17 novembre 2010
PARTI A OROLOGERIA. E I PICCOLI DI MANGUSTA NASCONO TUTTI INSIEME
Trovare un asilo nido dove i ragazzini festeggiano tutti il compleanno lo stesso giorno sarebbe una cosa quasi impossibile, come vincere al superenalotto. Ma io sto parlando della specie umana, non sarebbe così difficile se mi riferissi alle manguste striate (Mungos mungo), carnivori socialissimi che, appunto in quanto tali, per esempio abitano in grotte collettive scavate in termitai, o ex cunicoli di conigli o luoghi del genere. E poi predano insieme e insieme si difendono dai predatori. Infine allevano i piccoli collettivamente. Ma la scoperta più nuova è che le femmine sanno, in vario modo influenzandosi, coordinare i loro parti così che, pur essendosi accoppiate in giorni diversi, poi partoriscono quasi tutte insieme, nella stessa notte. Ed è da qui che discendono quegli asili di cui dicevo. Risultano, queste scoperte, da una pubblicazione comparsa sulle Biology Letters della londinese Royal Society, opera di Susan.J.Hodge, B.M.V.Bell e M.A.Cart (Università di Exeter) e intitolata "Reproductive competition and the evolution of estreme birth synchrony in a cooperative mammal". Lo scopo di questa ricerca è stato di scoprire quali siano state le pressioni selettive che hanno fatto evolvere una così estrema sincronizzazione delle nascite. Per darsi una risposta le autrici hanno studiato, nella penisola Mseya in Uganda, dal novembre 1995 all’ aprile 2008, le probabilità di sopravvivenza dei cuccioli nati contemporaneamente o con qualche giorno d’ anticipo o di ritardo, in ben 13 gruppi di queste manguste. E’ risultato che le manguste nate non sincronicamente sono quasi tutte destinate a fare una brutta fine. Se nascono prima rischiano l’ infanticidio; se nascono dopo soffrono per la competizione da parte dei tanti giovani nati in sincronia poco tempo prima. Ed è proprio l’ assommarsi di questi due svantaggi che sembra aver fatto evolvere la sincronizzazione sociale dei parti in questa specie. Ricorda, questa scoperta, le nascite sincrone dei colini della Virginia (Colinus virginianus), piccoli galliformi che pure sanno nascere tutti insieme. In questo caso però il coordinamento è opera degli stessi pulcini. L’ appuntamento per sgusciare dall’ uovo è, come precisione, anch’ esso straordinario, perché tra il primo e l’ ultimo nato non corrono più di un paio d’ ore. C’ è una ricerca di un’ etologa inglese, Margaret Vince, che dimostra come fanno questi pulcini a mettersi d’ accordo. Scoprì infatti la Vince che un po’ di tempo prima della schiusa uscivano dalle uova dei pigolii, che sempre più si intensificavano con lo scorrere del tempo, finché tutte insieme le uova si incrinavano e poi, contemporaneamente, i pulcini uscivano dal guscio. Occorreva però dimostrare il rapporto tra il chiacchiericcio prenatale e la nascita contemporanea. Un primo esperimento consistette nel separare le uova di una stessa covata e farle schiudere una per una, in isolamento acustico, in incubatrice. E i pulcini nacquero intervallati di ore e anche di giorni. Un secondo esperimento fu di mettere insieme uova di covate diverse, talune incubate un po’ di più, altre un po’ di meno, e questa volta tutte le uova schiusero contemporaneamente. In un terzo esperimento, infine, la Vince variamente influenzò le schiuse trasmettendo a singole uova registrazioni di «chiacchierate prenatali». Quanto alla funzione di queste sincronizzazioni, occorre sapere che i colini hanno prole precoce e sarebbe pertanto pericoloso se i pulcini se ne andassero da soli per il mondo. La mamma deve raccoglierli tutti, stare sempre con loro e proteggerli, istruirli. E’ facile perciò comprendere come sia vantaggioso che nascano tutti insieme. Non è sempre così però. Vi sono infatti altre specie dove la miglior strategia sembra proprio essere l’ opposto, e cioè far nascere la prole scaglionata nel tempo. I rondoni sono un classico esempio. Depongono infatti le uova a intervalli regolari ma iniziano subito la cova, cosicché poi si ritrovano nel nido una nidiata di figli non coetanei. Se, durante l’ allevamento, la messe d’ insetti è buona, i nidiacei crescono tutti grandi e robusti, ma se di insetti ce ne sono pochi, la metà o anche più d’ ogni covata muore di fame.
Danilo Mainardi