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 2012  dicembre 12 Mercoledì calendario

Mps, l’ok ai Monti-bond arriva in extremis - Un goal in zona Cesarini. E, allo stesso tempo, quella stessa sensazione di sollievo che si prova quando una partita si conclude con un risultato or­mai insperato

Mps, l’ok ai Monti-bond arriva in extremis - Un goal in zona Cesarini. E, allo stesso tempo, quella stessa sensazione di sollievo che si prova quando una partita si conclude con un risultato or­mai insperato. È più o meno quello che deve aver provato il presidente di Monte Paschi, Alessandro Profumo, dopo aver avuto la certezza che i Mon­ti- bond avrebbero potuto esse­re emessi e, soprattutto, che il pagamento degli interessi non avrebbe comportato un ingres­so del Tesoro come secondo azionista dietro la Fondazione. Ieri, infatti, la commissione Bilancio del Senato ha confer­mato che l’emendamento pro-Mps (che consente la corre­sponsione degli interessi dei Monti-bond tramite l’emissio­ne di nuovi titoli dello stesso ti­po, in caso di mancato raggiun­gimento dell’utile) sarà reinse­rito nella Legge di stabilità do­po essere stato espunto dal dl Sviluppo assieme alla norma pro-Fondazioni in Cdp (que­st’ultima rientrata alla Came­ra). «Sarà presentato nella stes­sa formulazione come emenda­mento dei relatori o del gover­no », spiega la senatrice Anna Cinzia Bonfrisco (Pdl) sottoli­neando che «il ritardo nel varo della norma non è stato dovuto a tensioni politiche, ma solo per contingentare i tempi sul dl Sviluppo». L’emendamento,infatti,ave­va ricevuto la bollinatura della Ragioneria generale dello Stato fuori tempo massimo rispetto ai lavori della commissione. La crisi di governo e l’avvicinarsi della scadenza fatidica di fine anno, quando dovranno essere rimborsati gli 1,9 miliardi di vec­chi Tremonti-bond, hanno fat­to il resto. La preoccupazione senese, in fondo è durata poco e lo stesso presidente Alessan­dro Profumo aveva ricordato che «non era stato considerato un piano-B». La nebbia si è diradata ieri mattina.Il ministro dell’Econo­mia, Vittorio Grilli, ha ricorda­to che i Monti-bond «sono già parte di un decreto attuativo» in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Insomma, poiché il governo aveva già inse­rito lo strumento di ricapitaliz­zazione nel decreto «salva-in­frazioni » varato nell’ultimo Consiglio dei ministri, in ogni caso non ci sarebbe stato nulla da temere. Tant’è vero che il nuovo provvedimento è stato già ricevuto dal commissario Ue alla Concorrenza, Joaquín Almunia, e il via libera dovreb­be arrivare in tempi rapidi. Ma la sicurezza che tutto il pacchet­to­sarà inserito nella legge di sta­bilità che avrà l’ok definitivo di Palazzo Madama martedì pros­simo chiude la questione. Ora all’istituto senese non re­sterà che procedere all’emissio­ne dei 3,9 miliardi di Monti­bond. Di questi 1,9 miliardi ser­viranno per rimpiazzare i vec­chi Tremonti-bond dei quali dovranno anche essere pagati gli interessi. Il tasso applicato ai vecchi strumenti è l’8,5% e avrebbe comportato un esbor­so di 170 milioni. In assenza di utile quest’anno la cedola avrebbe dovuto essere pagata in azioni, ma ora si potrà soppe­rire aumentando di un analogo importo l’emissione senza che Via XX Settembre entri nel capi­tale (avrebbe avuto diritto al 6,8%). La Borsa ha apprezzato e Mps si è riavvicinata a quota 20 cent (+3,3%).