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 2012  dicembre 12 Mercoledì calendario

SOLDI ALLA MOGLIE, ASSUNZIONE PER LE AMANTI COSÌ FUNZIONAVA LA RETE DEL “CENTURIONE”


Con quel Giuseppe Ambrosio, cinquantottenne di san Giuseppe Vesuviano, capo di gabinetto con due ministri (Zaia e Galan) e ora nella segreteria del sottosegretario Franco Braga, non bisognava fare altro che fissare il prezzo. Fosse una cassetta di mozzarelle di bufala, una lampada da salotto “Couche bay”, una stecca in contanti (ne versa 134 mila in meno di tre anni) o gli occhi chiusi su un paio di abusi edilizi nella villa in campagna (Todi) e al mare (Maratea). Del resto, il tipo, che chiamavano “Centurione” o “Comandante”, non era di primo pelo. Portato al ministero da Pecoraro Scanio, cresciuto con Alemanno, era uno di quei cetacei della pubblica amministrazione cresciuto nella fu “Marina mercantile” e sopravvissuto a ogni procella, a due Repubbliche, al governo dei tecnici (in marzo era stato nominato Direttore generale del Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura). E soprattutto teneva una famiglia e dei famigli voraci come locuste: una moglie, Stefania Ricciardi, dirigente nello stesso ministero (per gli appalti, in un’occasione, è saldata con 89 mila euro in contanti); una nipote Monica Ricciardi, anche lei al ministero; una figlia, Benedetta, e il suo fidanzato, Ludovico Bruno, da piazzare dove capitava; un ingordo spicciafaccende, Michele Mariani, assistente amministrativo e membro delle commissioni di controllo sull’erogazione dei fondi ministeriali; e due amanti trentottenni, Amelia Pucino da Grazzanise e la polacca Izabela Malgorzata Krupa. La prima, gratificata con consulenze del ministero. La seconda, con un’assunzione in una delle società vincitrici degli appalti che il
Centurione pilotava.
“LA MOZZARELLA FA SCHIFO”
Con un reddito dichiarato di 303 mila euro lordi annui, Ambrosio non è esattamente tipo che fatica a mettere insieme il pranzo con la cena. Ma con lui si paga dazio. Anche in natura. Il 27 luglio del 2010 è al telefono con Massimo Spagnolo, un salernitano direttore della “Irepa Onlus”, società di biologia marina che nel tempo, dal ministero, ha ricevuto fondi per 9,7 milioni di euro. Parlano di mozzarelle, ammesso che di bufale davvero si tratti.
Ambrosio:
Sì, … volevo dirti che la mozzarella che ci hai fatto mangiare stasera faceva schifo, eh!
Spagnolo:
…Hai visto… (ride) a saperlo… purtroppo capita a volte che …. non è buono…
(Si inserisce nella conversazione il Direttore Generale della Pesca Marittima, Francesco Saverio Abate)
Abate:
Ma al direttore della Pesca la mozzarella non gliel’hai portata mai?
Spagnolo: No, disgraziatamente non gli piace! (ride)…
Abate: Gli piace!
Suona come un siparietto da “ricottari”, ma del ricottaro il Centurione e la sua Corte hanno molto
poco.
“DIO TI BENEDICA”
A Natale del 2010, per dirne una, Mario Di Trani, sindaco di Maratea, dove il Centurione è proprietario di due villini, riceve dal ministero un contributo di 63 mila e 500 euro. In cambio dimentica il controllo edilizio sulle proprietà del benefattore. I due, al telefono, si prodigano in salamelecchi.
Ambrosio:
«Grazie degli auguri, tutto a posto… Se mi da un fax, le mando... la copia del Decreto che è stato emesso... Così lo trova sotto l’albero di Natale».
Di Trani:
«… Grazie, è stato di una gentilezza infinita. La ringrazio delle attenzioni che riserva a questa terra…»
Non solo quella a dire il vero. Perché al Centurione sta a cuore anche Todi, dove ha tirato su un’altra delle sue ville. Lo schema di baratto è
lo stesso. Anche se l’Umbria viene via più cara (i contributi pubblici erogati dal ministero sono di 125 mila euro). Ma la gratitudine è identica. Come si legge in uno scambio di sms tra Ambrosio e i suoi amici del comune umbro: «Carissimo Giuseppe, nel ringraziarTi per tutto l’aiuto che ci dai, ti auguro un sereno Natale. Dio Ti Benedica».
IL PORTAVOCE DI GALAN
Del resto, nel caravanserraglio del Ministero, nulla si muove senza le giuste maniglie. E accade così che le intercettazioni sorprendano a sbattersi anche Alfredo Bernardini, responsabile delle relazioni esterne della Confederazione Italiana Agricoltori. Per gli appalti che intende pilotare si rivolge direttamente al padovano Franco Miracco, portavoce del ministro Galan. La consuetudine è di quelle robuste. Tanto che Bernardini lo chiama al telefono, scuotendolo a modo suo, quando le cose non camminano come devono: «A frocio, di ‘n, po’», gli fa. E lui, Miracco, appare assai ricettivo. Anche quando — è il caso dell’appalto “Food4U” — promette di interessare direttamente “Giancarlo”, il ministro «più lento della polenta». Bernardini, infatti, è preoccupato che nella commissione aggiudicatrice del bando non siedano persone di sua fiducia che ne possano determinare l’esito. Gradirebbe che la commissione venisse “smontata” e reinsediata. Miracco lo tranquillizza: «Giancarlo (il ministro Galan,
ndr),
mi ha detto io domani quando lo vedo... dico a Giancarlo... Perché a me nun me fanno sti scherzi eh.... quello è un lento come... è più veloce la polenta… eh... gliel’ho spiegato bene a Giancarlo... domani lo riprendo... adesso non voglio dirgli ste cose per telefono... si innervosisce, s’incazza...».