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 2010  novembre 17 Mercoledì calendario

Domande e risposte: Come si finanzia l’Unione Europea? - Il Consiglio e il Parlamento dell’Ue non hanno trovato l’accordo sul bilancio per il 2011

Domande e risposte: Come si finanzia l’Unione Europea? - Il Consiglio e il Parlamento dell’Ue non hanno trovato l’accordo sul bilancio per il 2011. Qual è la cifra in discussione? «L’attuale budget annuale dell’Unione europea ammonta a circa 133,8 miliardi di euro, il che equivale a circa l’1 per cento del Pil generato dai paesi dell’UE. Se lo si vede in termine di esborsi pro capite, la quota prevede circa 235 euro per cittadino». Quali sono gli scopi a cui la somma è destinata? «I forzieri a dodici stelle finanziano il grosso delle politiche comuni. La posta più pesante è dedicata ai fondi strutturali per lo sviluppo, che valgono il 45 per cento del totale e vengono concessi per i processi mirati al miglioramento delle condizioni economiche delle aree meno avvantaggiate (come il Mezzogiorno d’Italia). L’Agricoltura prende oltre il 30 per cento, con stanziamenti pari a circa 43 miliardi di euro nel 2009. Lo sviluppo rurale incassa l’11 per cento. Il 6 per cento è investito nelle spese amministrative e altrettanto serve per finanziare le attività internazionali». Come viene finanziato il bilancio? «Attraverso tre canali principali. Il primo è costituito dalle «risorse proprie tradizionali», generate da diritti doganali e quote sullo zucchero, ovvero dai diritti prelevati sull’importazione di prodotti dai paesi terzi e sull’esportazione di zucchero. Rappresentano circa il 12% del bilancio UE. Il secondo canale è legato all’Iva raccolta dagli Stati, e versata all’Ue. Questa voce vale l’11% delle entrate del bilancio». Che cos’è la «risorsa basata sul reddito nazionale lordo»? «Rappresenta una strada di finanziamento del bilancio ed è il contributo annuale diretto versato da ogni Stato, in proporzione alla sua richiesta (circa l’1% del Pil). Costituisce i tre quarti del bilancio Ue. E’ soggetta a vari meccanismi di aggiustamento come lo “sconto britannico” che permette al Regno Unito di recuperare parte del suo contributo». È possibile rivedere i meccanismi di finanziamento? «Da anni si discute della riforma delle entrate, per rendere l’Ue più autonoma dai contributi diretti degli stati. Il Parlamento europeo ha in varie occasioni sostenuto l’idea di una tassa (o parte di una tassa) comunitaria, adeguata a finanziare le priorità senza pesare sulle spalle dei contribuenti. I governi non hanno sinora accettato». Qual è differenza fra bilancio europeo e quello dei soci del club di Bruxelles? «Visto che l’Ue non può avere deficit, entrate e spese devono uguagliarsi: non si può spendere più di quello che c’è in cassa». Come viene definito il bilancio? «La Commissione, braccio esecutivo dell’Ue, presenta ogni anno una proposta per ciascun settore d’intervento e ciascun programma. Tocca al Parlamento e al Consiglio prendere la decisione finale sui piani di spesa dell’anno che viene. Una volta che il denaro stanziato viene usato, la Commissione deve renderne conto al Parlamento europeo; la spesa è anche sottoposta al controllo della Corte dei conti europea». Cos’è l’esercizio provvisorio? «Qualora Parlamento e Consiglio non riescano a mettersi d’accordo si passa al sistema “per dodicesimi”. Ognuna delle 200 poste di spesa ottiene, mese per mese, un dodicesimo della spesa effettuata l’anno precedente. Questo implica che ogni nuovo finanziamento rimanga senza fondi sino a che non si è approvata la contabilità definitiva». Ad esempio, quali rischi possono accadere? «L’Europa ha approvato a settembre, con grande difficoltà, il nuovo sistema di vigilanza per supervisionare i mercati finanziari. Poiché è stato deciso che le nuove autorità di controllo debbano diventare operative dal 2011, tutti i finanziamenti sono stati messi su questo bilancio. L’esercizio provvisorio stanzia per le Autority un dodicesimo dell’anno prima, ma un dodicesimo di zero fa zero. Quindi le nuove agenzie non partono sino a che non si torna alla contabilità ordinaria». Perché il Regno Unito rivendica le sue prerogative di contributore netto? Cosa significa esserlo? «Vi sono alcuni paesi che versano nelle casse europee più soldi di quanto incassano o riescono a incassare. Nel 2010, si calcola che la Germania è il paese che ha più contribuito al finanziamento del bilancio europeo, con il 19,6% del totale. Segue la Francia (18%). Al terzo posto c’è Italia (13,9%), poi l’Inghilterra (10,4%) e la Spagna (9,6%). Si tratta di Paesi che sono contribuenti netti al bilancio, in altre parole significa che versano più di quanto ottengono».