Gabriele Parpiglia, Chi, n. 46, 17/11/2010, pp. 42-48, 17 novembre 2010
TASSATE LE PROSTITUTE
Direttore, parla spesso con San Pio da Pietrelcina? La foto del santo è ovunque nel suo ufficio, esordiamo. «Sempre. Ma in questo periodo è un po’ arrabbiato con me. Non mi risponde. Mi dispiace e non ne conosco il motivo».
Continua il viaggio di "Chi" fra le scrivanie e gli uffici dei personaggi del jetset. Ora è il turno di Emilio Fede. Un appuntamento preso da "Chi" ben prima che la vicenda legata alla giovane cubista marocchina Ruby coinvolgesse il direttore del Tg4, che, secondo alcuni giornali, sarebbe indagato, insieme con l’agente Lele Mora e il consigliere regionale Nicole Minetti, per favoreggiamento della prostituzione. Per questo motivo l’intervista si sofferma piuttosto rapidamente sull’ufficio del giornalista e inevitabilmente finisce per scivolare in alcuni sfoghi emotivi e persino in una sorta di proposta di legge che il direttore del Tg4 avanza in prima persona.
Domanda. L’uomo Emilio Fede come sta?
Risposta. «Benissimo. Sia fisicamente sia mentalmente. In questo periodo mi ispiro a David Letterman e consumo tisane su tisane. Meglio stare calmi».
D. Come fa a stare calmo, se gioca con una statuetta del Duomo di Milano, passandosela da una mano all’altra?
R. «Questa non è una semplice statuetta. È un simbolo. Sa che cosa vuol dire? Che hanno provato a far fuori fisicamente il presidente Silvio Berlusconi (il riferimento è all’attentato al premier compiuto da Massimo Tartaglia il 14 dicembre 2009, ndr) e non ci sono riusciti. Ora ci provano con gli scandali. Vergognoso».
D. I tapiri di Striscia la notizia, invece, la mettono di buon umore. Vedo che ne ha due.
R. «Al secondo tapiro sono molto legato. L’ho chiamato tapiro Bunga Bunga. Scherzo. Il momento è delicato».
D. Cosa non le va giù?
R. «Non mi va giù che la stampa mi abbia dato dell’indagato, senza che io abbia mai ricevuto un avviso di garanzia, che alcuni giornalisti si sveglino la mattina e facciano colazione con le veline (le notizie, ndr) a orologeria che arrivano direttamente dalla procura, che Gianfranco Fini sia stato indagato e poi archiviato nel giro di 24 ore e che la notizia si sia persa chissà in quali corridoi. Questo è equilibrio? Questa è equità? Lo sa perché le cene "private" del premier si chiamano così?».
D. No, perché?
R. «Perché sono private! E poi invece finiscono sui giornali, in tv, eccetera. Come mai, se Berlusconi decide di cenare con Tizio e Caio a Villa Certosa o ad Ancore, poi tutto diventa merce alla portata di chiunque? Come mai Zappateddu (così il direttore chiama ironicamente il fotoreporter Antonello Zappadu) realizza migliaia di foto, fuori da Villa Certosa, di un uomo nella sua dimora e nessuno dice niente? Vuole sapere qual è la morale di questa storia?».
D. Prego.
R. «Che quelli dei centrosinistra sono dei santi. L’opposizione può vantarsi di non frequentare le donne. Insomma, non hanno un privato. Così immagino Francesco Rutelli tutto il giorno in un confessionale, Romano Prodi rinchiuso in un negozio di biciclette. Pier Luigi Bersani in cucina a preparare le ricette piacentine e Antonio Di Pietro seduto 24 ore su 24 ore su un trattore».
D. Qual è la soluzione’?
R. «In primis è giusto che vengano ristabiliti i ruoli. Oggi i processi li fanno i giornalisti. Alcune testate le definisco "tribunali per scelta ideologica". E bisogna evitare altre Patrizia D’ Addario, Noemi Letizia, Ruby, eccetera».
D. Semplice. Basterebbe non invitarle a cena...
R. «Mangiare con questa o quella ragazza non è reato. Sa che cos’è reato? Quando una persona, come quella tale Nadia Macrì, dichiara che, per mantenersi, fa la escort. Allora io mi chiedo: ma le tasse, su quei soldi guadagnati illegalmente, le paga? I "papponi", che gestiscono le prostitute, pagano le tasse? Avanzerei una proposta di legge efficace. Così la prossima volta non ci saranno dubbi sul lavoro che fa Ruby o chi per essa, perché dovrà esibire documenti in regola e pagare le tasse».
D. Però il premier, nel dubbio, poteva evitare di dare dei soldi di tasca propria.
R. «Silvio è un uomo generoso. Generoso anche nelle sue esternazioni. Quando dice di amare le donne, si scatena un putiferio. Ma nessuno sa che lui parla di tutte le donne. In primis, di sua madre Rosa, l’unica donna della sua vita».
D. E quando dice «meglio amare le donne che i gay», lei che cosa pensa?
R. «È una semplice battuta. Nelle aziende di Berlusconi lavorano molti gay. Non condivido l’atteggiamento del governatore della Puglia Nichi Vendola, quando, con il videomessaggio che ha messo in rete, esercita un antiberlusconismo sciocco. Lo rispetto, invece, quando si mostra sui giornali con la mamma. Vendola viene anche bene in foto».
D. Senta, non mi ha detto quale gusto preferisce per le sue tisane?
R. «Il finocchio. Lo adoro».