Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  novembre 17 Mercoledì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "DONDERO, MARIO"


•2001
Con gli anni era diventato un punto di riferimento e in molti amavano far tappa a San Biagio della Cima e andare con lui [FRANCESCO BIAMONTI, NDR] a chiacchierare in qualche ristorantino dell’entroterra. Ci andavano Jacqueline Risset e Lalla Romano, che frequentava Bordighera d’estate, Giorgio Ficara e Mario Dondero, il fotografo.
Paolo Mauri, ”la Repubblica” 18/10/2001

•2003
[...] La scuola del nouveau roman non è mai esistita, l’ha inventata un fotografo. Italiano. Mario Dondero. L’Espresso lo aveva mandato a Parigi per fotografare i protagonisti di questo nuovo movimento. Lui si presenta alle Edizioni de Minuit e Jérôme Lindon, il direttore editoriale, cade dalle nuvole: gli autori del nouveau roman quasi non si conoscevano tra di loro. Ma Dondero non può tornare in Italia senza una foto e così Lindon si mette al telefono per raccogliere un po’ di gente. Però Beckett se ne deve andare prima che arrivi Butor: così ci sono delle foto col primo e delle foto col secondo. Poi la posterità ha preferito quella con Beckett e senza Butor.
Paolo Mereghetti, Corriere della Sera 26/10/2003

•2006
Bavagnoli ha smesso di fotografare. Ha uno sguardo distaccato, di chi ha toccato il meglio, incontrato gente straordinaria, in qualche modo coronato un sogno. [...] ragazzo, lasciata Piacenza per Milano, condivideva una stanza in via Solferino 8, con Luciano Bianciardi, Mario Dondero e Ugo Mulas. Erano i giorni della Vita agra in una Milano, quella del Jamaica, sofferta e sognatrice, piena di utopie e disincanti.
Gianluigi Colin, Corriere della Sera 4/5/2006

•2008
Maria Jatosti: «Eravamo poveri ed essere poveri a Milano è difficile. Tutto ciò che si guadagnava, lavorando in due, si divideva a metà con la sua famiglia rimasta a Grosseto. Ma era anche bello vivere da poveri e spartire utopie, sogni, entusiasmi, amore e fame con altri poveri che si chiamavano Ugo Mulas, Carlo Bavagnoli, Mario Dondero, gli artisti e scrittori del bar Giamaica: Crippa, Dova, Manzoni, Cavallini, Lombardi, Saba Sardi, Fabrizio Onofri...».
il Giornale 22 febbraio 2008, Daniele Abbiati

E proprio questo ”disagio”, che ora lo costringe [FEDERICO TAVAN, NDR] a una particolare e complessa assistenza, ha spinto un centinaio di intellettuali del rango di Carlo Ginzburg, Peter Handke, Claudio Magris, Jacques Le Goff, Predrag Matvejevic, Carlos Montemayor, Mario Dondero, Paco Ignacio Taibo II, per citarne solo alcuni, a firmare un appello affinché gli venga assegnato il vitalizio Bacchelli.
Gianluigi Colin, Corriere della Sera 14/9/2008.

•2010
Poi, per caso, [UGO MULAS, NDR] incontra Mario Dondero, licenziato da Le ore, e su una panchina di un parco i due decidono con una sola macchina fotografica di fare il mestiere, alternandosi.
Marco Belpoliti, La Stampa 26/10/2010