FILIPPO CECCARELLI, la Repubblica 17/11/2010, 17 novembre 2010
NEL REGNO DEL CAVALIERE MARINA RIFIUTA IL TRONO "NON ENTRO IN POLITICA"
In regime monarchico, i sovrani non hanno alcun piacere che si affronti il tema o si levi l´inevitabile chiacchiericcio sulla loro successione. Il re, di solito, si sforza di regnare fino al giorno dell´addio biologico; in caso contrario, più che il naturale passaggio del potere nelle mani dei successori dinastici si avrebbe la rinuncia al trono, altrimenti detta abdicazione.
Così ieri mattina il portavoce della Fininvest, casa madre della monarchia d´affari e presidenziale di Arcore, ha ritenuto di emettere il seguente comunicato: «Dobbiamo ribadire che non c´è nulla di vero. Si tratta di semplici illazioni e di ipotesi che non sono mai esistite». Là dove lo stringatissimo plurale majestatis nemmeno si degnava di attribuire la smentita alle voci, per la prima volta circolate anche all´interno del centrodestra (il direttore del Giornale Sallusti, il ministro Prestigiacomo), su una possibile discesa in campo di Marina Berlusconi. Eventualità quest´ultima, si badi bene, tale da comportare l´implicito disimpegno di re Silvio. Sempre più spesso, c´è da dire,
E invece no. Anche il principe Piersilvio è infatti voluto intervenire sul delicato argomento escludendo «assolutamente» un ipotetico ingresso della sorella nell´agone politico. Riguardo al rischio di una monarchia egli ha detto, con un tono più colloquiale, che si tratta di «considerazioni che fanno ridere. Non penso che ci sia questo rischio». A suo giudizio Marina, che negli ultimi mesi ha intensificato la sua presenza mediatica e ieri l´altro era entrata in polemica con l´onorevole Bocchino, «ha solo espresso le sue opinioni come figlia per stare vicino al padre».
I sospetti si erano addensati in estate allorché il notiziario della Real Casa, e cioè il settimanale Chi, per la penna di un temerario scrivano di corte aveva illustrato e consacrato il petto nudo di Marina, «selvaggia bellezza a cavallo di una tecnologica moto d´acqua tra le onde cristalline di Bermuda», pure proclamandola «la più bella fra le Nereidi, Galatea, dalla pelle bianco latte». Mentre di Piersilvio, un paio di settimane dopo, la stessa fonte più di ogni altra attenta agli indizi primari e quindi ai corpi sovrani, aveva festeggiato i già noti muscoloni, oltre all´ardita perizia di tuffatore.
Per completare il quadro famigliare della giornata, si segnala che ieri «la dottoressa Barbara Berlusconi ha incontrato nella sede di via Turati l´amministratore delegato del Milan Adriano Galliani per discutete di un suo possibile impegno all´interno del Club. L´ingresso di Barbara - continua la nota della società calcistica - testimonia la grande importanza del Milan per la famiglia Berlusconi, da sempre emotivamente vicina alla squadra, e ne conferma la volontà di continuare a mantenerla ai vertici del calcio mondiale».
Si sarà notato come il sovrano abbia mantenuto il più stretto riserbo. Così come pare superfluo ricordare che l´Italia, almeno in teoria, resta una repubblica anche se in pratica nel corso dell´«era berlusconiana» - come con autorevolezza l´ha autorevolmente qualificata lo storico contemporaneista Gibelli (scettico sul «diversivo» Marina) - i modelli di potere e ancora di più i simboli che li accompagnano sono inesorabilmente slittati verso un codice di comando che di riffa o di raffa s´incarna in una sola persona.
Nel Cavaliere, appunto, osannato dalle folle, celebrato da inni, protetto da guardie e rallegrato da musici, accudito da cortigiani, assistito da legali, assecondato da inesausti ruffiani in un ogni suo riprovevole capriccio e ritenuto in forme tanto antiche quanto evolute persona sacra, unta dalla Volontà Collettiva (meno del 30 per cento, in realtà, dell´intero elettorato), perciò ritenutosi superiore alla legge e comunque in transito verso quel «teatro dell´immortalità» sulla cui ribalta va in scena il più recondito segreto dell´imperio.
Due settimane fa, grazie all´Espresso, si è venuto a sapere che nell´ibrida reggia che si colloca tra Versailles e Las Vegas Berlusconi si è anche regalato un trono dorato, sul modello dei privè di Lele Mora. E con tutto che il re è attempato, sempre più spesso ritratto in mosaici e pitture con mamma Rosa, ma ben lungi dall´abdicare, viene da chiedersi cosa faranno un giorno di quell´ingombrante oggetto Marina Nereide, o Piersilvio nerboruto, o Barbara milanista, o gli altri titolati successori di una saga mai come oggi in pieno e periglioso svolgimento.