frammenti, 17 novembre 2010
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FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "LUCA, DONINELLI"
•1996
MASSIMO FINI: «Uno, Talk show (Garzanti, pagine 92,18 mila lire), dello scrittore Luca Doninelli, scova proprio nel Costanzo Show «tutto l’orrore, l’ambiguità, il cinismo, l’idiozia e la mancanza di dignità» del mezzo televisivo»
Fonte: Massimo Fini, Sette, 28/11/1996.
•2006
Sentenzia lo scrittore Luca Doninelli, con parole che valgono per ogni battezzato: «Non sono le strategie comunicative a diffondere la fede. È la fede che si diffonde. Se la fede non si comunica, e perché non c’è. Altro che altoparlanti, altro che Internet».
Fonte: Il Giornale 25/06/2006, pag.17 Andrea Tornielli
•2007
Luca Doninelli: «Il nodo centrale, a Milano come quasi dappertutto, è piuttosto la scuola, che non appare attrezzata per far fronte all’inserimento massiccio di giovani stranieri, che sono poi (dato anche il tasso di natalità) i veri milanesi di domani. È nella scuola che il progetto d’integrazione di una società aperta si realizza oppure fallisce».
Luca Doninelli, Il Messaggero 13/4/2007
•2009
Iniziative che viene da chiedersi, però, il bossismo lo esorcizzano o lo esaltano? «Nessuna delle due», esclama lo scrittore Luca Doninelli. «Si può anche prescindere dal pensiero leghista, sa, a Milano. Svampa ha scritto dei capolavori quando Bossi era un perfetto sconosciuto. E Van De Sfroos per primo ci ha parlato dei lavoratori frontalieri, dei contrabbandieri che facevano la spola con la Svizzera. Il dialetto non è orgoglio, ti fa sentire la terra sulla quale sei cresciuto. Spero che un giorno filippini e senegalesi mi facciano conoscere i loro Nanni Svampa». [...] A lui replica pronto il Nobel Dario Fo: «Macché eruditi. Io ci ho provato a parlare di cultura coi leghisti. Non sanno niente della storia della Lombardia, del Manzoni, dei Moti del 1820-21 e delle Cinque giornate di Milano. E neppure gli interessa». Anche se forse Doninelli ha un po’ ragione quando dice che «un’idea del mondo, per quanto rozza, la Lega ce l’ha; un obiettivo politico, per quanto detestabile. Mentre lo stesso ahimè non si può dire di formazioni politiche più nobili come eredità».
Costanza Rizzacasa, ItaliaOggi 24/09/2009
[TABUCCHI, NDR] Venne fuori negli anni ”90 col suo primo best seller, Sostiene Pereira, accolto dalla critica con unanime ovazione, tranne qualche voce isolata messa subito a tacere. Successe a Luca Doninelli, che sul Giornale osò stroncare il romanzo dello scrittore già decretato «grande» nel risvolto di copertina, genio a prescindere.
Fonte: Paolo Bracalini, il Giornale 4/10/2009
Il racconto degli anni di piombo nella narrativa italiana (Il Maestrale) - comincia ad affacciarsi in libreria tra il 2003 e il 2004: dopo Marco Baliani ed Erri De Luca, se ne occuparono anche Antonella Tavassi La Greca (classe 1951) in La guerra di Nora, Giuseppe Culicchia (1965) ne Il paese delle meraviglie, Gian Mario Villalta (1959) in Tuo figlio, Luca Doninelli (1956) in Tornavamo dal mare, poco più tardi Girolamo De Michele e Attilio Veraldi.
SIMONETTA FIORI, Repubblica 23/11/2009
•2010
Milano affonda le radici nella Pianura: in piazza Duomo, come ricorda lo scrittore Luca Doninelli, "fino a pochi anni fa nelle notti d’estate arrivava il profumo del grano falciato". Oggi c’è solo puzza di smog, il Pm10 che ti avvelena.
Fonte: Ferruccio Sansa, il Fatto Quotidiano 6/7/2010