Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Certi dettagli valgono più di mille dichiarazioni. Domenica Mario Monti s’è fatto vedere tranquillamente a spasso prima con la moglie poi con la figlia, infine da Biffi a far colazione con brioche e cappuccino. Strana combinazione, la sera Berlusconi ha fatto più o meno la stessa cosa: riunione in via Rovani – invece che ad Arcore, come al solito – e poi pizza mangiata con le mani in un locale di via Vincenzo Monti. Ieri, più o meno lo stesso: Berlusconi va da Belpietro (trasmissione La telefonata) e si mette a sparare contro lo spread. Sono le sette di mattina e le sue dichiarazioni finiscono in tutti i tg e i giornali radio della fascia. Ma alle 9 ecco la risposta di Monti: si presenta a Uno Mattina, dove lo intervista il neo romanziere Franco Di Mare, e racconta che il nipotino a scuola viene chiamato “spread”. In Spagna definirebbero tutto questo come un “mano a mano”, quella corrida speciale in cui pubblico e giuria sono chiamati a scegliere tra due toreri che matano in sequenza.
• Quindi – dice lei – ci aspetta una campagna elettorale i cui protagonisti saranno, “mano a mano”, Monti e Berlusconi.
Il dato più importante è che da questo si capisce che Monti, il quale ha detto «di non pensarci», è pronto invece a scendere in campo. Ieri il “Financial Times” lo ha invitato esplicitamente a farsi avanti. È possibile che una candidatura esplicita, oltre a rinforzare il centro di Montezemolo-Casini, produca una spaccatura nel Pdl, attirando i montiani di quella parte politica. Specie se l’intesa di Berlusconi con Maroni, che prevede un ticket con la Gelmini, non dovesse andare in porto. La Gelmini, fino a pochi giorni fa, era una montiana convinta.
• Che cosa ha detto ieri Berlusconi a proposito dello spread?
È chiaro che siccome l’unico indicatore certamente sfavorevole nel confronto con i numeri dell’anno scorso è lo spread, Berlusconi ne mette in dubbio l’affidabilità e l’importanza. La dichiarazione di ieri è questa: «Smettiamola di parlare di questo imbroglio: cosa ci importa degli interessi sui nostri titoli rispetto a quelli sui bund tedeschi? Quando salì lo spread, Berlino aveva ordinato a tutte le banche di vendere i buoni del Tesoro italiani, con 8-9 miliardi di vendita. Gli altri fondi hanno pensato: “Se la Germania vende, qualcosa ci sarà...”. E hanno ritenuto di chiederci un premio, per un rischio teorico, del 6%. La Germania ha approfittato di tutto questo e ha abbassato i tassi all’1%. A noi cosa importa? A noi importa che i nostri tassi sono aumentati del 2%, che in un anno sono 5 miliardi in più. Tutto quello che è stato inventato sullo spread è un imbroglio usato per abbattere un governo e fargli perdere la maggioranza».
• Ma questo è vero? Berlino ha dato ordine…?
Non siamo in grado di smentire. E neanche di confermare. Berlusconi dovrebbe forse produrre qualche documento, no?, a sostegno della sua ricostruzione. Ma lo spread non è proprio una cosa di cui disinteressarsi. Si tratta di un indicatore che segnala la differenza tra il tasso di interesse sui titoli di stato tedeschi a dieci anni e il tasso di interesse sugli analoghi italiani. Che cosa mostra questo indicatore? Che dobbiamo pagare molto di più per avere ogni settimana i soldi in prestito che ci servono per andare avanti. Sa in quale caso potremmo fregarcene dello spread come vuole Berlusconi?
• In quale caso?
Nel caso che non fossimo indebitati. Ma dobbiamo restituire la bazzecola di duemila miliardi, e una parte di questa montagna è stata costruita proprio dai governi di centrodestra, i quali a suo tempo mettevano in croce Tremonti che tagliava (Fini, che adesso fa il montiano, sostenne che Tremonti falsificava i dati e lo costrinse a dare le dimissiani: era solo otto anni fa).
• Come ha risposto Monti?
Ha detto di non credere ai complotti degli investitori sui mercati, anche se, naturalmente, il mercato è pieno di soggetti che si muovono senza scrupoli. «Non ci sono complotti di forze occulte contro l’Unione europea o i suoi singoli stati. L’Unione europera rappresenta anzi un argine alle tempeste sui mercati finanziari». È inutile – ha aggiunto - puntare adesso l’indice contro lo spread: chi in passato avrebbe dovuto fare riforme per sostenere la crescita non l’ha fatto. Con il risultato che nell’ultimo anno il governo è stato costretto a mettere in campo misure severissime di contenimento della spesa e reperimento di risorse. La ripresa del sistema economico in questo modo è saltata. Come vede siamo a due interpretazioni diametralmente opposte della congiuntura internazionale. E avremo modo di capirla meglio nei prossimi giorni: Monti farà una conferenza stampa il 21 per riassumere l’andamento di questi dodici mesi e il Pdl organizzerà a sua volta, poco prima di Capodanno, una controconferenza, con i dossier di Renato Brunetta e (forse) la presenza dello stesso Berlusconi.
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 12 dicembre 2012]
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