SIMONETTA FIORI, la Repubblica 18/11/2010, 18 novembre 2010
LIBRI IL SORPASSO DEI MEGASTORE
Alcuni la chiamano "bibliodiversità", una formula per rimarcare il ruolo prezioso delle piccole case editrici e delle librerie indipendenti, sempre più minacciate dalla fortissima concentrazione del mercato librario italiano. Anche i dati diffusi dall´ultimo Forum del libro, tenuto nei giorni scorsi a Perugia, richiamano l´attenzione su una crescente anomalia. Per fermarci al solo ambito delle librerie: nel 2010 le librerie di catena – ossia i 100 punti vendita delle Feltrinelli, i 500 punti vendita di Mondadori (tra gestione diretta e franchising), i 150 punti vendita di Giunti – hanno superato il 50 per cento del fatturato complessivo. Questo significa che le circa duemila librerie indipendenti che oggi operano in Italia vengono progressivamente messe all´angolo, e la tendenza è destinata ad accentuarsi, anche con il rischio di chiusura per molte sedi. "Cannibalizzazione" è la brutta parola usata dagli esperti. La lista di librai inghiottiti dalle catene è sterminata. Circa 150 negli ultimi due anni. Alcuni di grande prestigio come La Torre di Abele di Torino, acquisita da Giunti, o la storica Nautilus di Mantova – libreria simbolo del Festival della Letteratura – annessa dalle Coop.
Un quadro di marcato oligopolio, in sostanza, accentuato dalla circostanza che nelle mani di cinque grandi gruppi sono accorpati tutti i passaggi della "filiera del libro", dalla produzione alla promozione, dalla distribuzione alla vendita (anche online). Può essere quindi considerato un passo in avanti il passaggio ieri in Commissione Cultura del Senato (sede referente) del disegno di legge sul prezzo del libro con alcune modifiche che accolgono le richieste dei Mulini a Vento, il movimento di protesta promosso da importanti marchi editoriali (da Nottetempo a Sellerio, da Voland a Donzelli) e da librerie indipendenti che nel luglio scorso denunciarono gli squilibri del ddl firmato da Ricardo Franco Levi, poi passato alla Camera: il provvedimento da una parte limitava gli sconti al 15% sul prezzo di copertina, avvicinandoci a Francia, Spagna e Germania, dall´altra però invalidava la misura estendendo le promozioni degli editori a undici mesi all´anno (escluso dicembre) senza alcun tetto. La legge in sostanza tutelava le catene dall´assalto della grande distribuzione (ipermercati, autogrill etc.), ma non tutelava i piccoli dalle catene. Ora le due importanti modifiche – sostenute dai senatori Vincenzo Vita del Pd e Franco Asciutti del Pdl – limitano la campagna di sconti a soli quattro mesi all´anno, divisi in due periodi separati di non oltre 60 giorni ciascuno, gli stessi per tutti gli editori. E inoltre introducono un limite per le promozioni del 33 per cento. Una vittoria dunque dei piccoli sui colossi, che ora deve essere ratificata dalla Camera. «C´è tutto il tempo per approvare la legge prima della crisi di governo», sostiene Vita. Sempre che qualcuno non metta i bastoni tra le ruote.
Sicuramente non sono contenti i grandi gruppi editoriali che avevano significativamente condizionato il ddl di Levi presentato alla Camera. L´Aie (l´Associazione degli editori) era disponibile al limite del 33 per cento sulle promozioni, ma contraria a contenere i mesi della campagna promozionale, che è poi il nodo più delicato. Anche l´Ali, l´Associazione delle librerie italiane, ha esercitato forti pressioni perché la legge fosse definitivamente approvata al Senato così com´era stata formulata, agitando lo spauracchio della crisi di governo. C´è anche chi ricorda che la legge Levi comunque limitava gli sconti sull´online al 20 per cento, mentre sta per sbarcare in Italia Amazon che in assenza di regolamentazione può fare quel che vuole. Ma sono molte le piccole e medie librerie che non si sentono difese dall´Ali. Tre librai autorevoli come Riccardo Campino (Libreria dei Sette, ideatore della Scuola di Orvieto), Rocco Pinto (Torre di Abele di Torino), Silvana Sola (Giannino Stoppani di Bologna) hanno abbandonato il consiglio direttivo dell´Ali «in disaccordo con la difesa di una legge che non dà garanzie sufficienti per tutti», come dice Campino.
Rispetto a una crescente concentrazione del mercato, da anni librai ed editori indipendenti chiedono regole. «La legge sugli sconti così corretta è solo una piccola conquista, ma pur sempre una conquista», dice Ginevra Bompiani, animatrice della protesta. Tra le novità approvate al Senato, è prevista anche una pena: all´editore disobbediente sarà impedito di fare sconti per tutto l´anno successivo. Ora la parola alla Camera.