Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
C’è polemica per le cose che Saviano ha detto sulla Lega l’altra sera durante la trasmissione televisiva Vieni via con me…
• Intano è stato un successo fenomenale…
Sì, venti milioni di contatti (persone che si sono collegate per almeno un minuto), nove milioni e 31 mila spettatori medi, share del 30,21%. Cioè tra tutti quelli che lunedì sera guardavano la televisione poco meno di uno su tre era sintonizzato sul programma di Fabio Fazio. Un’azienda, in casi come questo, dovrebbe lamentarsi perché ha probabilmente venduto gli spazi pubblicitari a troppo poco, e mettere in agenda un trasferimento su Raiuno. Invece si sentono solo proteste, Masi ha messo i bastoni tra le ruote, eccetera.
• E poi c’è il caso del ministro Maroni furibondo per le cose che Saviano ha detto sulla Lega.
Maroni ha chiesto il diritto di replica «anche a nome dei milioni di leghisti che si sentono indignati dalle insinuazioni gravissime di Saviano e quindi auspico che mi venga concesso lo stesso palcoscenico per replicare ad accuse così infamanti che devono essere smentite». Il capostruttura Rai che presiede al programma, Loris Mazzetti (lo stesso che curava le trasmissioni di Biagi) ha risposto di no: «Si rivolga, se crede di essere stato diffamato, alla magistratura». Maroni ha controreplicato che si rivolgerà al presidente della Repubblica: «Altrimenti siamo di fronte all’Inquisizione». Il suo sfogo è stato trasmesso da Radiopadania: «Nessun ministro dell’Interno può vantare risultati come quelli che ho ottenuto contro la mafia. Dire che la mafia e la camorra sono presenti al Nord è un’ovvietà. Ma accusare, come ha fatto Saviano, un intero partito di essere il referente della mafia mi fa venire la pelle d’oca». Il caso sarà affrontato dal Consiglio d’amministrazione della Rai. Le risparmio le reazioni politiche, tutte prevedibili secondo i rispettivi schieramenti. Saviano ha commentato così: «Sono stupito e allarmato dalle parole del ministro Maroni. Non capisco di quali infamie parli. Temo che abbia visto un’altra trasmissione».
• Che cosa ha detto, in definitiva, lo scrittore?
Le do il resoconto stenografico, che ho stilato io stesso rivedendo quel pezzetto di Vieni via con me. «[…] Perché le organizzazioni e soprattutto la ‘ndrangheta è nel Nord che fanno la parte maggiore di affari. La Lombardia è la regione col più alto tasso di investimento criminale d’Europa. Milano è la capitale degli investimenti criminali, lombarda è l’economia in cui si infiltrano, lombarda è la sanità, lombarda è la poltica. Non si sente parlare delle organizzazioni qui. Non si ha voglia. La Lega per esempio da sempre fa un contrasto culturale alle organizzazioni criminali, o repressivo. “Non vogliamo che sia il soggiorno obbligato qui dei mafiosi… manette… repressione”. D’accordo, ma non basta, non è sufficiente perché la loro forza è nell’economia, nei soldi legali che l’imprenditoria lombarda vuole e prende da decenni. I soldi legali irrorano questo territorio, è lì l’elemento, il contrasto deve avvenire lì. Pensate che uno dei padri della Lega, Gianfranco Miglio, in un’intervista disse: «Io sono per il mantenimento anche della mafia e della ’ndrangheta. Il Sud deve darsi uno statuto poggiante sulla personalità del comando. Io non voglio ridurre il Meridione al modello europeo. Sarebbe un’assurdità. C’è anche un clientelismo buono che determina crescita economica. Insomma, bisogna partire dal concetto che alcune manifestazioni tipiche del Sud hanno bisogno di essere costituzionalizzate».
• Beh, c’è un’allusione forte. La Lega al Nord non contrasterebbe abbastanza le organizzazioni criminali.
Credo che Saviano volesse dire che alle strutture imprenditoriali del Nord – le quali hanno spesso nella Lega il loro referente politico – i soldi della mafia, reinvestiti, non facciano troppo schifo. La politica locale, come sempre, come ovunque, ne tiene conto. Tema per un gran dibattito, ma non direi per querele. In altra occasione, Saviano ha detto che Maroni è il miglior ministro dell’Interno che l’Italia abbia avuto da molto tempo in qua. E Maroni, lo scorso maggio dalla Gruber, riconobbe che lo scrittore scrive cose documentate. Quindi c’è sostanzialmente un equivoco, e Mazzetti fa male a non concedere al ministro il diritto di replica.
• E le frasi di Miglio?
Miglio, prima di rompere con Bossi, è stato l’ideologo della Lega. Era un politologo di fama internazionale, coltissimo. È morto nel 2001. La Lega di oggi è molto lontana dalla Lega di allora. Comunque, quell’intervista c’è, Miglio la rilasciò al Giornale nel 1999, e adesso l’ha ripubblicata Maurizio Torrealta nel suo libro La trattativa (Chiarelettere). Nella sua performance però lo scrittore ha saltato una frase che avrebbe reso il ragionamento di quel pensatore più chiaro: «Che cos’è la mafia? Potere personale, spinto fino al delitto…». Saviano ha tagliato. Ha fatto male. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 17/11/2010]
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