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 2010  novembre 18 Giovedì calendario

MILANI Manlio

MILANI Manlio 1940 (~). Presidente della “Casa della Memoria”, fondata nel 2000 dall’Associazione dei familiari uccisi nella strage di piazza della Loggia (Brescia 28 maggio 1974, 8 morti, 105 feriti), in cui perse la vita la moglie Livia Bottardi (32 anni, faceva l’insegnante) • «[...] quel tragico giorno, vide il corpo straziato della giovane moglie [...] e di alcuni suoi carissimi amici [...] “Avevamo grandi progetti. Livia voleva andare a insegnare per un periodo in Sud America; io, operaio all’azienda elettrica, volevo prendere un’aspettativa e seguirla”. [...]» (Chiara Beria di Argentine, “La Stampa” 16/1/2010) • «[...] La storia della strage l’ha raccontata decine di volte. Era un martedì. Manifestazione indetta dai sindacati e dal comitato permanente antifascista per protestare contro una serie di attentati avvenuti in città. La sinistra è reduce da due conquiste storiche: la vittoria al referendum per il divorzio e i decreti delegati, che allargano la democrazia nella scuola. Milani e i suoi amici fanno parte di un gruppo di insegnanti impegnati nella Cgil. La sera prima si sono visti a cena, a casa di un amico, Piero Bontempi, reduce dal congresso della Cgil scuola. È una cerchia cementata dalla comune consonanza politica: Milani e Trebeschi sono del Pci. Giulia Banzi milita in Avanguardia operaia. Il marito, Luigi, fratello del banchiere Giovanni Bazoli, invece è assessore comunale dc. Hanno condotto insieme la battaglia per il divorzio. “La prima volta che ci siamo trovati d’accordo in politica”. [...] La manifestazione inizia alle 10 in punto. La bomba è celata in un cestino, sotto i portici. Alle 10,12 il boato. Alla fine si conteranno cinque insegnanti morti, di cui tre donne. [...]» (Concetto Vecchio, “la Repubblica” 30/8/2010) • «[...] Eravamo a 10 metri dal cestino in cui fu messa la bomba. Un amico mi fermò per chiedermi una cosa, rimasi un po’ più indietro di mia moglie. La abbracciai che era già morta, credo. Io rimasi illeso. Un perito mi spiegò che fui salvato dal fatto di essere al centro di un semicerchio di persone» (“La Stampa” 17/11/2010) • «[...] una notte ho sognato che discutevo con alcuni amici di quello che avrei fatto il giorno dopo. Poi d’improvviso è comparsa Lidia, con una valigia in mano. Sembrava che volesse dirmi che è partita e che è ancora in viaggio, lei come gli altri amici. Vagano alla ricerca di un luogo dove riposarsi, ma quel luogo si chiama giustizia. [...]» (Nando Dalla Chiesa, “il Fatto Quotidiano” 17/1/2010).