi supersonico, iperecologico, consuma molto meno di qualsiasi altro jet civile, essendo costruito in gran parte in fibre di carbonio o materie plastiche nobili per risparmiare peso e consumi) sembra una maledizione senza fine. Degli 840 Boeing 787 ordinati e attesi con ansia da compagnie di tutto il mondo, il primo avrebbe dovuto essere consegnato nel 2008. Ora si parla solo dell’ anno prossimo. Costruire nuovi jet di linea con tecnologie finora sconosciute - materiali superleggeri, elettronica e motori di nuova generazione, più risparmiosi che mai- sembra un salto nel buio. Airbus ha problemi di sviluppo per il suo prossimo progetto di grande ambizione, l’ A350. Cioè un bireattore a lungo raggio costruito con tecniche avveniristiche, grande comfort e materiali superleggeri, guarda caso proprio come il Dreamliner. Nelle ordinazioni, già l’ A350- vantandone appena 535 - corre dietro a fatica al Dreamliner. Adesso si annunciano nuovi slittamenti nelle prime consegne, non prima della seconda metà del 2013. Nubi per i due grandi dell’ aviazione civile, insomma. Dal destino dei massimi progetti (A380 e A350 per gli europei, 787 per gli americani) dipende il futuro di utili o conti in rosso da tramonto sia di Boeing, privata ma forte delle commesse del Pentagono, sia di Airbus, sovvenzionata dalla nascita da governi e contribuenti. L’ ultimo capitolo della série noire, non vistoso ma inquietante, sono le voci di seri problemi sul bireattore a medio raggio A320, cioè il modello di Airbus più venduto e diffuso nel mondo, concorrente dell’ immortale 737 di Boeing. In alcuni casi- si badi bene: in servizio su efficienti linee tedesche, non in Africa o in Corea del Nord-è capitato che in un volo di linea, pieno di passeggeri, il 320 si rifiutasse per otto-nove lunghi minuti di rispondere ai comandi e volasse di testa sua. Forse un santo protettore dei piloti e dei passeggeri esiste davvero, anche nell’ èra globale. Ma la sensazione è che Airbus e Boeing gli stiano chiedendo troppo. I concorrenti guardati fino a ieri con arrogante superiorità, cioè brasiliani, canadesi e cinesi, tacciono e preparano grandi balzi in avanti con i loro prodotti di domani.